Abruzzo: tutti indignati, se il Cram non fa più “gnam gnam”

consiglio colletta

Levata di scudi, ovviamente di quelli dei diretti interessati, contro la decisone del Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, di non rifinanziare il Cram (il Consiglio regionale degli Abruzzesi nel Mondo) almeno fino al 2015. Un risparmio di 120mila euro al quale va aggiunto il risparmio per le “missioni all’estero” delle delegazioni di consiglieri regionali, sempre pronti a partire verso gli angoli più remoti del pianeta per potersi sedere a tavola con i nostri corregionali emigrati all’estero.

E per “emigrati” non intendiamo i protagonisti della “fuga di cervelli”- nel 2013 l’Italia è stato il secondo paese in Europa per numero di emigrati dopo la Romania – I giovani emigrati, oggi, per sopravvivere e avere migliori opportunità, sono costretti a fuggire dall’Italia e soprattutto dai politici italiani che gli hanno rubato quantomeno il futuro. Gli “abruzzesi” dal Cram, invece, sono generalmente anziani emigrati nella notte dei tempi che, nel 2014, ancora non conoscono o fanno finta di non conoscere l’uso di internet per rimanere in costante contatto, a costo zero, con “le loro radici e la loro cultura”.

Istituito nel 2007 come vero e proprio organo del Consiglio regionale,  il Cram ebbe l’onore di avere come primo presidente Donato Di Matteo (Pd) prima che lo stesso, in qualità di presidente del CdA dell’Aca di Pescara, venisse indagato con l’accusa di avvelenamento delle acque di Bussi.

Nel 2008, all’indomani degli arresti della giunta Del Turco e poco prima delle elezioni anticipate, Di Matteo- detto “cinghialotto” dai suoi avversari politici sia per la stazza che per la voracità mostrata a tavola- non rinunciò alla “gran festa finale” del Cram. L’intenso programma prevedeva “escursioni turistiche, cena Grand Hotel Montesilvano preceduto da “Itinerari del gusto”, intrattenimento artistico di ‘Nduccio, canti e rappresentazioni teatrali. Poi cena di gala al ristorante hotel Regis dove i 36 delegati furono allietati da un certo Vittorio “il fenomeno”.

«Dopo Roselli e Paolini ecco salire alla ribalta della ‘spreconeria’ pre-elettorale l’assessore Di Matteo, con la sua bella convention del Cram, Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo: due giorni di cene, musica, ed escursioni pagati con i soldi dei contribuenti», fu allora il commento di Nazario Pagano.

Malgrado questa censura “pre-elettorale”, fino lo scorso anno, la nuova giunta di centro destra non ha mai mancato di rifinanziare il Cram e Pagano, oggi presidente del Consiglio, ha sempre accontentato le richieste di tutti i Consiglieri regionali, in primis Antonio Prospero, pronti a sacrificarsi, a spese dei contribuenti, in lunghi viaggi pur di “rinsaldare i legami con gli abruzzesi all’estero”.

Intendiamoci: gli abruzzesi all’estero sono gente seria e generosa, molto più dei nostri politici. Alcune di queste comunità lo hanno dimostrato concretamente con le loro donazioni in occasione della raccolta fondi per il terremoto. E non è colpa loro se, a un anno dalla donazione di cinque milioni di euro, il Comune dell’Aquila, nonostante le polemiche degli studenti aquilani, teneva ancora chiuso il centro studi universitario consegnato chiavi in mano dal Primo ministro del Canada in persona. La comunità abruzzese in Canada è probabilmente la più numerosa e molto decisiva anche nelle elezioni locali. L’attuale Sindaco di Toronto, Rob Ford, nel 2010  vinse le elezioni anche grazie ai voti degli italo canadesi che non gradirono affatto lo sfidante George Smitherman, progressista, gay dichiarato, sposato con un uomo e, per di più, con un figlio adottivo. All’indomani della vittoria elettorale, per riconoscenza, Rob Ford portò personalmente i saluti ad una cena organizzata dagli emirati abruzzesi del CRAM. I tantissimi voti della comunità abruzzese, provenienti in gran parte dalle periferie della metropoli canadese, saranno probabilmente  determinanti anche per riconfermare Ford alle prossime elezioni che si terranno tra 9 mesi, malgrado la successiva condanna per conflitto di interessi e su internet sia uscito nel frattempo un video che lo ritrae ubriaco, mentre fuma del crack.

Anche se le scelte legate alle vecchie tradizioni italiane appaiono decisamente retrograde in una città moderna come Toronto, “la Federazione Abruzzese, che racchiude 23 Club ed Associazioni affiliati, in collaborazione con l’Ordine dei Cavalieri di Malta,- ci ricorda orgogliosamente la presidente Ivana Santacroce Fracasso- ha saputo raccogliere ben 700mila dollari, “arrivati in Abruzzo fino all’ultimo centesimo”. Peccato che la Fracasso sia vista come fumo negli occhi dai presidenti delle altre associazioni canadesi, che spesso si lamentano per il suo protagonismo.

Siamo così sicuri che senza il Cram,  i nostri emigrati- la maggior parte dei quali ne ignora l’esistenza-  sarebbero stati meno generosi?

Generosità del Canada a parte, in tutti questi anni a cosa è servito il Cram con i suoi 36 litigiosi delegati sparsi per il mondo, le cene e gite fuori porta con anziani emigrati e le presidentesse alla ricerca di visibilità?

Tecnicamente, gli inviti delle associazioni abruzzesi all’estero hanno permesso, nel corso degli ultimi 40 anni, a consiglieri regionali di tutti gli schieramenti di avere “la pezza d’appoggio” per recarsi ufficialmente all’estero a spese dei contribuenti. I 120 mila euro di finanziamento annuale, invece, servivano principalmente a finanziare la riunione annuale del Cram e il finanziamento di qualche evento del quale nessuno ha notizia. Basta fare una ricerca su Internet per scoprire che il Cram, al massimo, ha generato più polemiche che fatti concreti.

Il Cram, oggi più che mai, appare un’associazione di altri tempi, di quando si partiva per non tornare più, senza avere la pallida idea di dove si andava. Oggi c’e’ internet, l’email, skype, la chat e la webcam, i canali Rai e  Mediaset per tenersi in contatto con la propria terra d’origine. Oggi si può sapere tutto di dove si andrà senza mai esserci stati. Sarà anche per questo che i figli degli emigranti all’estero preferiscono lasciare ai loro nonni e bisnonni il piacere di sedersi a tavola con i nostri politici, disertando quasi sempre questi polverosi eventi. In anni di crisi, di tagli, di spending review, ha veramente sbagliato il Presidente Chiodi a usare il buon senso e decidere finalmente, là dove era obbligato a fare dei tagli, di sospendere per un anno i finanziamenti a questo pletorico quanto datato organismo istituzionale? Siamo sicuri che il Cram e gli abruzzesi all’estero, un po’ come tutti noi rimasti in Italia e vessati dalla pressione fiscale più pesante d’Europa, riuscirà a sopportare questo piccolo sacrificio almeno fino al 2015.

di Maria Cattini, L’Aquilablog.it, 9 gennaio 2015

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