Il mondo della tecnologia risponde all’aggressione russa dell’Ucraina

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Anche le grandi società tecnologiche sono state coinvolte, loro malgrado, nella crisi russo-Ucraina. Diverse sono le iniziative che hanno coinvolto il mondo della tecnologia in risposta all’aggressione dell’Ucraina:

Il Mobile world Congress, la più grande fiera della tecnologia al mondo, ha espulso il padiglione russo in segno di solidarietà nei confronti del Ucraina;

Facebook ha fornito a tutti gli utenti ucraini la possibilità di chiudere i propri profili per evitare identificazioni da parte dell’intelligence russa; per tutta risposta, Facebook è stato limitato in Russia.

Gli Stati Uniti hanno sanzionato Vladimir Kiriyenko, leader del social network russo VKontakte, noto per essere l’alternativa russa a Facebook; VKontakte venne fondato da Pavel Durov, attuale creatore è presidente di Telegram, che dovette poi cederne la proprietà in seguito a pesanti dissidi contro il presidente Putin;

Twitter ha sospeso le campagne pubblicitarie in Ucraina e Russia per evitare abusi;

Twitter e Google hanno aumentato il livello di sicurezza dei profili più suscettibili ad attacchi informatici;

Twitter inizierà a segnalare con un badge apposito i tweet che condividono notizie provenienti da testate giornalistiche affiliate al governo russo;

Le autorità russe hanno invece bloccato Twitter e parzialmente limitato Facebook, quest’ultimo per aver effettuato attività di fact-checking sulle dichiarazioni delle autorità russe;

Il governo ucraino ha aperto/sponsorizzato tre canali Telegram ufficiali per permettere alle persone al di fuori del Paese di rimanere informati sulla situazione in corso nel Paese: @V_Zelenskiy_official (canale del presidente ucraino), @ukrainenowenglish e @SBUkr (canale dell’esercito ucraino). Il governo del Paese ha poi chiesto la formazione di un “esercito di hacker” mondiale tramite il canale @itarmyofukraine per colpire obiettivi tecnologici russi;

In seguito alla rimozione di gran parte delle banche russe dal sistema SWIFT, le carte di credito da loro emesse non sono più riconosciute da Apple Pay e Google Pay;

Il miliardario Elon Musk ha attivato il suo sistema di Internet satellitare Starlink in Ucraina dietro specifica richiesta del presidente ucraino;

YouTube ha demonetizzato i canali di Russia Today, Sputnik e altre testate giornalistiche finanziate dal governo russo.

Il governo ucraino ha messo in guardia contro una campagna di phishing portata avanti a nome dello Stato ucraino, mirante a prendere il possesso degli account Telegram dei malcapitati che vi cadessero vittime.

Una piccola rivolta popolare ha invece travolto Pavel Durov, fondatore di Telegram: all’interno del suo canale ufficiale in lingua russa, il CEO dell’applicazione aveva minacciato di bloccare i canali in lingua russa e ucraina per evitare la “diffusione di disinformazione” sulla guerra in corso; tuttavia, in seguito alle numerosissime proteste da parte di quegli utenti che usano proprio l’app per mantenersi informati, Durov è tornato sui suoi passi, rinunciando alla minaccia del blocco.

Google Maps ha invece disattivato la modalità di monitoraggio in tempo reale del traffico, dopo che era stato scoperto che poteva essere utilizzata per monitorare gli spostamenti dei cittadini ucraini;

Facebook ha segnalato che una serie di attacchi hacker è in corso contro profili di account di proprietà di giornalisti e militari ucraini;

Vodafone, WindTre e TIM si sono uniti a Iliad nell’offrire chiamate internazionali gratuite e illimitate verso l’Ucraina.

TikTok, Facebook e YouTube hanno bloccato le agenzie di stampa governative russe Russia Today e Sputnik su tutto il territorio europeo;

Reddit nasconde (ma non sospende) dalla ricerca e dai post raccomandati il subreddit r/russia a causa delle attività di disinformazione e propaganda condotte dai suoi utenti;

Uber venderà il 29% della proprietà di Yandex.taxi, sussidiaria del colosso tecnologico russo specializzata in passaggi a pagamento, del valore di 800 milioni di dollari – nonostante la vendita avvenga in questo momento storico, era già qualche tempo che Uber progettava di uscire dal mercato russo;

Netflix non aggiungerà i canali della TV di Stato alla sua piattaforma in Russia, come invece richiesto da una recente legge a tutte le piattaforme di streaming video con più di 100.000 membri.

Apple, che si è detta “profondamente preoccupata” per l’invasione russa in Ucraina e, di conseguenza, interromperà la vendita dei propri prodotti in Russia, così come l’uso di Apple Pay per tutti gli utenti russi.

Google ha messo a disposizione 15 milioni di dollari ad associazioni umanitarie e governative ucraine, per aiutare ad alleviare le sofferenze dei civili ucraini in fuga;

Snapchat ha interrotto l’acquisto di pubblicità in Ucraina, Russia e Bielorussia in seguito all’invasione;

Mykhailo Fedorov, vice-ministro ucraino, ha chiesto pubblicamente a otto compagnie di satelliti orbitali di aiutare il Paese fornendo immagini satellitari dettagliate degli spostamenti delle truppe russe; alcune di queste hanno già aderito all’appello.

L’autorità per le telecomunicazioni russa ha minacciato di bloccare Wikipedia in tutto il Paese qualora non elimini dalla pagina dedicata alla narrazione della crisi russo-ucraina cifre “sensibili”, quali il numero di soldati russi morti e di civili e bambini ucraini uccisi nel conflitto;

Spotify chiuderà il suo ufficio in Russia. L’ufficio era stato aperto appena il mese scorso, in obbedienza a una legge russa che impone una rappresentanza fisica sul territorio a tutte le aziende tecnologiche con oltre 500mila utenti;

Reddit ha bandito tutte le agenzie giornalistiche collegate al governo russo dalla sua piattaforma;

Netflix interromperà la produzione di qualunque progetto cinematografico previsto in Russia, tra cui il film ad alto budget Anna K, adattamento del romanzo di Leo Tolstoj Anna Karenina.

Telegram si è unita alla lista di applicazioni che, nelle ultime ore, hanno ristretto l’accesso ai propri servizi da parte di utenti e aziende russe: Telegram ha infatti iniziato a bloccare l’accesso ai canali di Russia Today e Sputnik, agenzie giornalistiche collegate al governo russo, in obbedienza al bando emesso dall’Unione Europea. L’app ha poi avvertito che il massivo utilizzo dell’applicazione, divenuta una delle poche fonti di informazione disponibili in Ucraina e Russia, è tale che i server europei potrebbero subire dei rallentamenti. In una nota diffusa su @telegramIT, Telegram si augura “una fine immediata del conflitto”;

Airbnb bloccherà i suoi servizi in Russia e Bielorussia, tagliando di fatto fuori dal mercato degli affitti a breve termine circa 91mila appartamenti;

Google interromperà tutte le vendite di pubblicità in Russia, su tutte le piattaforme in suo possesso – compresi YouTube e Google Search;

Dopo la CNN e la BBC  varie testate occidentali lasciano Mosca. Tra queste Bloomberg, Abc e Cbs e anche la RAI sospende i servizi giornalistici sul suolo russo. La decisione è stata presa in relazione alle nuove normative russe sulla diffusione delle notizie. La Bbc ritira i suoi giornalisti dal Paese, toglie la firma alle corrispondenze e riapre le trasmissioni ad onde corte come ai tempi di Radio Londra;

La Germania ha multato per 25mila euro l’emittente russa Rt: diffondeva nonostante il divieto;

Domenica 6 marzo potrebbero esserci attacchi cyber in Italia “ai danni di enti governativi e industriali non meglio definiti”. A lanciare l’allarme è il Csirt, il Computer Security Incident Response Team dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn). “Da notizie riservate si è appreso che, domenica 6 marzo, potrebbero essere eseguiti attacchi cyber, legati alla situazione internazionale, ai danni di enti governativi e industriali;

Il governo russo ha interrotto l’accesso a Twitter, Facebook, l’emittente inglese BBC e agli app store di Google ed Apple; ha inoltre chiesto la censura dei contenuti diffusi su YouTube riguardanti la guerra in Ucraina.

Paypal, la società statunitense che offre servizi di pagamento digitale e di trasferimento di denaro tramite Internet, ha deciso di sospendere tutti i suoi servizi in Russia a causa della situazione in Ucraina

La compagnia aerea russa Aeroflot annuncia la sospensione di tutti i suoi voli internazionali, a partire dall’8 marzo. La compagnia spiega che la decisione è dovuta a “circostanze che ostacolano l’operatività dei voli”. Confermate le rotte nazionali e i collegamenti con la Bielorussia. Nei giorni scorsi Boeing e Airbus hanno fermato le forniture di ricambi e l’assistenza tecnica ai velivoli in Russia.

L’Ucraina ha chiesto all’organizzazione che supervisiona il funzionamento della rete  di escludere la Russia da Internet.

Mastercard e Visa stanno sospendendo le loro operazioni in Russia. Mastercard ha fatto sapere che le sue carte emesse dalle banche russe non saranno più supportate dalla sua rete e qualsiasi carta emessa al di fuori del Paese non funzionerà nei negozi o bancomat russi. Visa ha affermato che sta lavorando con clienti e partner in Russia per cessare tutte le transazioni Visa nei prossimi giorni.

(in aggiornamento)

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