Frana di Ischia, dopo la tragedia le lacrime di coccodrillo

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Frana di Ischia, dopo la tragedia si apre il tema dell’abusivismo. Otto corpi recuperati, tra cui un neonato e due bambini, ancora dispersi da individuare, 4 i feriti, 230 gli sfollati, scuole chiuse e stato di emergenza, Ischia non ha ancora terminato la conta del dramma mentre si apre un tema per certi versi imbarazzante che dovrà pur essere affrontato prima o poi.

Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, a tale proposito ha affermato: “La normativa attuale ha bisogno di interventi concreti e qualche volta anche radicali. Sulla necessità di procedere alla firma di ordinanze per l’abbattimento di case abusive, soprattutto quelle realizzate in zone ad alto rischio, serve una dotazione finanziaria. Molto spesso i sindaci hanno difficoltà ad attivare persino i mezzi meccanici che debbono eseguire l’abbattimento. È una materia complessa e difficile. Noi non possiamo e non dobbiamo lasciare soli i primi cittadini in questa situazione“.

E in queste ore infervora la polemica sul condono e il suo legame con la frana di Ischia. Nel 2018, in parlamento, fu approvata una legge dal governo Conte, il cosiddetto “decreto Genova”, che secondo alcuni avrebbe favorito gli abusi edilizi sull’isola. Fu votato dall’allora maggioranza Conte I (Lega e M5S) ma incassò anche il voto di Fratelli d’Italia. FI si astenne, votarono contro solo PD e Leu. Il decreto conteneva innanzitutto provvedimenti per la costruzione di un nuovo ponte a Genova, dopo il crollo del ponte Morandi, ma anche alcune norme sulla ricostruzione delle case di Ischia distrutte dal terremoto dell’agosto del 2017.

La norma di cui si parla di più è l’articolo 25, che consentiva l’accesso ai fondi pubblici per la ricostruzione di migliaia di case, anche quelle risultanti da abusi edilizi a cui però non era stata ancora applicata la sanatoria per lungaggini burocratiche o ritardi nei controlli.

L’articolo, dal titolo “Definizione delle procedure di condono”, prevedeva un percorso accelerato per sanare gli abusi edilizi compiuti sulle case danneggiate o distrutte dal terremoto, di modo da permettere ai proprietari di queste case di ricevere i fondi statali per la ricostruzione. Non inseriva quindi un nuovo condono edilizio, ma prevedeva che chi avesse fatto richiesta di una sanatoria sulla base di tre precedenti condoni edilizi (uno del 1985, uno del 1994 e uno del 2003) potesse accedere ai fondi per la ricostruzione.

“Il mio no al condono mi costò l’espulsione dal Movimento 5 Stelle”. A parlare, intervistato dall’Adnkronos, è l’ex senatore pentastellato Gregorio De Falco. Dopo i tragici fatti di Ischia, l’ex esponente del M5S ricorda la contestata norma del decreto Genova del 2018 che riguardava l’isola, ovvero l’articolo 25 sulla “definizione delle procedure di condono”. Il provvedimento oggi viene rinfacciato da Italia Viva all’ex premier Giuseppe Conte, il quale nega però si sia trattato di un condono. “Conte sa benissimo che è un vero e proprio condono ex novo che richiama il condono del 1985. In diritto esiste un principio, ‘tempus regit actum’, il professor Conte non può non saperlo. Il condono del 2018 doveva essere disciplinato dalle norme del 2018. Se fosse vero quello che dice Conte, sarebbe bastato un atto amministrativo e un modellino unificato”, attacca De Falco, che proprio oggi è tornato in servizio a Napoli presso la Capitaneria di Porto. “Parlo a titolo personale”, ci tiene a precisare.

Ischia e in particolare Casamicciola sono sinonimo di rischio vulcanico, rischio sismico, rischio idrogeologico, abusivismo edilizio e uns devastazione aggravata dal disboscamento e dagli incendi ricorrenti.

Come denuncia Legambiente anche in queste ore, sono circa 600 le case abusive colpite da ordine definitivo di abbattimento sull’isola. E arrivano a 27mila le pratiche di condono presentate dagli abitanti in occasione delle tre leggi nazionali di sanatoria: 8.530 istanze a Forio, 3.506 a Casamicciola e 1.910 a Lacco Ameno. L’ultimo condono, il quarto, venne approvato dal governo “Conte” nel 2018 proprio dopo il sisma di Casamicciola.

Quindi? Non possiamo più assistere inerti a scene come quelle a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni. Non in un Paese che si definisce civile.

 

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