L’Aquila: Aeroporto dei Parchi…e quella maledetta paura di volare
di Maria Cattini – Adesso le autorizzazioni ci sono tutte. I sessanta giovani abruzzesi assunti con il finanziamento regionale “Lavorare in Abruzzo3” sono stati tutti assunti (e qualcuno già licenziato). Le compagnie aeree hanno scaldato i motori eppure, adesso che tutto è pronto, sembra che i più convinti sostenitori dell’Aeroporto dei Parchi siano stati colti da un’improvvisa paura di volare. Di voli inaugurali nessuno sembra volerne parlare più.
Il Sindaco sembrava aver chiarito ogni dubbio sulle assunzioni e la destinazione di sessanta ignoti facchini- “i soliti pettegolezzi, i soliti gufi”- e l’assessore all’aviazione del Comune dell’Aquila, la pediatra Emanuela Iorio, da mesi provava con le ostetriche le figure per le indicazioni delle uscite laterali e i percorsi di emergenza. “Dopo tutto l’aeroporto è un modo per far partorire il futuro”, aveva dichiarato all’inizio dell’estate al giornalista di Report che l’ascoltava incredulo.
Cosa avrà fatto strozzare in gola l’ultimo “evviva” alla Iorio? Perché ha smesso improvvisamente di sottolineare l’importanza di Giampaolo Arduni per questo progetto “al quale ha sempre creduto”? E cosa avrà impedito all’amministratore della Xpress, il calabrese Giuseppe Musarella, di annunciare la data ufficiale del gran ballo inaugurale del primo volo?
Tutte le più importanti autorità civili, religiose e militari avevano pronta la loro carta di imbarco per il primo volo già dal 28 settembre, quando era stata annunciata improvvidamente la data di apertura e tutta la cittadinanza era stata invitata a salutare con il cappello in mano i pochi ammessi all’esclusivo primo decollo con destinazione ignota.
Schermata 2013-09-26 alle 00.21.58L’ultimo ringraziamento ufficiale della Iorio al suo predecessore, Giampaolo Arduini, risale alla notizia dell’autorizzazione definitiva dell’Enac. Mentre il Sindaco, che a settembre si era recato di persona al Ministero per fare da garante della serietà e della credibilità della XPress, la società di Reggio Calabria aerop-iorio-ardche gestirà l’aerostazione per venti anni, ha accolto la notizia sulla sua pagina di FaceBook senza troppo entusiasmo.
Lo stesso Mario “Scappatore” Corridore (questo il suo soprannome su FaceBook), il dipendente del Comune con delega ai rapporti con l’Aeroporto, sembrava avere smesso di scappare e già provava l’ebrezza di allacciare le cinture di sicurezza.
E a proposito di dipendenti della Regione, anche Carla Mannetti ultimamente sembra più presa a seguire le complicate vicende del porto di Pescara che non quelle dello scalo aquilano, del quale è stata pur sempre una coraggiosa sostenitrice, vantando l‘esperienza di Presidente della Saga. La Mannetti ha più volte sostenuto pubblicamente che la Regione si sarebbe adoperata per facilitare l’apertura dello scalo aquilano, “importante risorsa” per il territorio aquilano. Parlava talmente da esperta che sembrava di ascoltare l’Assessore regionale ai trasporti in persona. Chissà non stia coltivando l’idea di diventarlo veramente in futuro.
E’ dal 2009 che promettono che L’Aquila potrà decollare da uno suo scalo. E con l’aeroporto- così ci hanno ripetuto infinite volte- decollerà l’economia e il turismo cittadino. Con l’apertura dell’aeroporto i turisti finalmente non avrebbero più dovuto temere lunghe file al casello in occasione dell’apertura degli impianti sciistici di Campo imperatore, in inverno, o per il corteo della Perdonanza in estate. Solo un paio di settimane per centinaia di migliaia di amanti delle nostre montagne e l’attesa sembrava finalmente finita; gli aeroporti limitrofi- ben tre in un raggio di 100km- già erano preoccupati per la spietata concorrenza del nostro scalo.
Ma allora come mai tutto questo silenzio? Chi impedisce ai nostri “eroi” di indossare la “leggera” fascia tricolore e tagliare finalmente il nastro sotto la luce dei riflettori e i flash dei fotografi? Perché, all’ultimo minuto, tutta questa maledetta paura di volare?
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