Abruzzo: Nicola Trifuoggi in politica? Partiti interessati (e no) all’ex pm
La discesa o salita nel campo del settantenne Nicola Trifuoggi agita in questi giorni le acque della politica abruzzese. Nicola Trifuoggi, già procuratore capo a Pescara, è in pensione da un anno: la notizia del suo interesse per la politica è stata diffusa da un apparentemente informato articolo del “Messaggero” di Roma.
Acquisita l’intenzione, ufficialmente non confermata, di Trifuoggi per la politica, la domanda che circola in Abruzzo è: con chi?
Il Movimento di Beppe Grillo sarebbe tentato ma non ci crede fino in fondo (pare che Casaleggio stia studiando il caso). Il Pd non lesina parole di elogio, ma non potrà scordare che Trifuoggi ha “abbattuto” prima Cantagallo, poi Del Turco e poi D’Alfonso. La sinistra di Sel non pare interessata a ripetere in piccolo l’avventura di Antonio Di Pietro o di Antonio Ingroia. A recuperare Trifuoggi potrebbero essere invece proprio questi due. Il Pdl ha spiegato con Chiodi che chi ha guidato inchieste giudiziarie sul territorio è bene che si astenga dal correre.
Per adesso la situazione è di stallo. Tutti stanno a vedere, ma la domanda di fondo è: quanti voti può portare Trifuoggi al partito che lo accoglierà?
Nicola Trifuoggi è stato il pm d’assalto che, negli ultimi anni, ha “terremotato” gli assetti istituzionali abruzzesi. Un’ecatombe per la politica di centro-sinistra. Alla sentenza per la Sanitopoli in Abruzzo era in prima fila a raccogliere i frutti della sua inchiesta: 9 anni e mezzo all’ex-governatore Ottaviano Del Turco.
A partire dal 2006, Nicola Trifuoggi è stato il protagonista assoluto del conflitto fra giustizia e politica. La giunta di Montesilvano, quarta città dell’ Abruzzo per numero di abitanti, azzerata per un patto fra imprenditori dell’edilizia e sindaco pd, Enzo Cantagallo, condannato a 5 anni. Poi la giunta regionale mandata a casa per lo scandalo della sanità.
Ottaviano Del Turco in carcere a luglio del 2008, accusato di aver preso una tangente da 5.800.000 da Enzo Angelini, imprenditore della sanità privata, anche lui condannato. Giunta azzerata, elezioni a dicembre 2008, giunta che cambia di colore con l’elezione di Gianni Chiodi, uomo di prima fila del Pdl.
Nel 2009 altro scandalo: arrestato Luciano D’Alfonso, sindaco democratico di Pescara, amico e frequentatore dell’ex-procuratore. Il processo istruito dal battagliero sostituto procuratore Gennaro Varone, si conclude con l’assoluzione piena del sindaco, a giugno di quest’anno. Trifuoggi, ormai in pensione, non si presenta alla lettura della sentenza come farà con Del Turco a luglio. Varone ricorre in appello, mentre D’Alfonso si prepara a correre per la Regione contro Chiodi e fra le perplessità di buona parte del Pd. Le primarie diranno chi sarà il vero sfidante di Chiodi, ma D’Alfonso è già in pole position.
C’è chi vede un filo di collegamento fra la candidatura di D’Alfonso e la comparsa di Trifuoggi nel teatro della politica. Spesso presente in iniziative pubbliche, Trifuoggi si trovò coinvolto nell’”incidente” del fuori-campo con Gianfranco Fini (1 dicembre 2009) dove Fini esprimeva giudizi non proprio amichevoli nei confronti di Silvio Berlusconi tirato in ballo dal pentito di mafia Gaspare Spatuzza.
La storia finì sulla stampa nazionale e non portò fortuna a Trifuoggi: la sua domanda per essere promosso alla Procura di Roma fu bocciata dal plenum Csm, pur avendo lui i titoli in ordine. Un altro “incidente” che lo portò all’onore delle cronache fu l’ acquisto di una casa da un imprenditore inquisito dalla sua Procura. Anche allora i giornali ne parlarono e lui si difese a colpi di “non sapevo” e di querele ancora in piedi (la vicenda è del novembre 2007).
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