Cialente annuncia a “Il Centro”: “Dimissioni? Vedremo devo riflettere”
di Maria Cattini – Cialente ritratta. E precisa che le dichiarazione pubblicate su Abruzzoweb: “le ho rilasciate alle 15.00, prima della manifestazione”. Ritratta e, oggi, su Il Centro conferma le indiscrezioni raccolte da giorni da laquilabog sulle sue intenzioni di ritirare le dimissioni: “vedremo devo riflettere. Devo decidere cosa è più utile per la nostra città”.
Pazienza se Zizzetto Lolli e Carlo Benedetti, Presidente del Consiglio comunale e avvocato di Cialente e Riga, abbiano spudoratamente recitato ai microfoni di Matilde Albani, con gli occhi lucidi, per l’ennesima volta la parte di chi crede ancora nelle sue dimissioni: “abbiamo parlato al telefono con lui fino a pochi minuti fa ed è intenzionato a non ritirarle”. Interviste rilasciate alle 20 di ieri sera. Dopo tutto i mille di Cialente, presenti ieri alla manifestazione, non stanno certo a dar peso a queste sottigliezze.
I mille del Pd e il “sistema” che governa la città vogliono che Cialente rimanga. Questo lo sapevamo già tutti. E anche la magra presenza di pubblico alla manifestazione di ieri, rispetto alle aspettative, conferma che i risultati di un’eventuale campagna elettorale sono tutt’altro che certi per il centro sinistra. Fare leva solo sull’inconsistenza del centro destra aquilano potrebbe non bastare.
“E se gli aquilani (i 64mila rimasti a casa) dovessero fare la pazzia di votare in massa qualche lista civica della quale non abbiamo alcun controllo?”, stanno pensando in molti.
“Il dietrofront del Ministro Trigilia sulle risorse da destinare all’Aquila nell’anno in corso, da solo non può bastare”, ha dichiarato Cialente, sempre su “il Centro” di oggi, rilasciando l’intervista dal suo rifugio segreto, dove mantiene il più assoluto silenzio stampa…ad orologeria.
Peccato che il Ministro Trigilia, in realtà non abbia fatto nessun passo indietro. Al contrario, per chiarezza, ha generosamente deciso di pubblicare sul sito del ministero, oltre alla relazione dove si evince che, fino ad oggi, sono stati stanziati per la ricostruzione dell’Aquila 12 miliardi di euro, anche il testo integrale dell’intervista rilasciata su La Stampa, quella del bancomat famoso. Proprio l’intervista che gli è costata l’accusa di essere un incompetente e uno sciacallo dal Pd aquilano (e solo aquilano).
“Il flusso di finanziamenti per la ricostruzione non si è mai interrotto e mai si interromperà.- aveva testualmente dichiarato lunedì il Ministro, al contrario di quello che oggi vorrebbero farci credere la Pezzopane e Cialente- “C’è un impegno politico di governo e il sindaco lo sa bene”, aveva aggiunto. “E’ poi vero gli ultimi stanziamenti sono limitati: 600 milioni. Ciò è innegabile, stante la situazione della finanza pubblica. Ma appunto dobbiamo distinguere: un conto è il flusso di cassa sul lungo periodo, un altro gli immobilizzi sul lungo periodo. E’ inutile chiedere miliardi, che tutti sappiano non esserci, quando poi le capacità di spenderli è sui 500 milioni all’anno. Per dirla con semplicità, non serve a nulla un enorme serbatoio carico di acqua se poi dal rubinetto passa un filo”.
Ma allora di quale passo indietro parla Cialente? Il ministro ha sempre sostenuto questa tesi. Il sindaco è solo alla disperata ricerca di un appiglio che possa giustificare il ritiro delle sue dimissioni, almeno agli occhi dei mille adoranti sostenitori provenienti da tutto l’Abruzzo. “Massimo…Massimo…Massimo” urlavano ieri, pensando di aver riempito il Colosseo.
1000 anziani- 1500 secondo i più magnanimi, 2000 per la propaganda di partito- che avevano e hanno la presunzione di rappresentare l’intera città. Comunque poco importa visto che erano meno di quanto si aspettassero. I 1000 di ieri rappresentano la claque malamente invecchiata di un “sistema” che rischia di saltare. Anche lo scarso successo dell’iniziativa di pubblicizzare la manifestazione su FaceBook, 297 adesioni su 9.000 invitati, dimostra quanto in realtà sia scarso il legame tra Cialente e la città. Invece- a buon uso di chi mi accusa di non saper contare- sempre su Facebook (da tutta Italia) soltanto 889 persone hanno messo ‘mi piace’ sulla pagina “Firma per Cialente” e per il ritiro delle sue dimissioni.
Il sindaco dell’Aquila aveva in mente solo di minacciare le dimissioni per rimettere in “riga” i suoi e il Governo. Purtroppo non si aspettava i titoloni della stampa sugli scandali dell’Aquila che lo hanno poi spinto a fare il gesto inconsulto di firmarle veramente sotto gli occhi delle telecamere dei Tg nazionali. Inoltre a Roma, esausti dall’arroganza delle delegazioni aquilane sempre pronte a pretendere senza resocontare un granché, questa volta si sono rifiutati di metterci la faccia e di assicurare l’appoggio incondizionato che Cialente pretendeva. Quello era lo scopo principale dell’ennesima sceneggiata delle dimissioni e della manifestazione di ieri. Alla fine, l’appoggio non è arrivato. Anzi, a Roma, se possibile, l’irritazione è aumentata coll’assurda pretesa della Pezzopane (renziana dell’ultima ora) di chiedere la testa del Ministro Trigilia, uomo molto stimato da Renzi.
Pazienza, Cialente se ne farà una ragione. A lui piace scherzare. Sia a sinistra che a destra, lontano dal palcoscenico, i politici aquilani sono tutti sereni: “Massimo alla fine non ci abbandonerà ad un incerto destino”. Cialente troverà una scusa più o meno plausibile per passare da colpevole a vittima, da problema a risorsa “per l’intera città” e ritirerà a breve le dimissioni assicurando a tutti loro- quel migliaio di persone che hanno risposto all’appello- un paio di anni di serena tranquillità.
E la credibilità del sindaco e di chi continua a giurare e spergiurare che le sue dimissioni sono definitive?
“Credibilità di chi?”
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