Delle critiche costruttive e delle insulsaggini

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Torno, ancora una volta e mio malgrado, sulla espressione dei giudizi, delle osservazione, dei punti di vista più o meno personali, ma, anche e soprattutto, sul senso dell’etica e del dovere.

Questa considerazione non viene da fantasiose elucubrazioni della mia coscienza, del mio modo di vedere, ma da un dato inequivocabile: dalla pura e semplice osservazione dei fatti che accadono quotidianamente attorno a noi e sulle nostre spalle, meglio ancora sulle nostre disponibilità di cassa.

Mi ha fatto piacere constatare che molti cittadini, di qualunque estrazione politica essi siano, leggano “Il Capoluogo.it”. Evidentemente lo trovano interessante, aggiornato, efficiente ed efficace. Allora, sarà bene che questi lettori sappiano che nella quotidiana rassegna stampa di Palazzo Chigi è abbastanza considerata l’edizione de “Il Capoluogot.it”. Nella stessa maniera e con la stessa puntualità è rinvenibile anche sui tavoli della Regione, della Provincia e del Comune. Prova ne sia che molti suggerimenti partiti dalle colonne di questo umile giornale sono stati attentamente analizzati, discussi con puntigliosità, sezionati in tutte le parti, ma, alla fine, tradotti in azioni concrete.

Vorrei, che una volta tanto mi sia concesso di esprimere tutta la mia soddisfazione per il lavoro svolto dal giornale e da tutti i collaboratori. Ad essi va il merito di essere stati attenti alle problematiche cittadine, alle necessità delle comunità locali, alle disattenzioni degli uomini politici, alle brutture e alle sconcezze che si sono verificate nel corso del tempo, evidenziandole con garbo, con pacatezza, con estrema professionalità e, credetemi, anche con molta sofferenza interiore. A nessuno fa piacere parlare in senso negativo del prossimo, delle istituzioni, dei rappresentanti pubblici. Il giornalismo, tra le altre cose, ha il dovere di evidenziare obiettivamente tutto ciò che si verifica ogni giorno e, purtroppo, sono più numerosi, “notevolmente”, gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi.

Anche la pubblicazione dei vostri commenti rientra in questa panoramica e, se c’è una cosa che non potete ignorare, è proprio la mia volontà e quella del giornale di pubblicare i vostri pensieri, le vostre espressioni ma non le offese gratuite e improduttive. In merito a queste ultime, ho dovuto richiamare l’attenzione di tutti sull’uso corretto dei vocaboli denigratori, sui termini poco edificanti e, soprattutto, per lo scarso, se non addirittura inesistente, rispetto verso i propri simili.

Fatte queste premesse, torniamo al “faraone”, tanto difeso e tanto amato da alcuni “fans”. La sentenza della Corte dei conti non l’ha stilata Maria Cattini, ma la “Sezione Centrale di Controllo di Legittimità sugli atti del Governo”. È ben altra cosa! Non vi pare? Allora che cosa significa appioppare alla Cattini una tessera o un’appartenenza politica? Certamente ho le mie idee politiche, guai se non l’avessi. Ma sono talmente ampie da consentirmi di pubblicare anche le vostre critiche, anche se non hanno, a volte, alcuna attinenza con il tema in esame.

Francamente, mi è sembrato strano che qualcuno abbia preso di mira il direttore de “Il Capoluogo”, anziché la “Magistratura” che tiranneggia il Presidente del consiglio dei ministri. Forse solamente perché non ha messo immediatamente a fuoco che anche la Corte dei Conti costituisce parte essenziale della “Magistratura”, anche se con competenze prevalentemente amministrative e di controllo sugli atti amministrativi del Governo.

Vorrei augurarmi che, nei prossimi interventi, i lettori cerchino di contenere le critiche sull’argomento in esame e sulle fonti che hanno emesso i provvedimenti, legittimi o illegittimi, di approvazione o di bocciatura. Se riusciamo a stare nei binari della correttezza e del reciproco rispetto, forse, possiamo sperare che questa nostra città possa tornare a volare alta sulle correnti della cultura, dell’impegno e dell’etica, altrimenti resteremo su questa quota, perché più in basso di così non si può precipitare.

Per risollevare le sorti di questo territorio tutti noi abbiamo il dovere e l’obbligo di mettere a disposizione del prossimo il nostro sapere, la nostra esperienza, le nostre capacità, la nostra intelligenza. se non lo facciamo, stiamo facendo una sola cosa: stiamo regalando, su un piatto d’argento, il Capoluogo d’Abruzzo, il Capoluogo della Cultura, il Capoluogo della Civiltà. Non sono gli altri che ci stanno spogliando. Siamo noi, solamente noi, che ci stiamo svestendo anche dei panni dell’orgoglio, buttandoli al fiume ed ignorando che queste acque scorrono in una sola direzione: verso la costa, verso il mare.

È vero tutto ciò, o è solo un brutto presagio della Cattini? Spero che, almeno questa volta, i vostri commenti siano mirati sulle tematiche che ho appena sottoposto alla vostra cortese attenzione.

Senza nessun rancore, con la massima tranquillità, voglio inviare i miei auguri di Buona Pasqua a tutti i lettori de “Il Capoluogo”, ai collaboratori della redazione, all’editore, alle autorità locali, provinciali, regionali e nazionali, all’intera cittadinanza aquilana, con particolare riguardo a quanti ancora vivono lontani dalle radici e dai propri affetti, con l’auspicio che questo evento porti tanta serenità e tanta speranza per una immediata ripresa della nostra consueta vita.

Auguri a tutti, nessuno escluso.

di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore - IlCapoluogo.it]

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