L’Aquila: Salvataggio Accademia dell’Immagine, almeno altri tre mesi per tirare a campare

academia Immagine

di Maria Cattini – Più che un clamoroso colpo di scena, un banale cavillo burocratico ha fatto tirare un sospiro di sollievo al Sindaco Cialente che guadagna almeno altri tre mesi di tempo prima che qualcuno possa porre la parola “fine” alla storia dell’Accademia dell’Immagine. Per un vizio formale, infatti, è stato revocato all’avvocato Luca Bruno l’incarico di commissario liquidatore, impedendogli di fatto di agire in base alle severe conclusioni della sua relazione che prevedeva la liquidazione, se non la dichiarazione di fallimento dell’Istituto.

L’avvocato Bruno, che negli ultimi tre mesi aveva lavorato per ricostruire la situazione patrimoniale dell’Ente di formazione aquilano, ha comunque informato i soci che porterà le carte in Tribunale lasciando che sia un giudice a stabilire quale delle tre opzioni sarà la più conveniente: nominare un presidente e reintegrare il consiglio d’amministrazione, salvando l’ente; nominare un nuovo liquidatore o dichiarare direttamente il fallimento.

Malgrado il Sindaco Cialente avesse pronta la clausola di salvataggio in tasca, questo pomeriggio aveva mostrato il suo volto più feroce presentandosi furente a palazzo Silone, sede della riunione dove lo attendevano, oltre all’avvocato Bruno, il presidente dell’istituto Lanterna Magica, Carlo Di Stanislao e l’assessore provinciale Giuseppe Tiberio. Assente il Presidente della Regione Gianni Chiodi, sostituito dal coordinatore della Struttura segreteria, Massimo Di Alessandro. Cialente non aveva proprio gradito le conclusioni del commissario liquidatore, insistendo che l’Accademia dell’Immagine, prima del terremoto, era in ottima salute e sfornava decine di talenti cinematografici ogni anno. Ovviamente, oltre che la relazione di Bruno, le cronache precedenti all’aprile del 2009 testimoniano una realtà ben diversa. Ma per il Sindaco, si sa, questi sono solo noiosi dettagli. “Un complotto ordito contro L’Aquila”, continua a sostenere. Sia per il sindaco che per Di Stanislao basterebbe mettere in vendita lo stabile che ospita l’Accademia- di proprietà dell’ente ma con il mutuo pagato dalla Regione- per risolvere tutti i problemi dei creditori. Già, ma poi con quali soldi si pagherebbe l’affitto dei locali? Con un nuovo contributo straordinario della Regione? E chi assicura tempi e guadagni dell’operazione?

Domande alle quali nessuno per il momento riesce a fornire risposte credibili.

In pratica, Cialente sta giocando solo una battaglia contro il tempo. Con la decisione di rimandare ogni decisione ad un giudice, si sta sperando di arrivare fino alle prossime elezioni. Per questo non sorprende il tempestivo appello di oggi della senatrice Stefania Pezzopane che pretende elezioni regionali al più presto possibile. Se dovesse vincere il centro sinistra, il Sindaco e la Senatrice sono certi che la Regione non avrà difficoltà a lanciare una ciambella di salvataggio per sanare ancora una volta i debiti dell’Accademia dell’Immagine.

Ma anche in questo caso ci sono due incognite irrisolte: la prima riguarda la certezza affatto certa che le povere casse della Regione possano accollarsi un debito del genere, senza peraltro scatenare una rivolta di tutte le altre associazioni e realtà culturali abruzzesi. Anche per i politici corrotti sono finiti i tempi che se ne andavano in giro in Porche Cayenne con 100mila euro in contanti nascosti in una valigia. I presunti pizzi di 1.250 euro che hanno portato proprio l’altro giorno all’arresto dell’Assessore De Fanis dovrebbero essere la prova del nove di quante povere siano le risorse economiche per la cultura. Ma anche se il doppio miracolo dovesse accadere- quello di arrivare a tirare a campare fino alle prossime elezioni e che la Regione trovi i soldi per ripianare i debiti- rimane la grande incognita del futuro stesso dell’Accademia: dove troverà i finanziamenti per far ripartire in maniera credibile le attività?

Viene il sospetto che tutto questo interesse del Sindaco per impedire il fallimento dell’Istituto aquilano, serva solo a salvare qualche importante protagonista di questa brutta storia da eventuali coinvolgimenti e responsabilità personali nel caso di una dichiarazione di fallimento. Ma, come sempre, è solo un sospetto.

Torna in alto