(Legge) Mancia che ti passa: rigor Montis frega Alfano

camera deputati

di Maria Cattini – E’ di qualche ora fa la notizia pubblicata su Dagospia del trambusto causato da una disposizione del Ministero dell’Economia che renderebbe la cosiddetta  legge Mancia, che destina un bel po’ di euro ad ogni singolo parlamentare, che può utilizzare questo denaro nella massima discrezionalità ed in completa assenza di trasparenza, efficienza e controllo, un po’ meno “all’acqua di rose”.
Ricordiamo che la “legge Mancia” viene istituita nel 2003, poi abolita per un anno dal Governo Prodi, per poi essere reintrodotta dallo stesso Tremonti nel 2009 sotto il nome di “Fondo per la tutela dell’ambiente e per la promozione del territorio”. Si tratta di un atto parlamentare attraverso il quale i deputati ed i senatori di tutti i partiti, per mezzo di una risoluzione bi-partisan approvata in “sordina” dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, dispongono il finanziamento di interventi da realizzare sui collegi di loro appartenenza. In sostanza una lista di beneficiari, con tanto di indicazione del quantum da destinare, rispetto alla quale il Ministero dell’Economia è vincolato all’erogazione senza neanche poter entrare nel merito. Almeno fino a qualche settimana fa.
Come riferisce Dagospia, qualcosa è cambiato. Certo, a destra e a sinistra, iniziano a tremare… anche a L’Aquila.

Finanziamenti a pioggia? No, pioggia di guai. La “legge mancia” col trucco di Rigor Montis fa tremare i partiti: ci vuole una rendicontazione dettagliatissima, pena la restituzione dei fondi ricevuti per “spese nei collegi di provenienza” – Carrozzoni in allarme: c’è pure la retroattività!…

Altro che legge Mancia. Quando gli amici degli amici pensavano di essersi intascati senza troppi pensieri e giustificativi di spesa i finanziamenti della legge, che stanzia 70 milioni l’anno per le spese degli eletti nei collegi di provenienza (gestiti alla Camera fino a poche settimane fa con poteri assoluti dal badante di Angelino Jolie Alfano, il compaesano siculo Giuseppe Marinello) ecco che Rigor Montis ha giocato l’ultimo scherzetto.

Il 27 febbraio dal Ministero dell’Economia è partita una letterina che sta arrivando in queste ore “a tutti gli enti pubblici e privati beneficiari dei contributi” firmata dal Ragioniere Generale dello Stato, protocollo 13825, che riguarda “Nuove modalità di certificazione sull’utilizzo dei contributi statali assegnati”.

In pratica, mentre prima arrivavano i soldi e tanti saluti a tutti su come e dove venivano spesi, ora con effetto retroattivo per tutti gli anni dal 2008 in poi, in cui si sono intascati i finanziamenti, vanno indicati i singoli fornitori, gli importi, le date di liquidazione, le opere effettivamente realizzate e la piena corrispondenza con le opere per le quali si erano richiesti i soldi.

Il tutto va trasmesso alle prefetture, pena restituzione dei fondi. Pare che più di qualcuno passi le giornate aggrappato al telefonino per chiedere aiuto ai parlamentari che avevano garantito le elargizioni…

Torna in alto