A Nicea, dove tutto cominciò. E da dove Leone XIV ha deciso di ricominciare.

Un viaggio, mille anni. O forse di più. Papa Leone XIV ha scelto di partire da Nicea, un nome che oggi dice poco ma che nel 325 dopo Cristo fu il centro del mondo. Perché lì si discusse — e si decise — niente meno che la vera natura di Cristo. Uomo? Dio? Entrambi?
Chiunque pensi che i concili siano noiosi dovrebbe leggere La scommessa di Costantino, il libro di Gian Guido Vecchi e Giovanni Maria Vian. Altro che trattato per teologi: è una cronaca appassionante di quella che fu una vera e propria sfida di visioni. Una lotta di parole, di potere, di fede.
Nicea — l’attuale İznik in Turchia — fu teatro di un confronto durissimo: da una parte i sostenitori dell’ortodossia, dall’altra le tesi di Ario, prete libico, secondo cui Gesù non poteva essere della stessa sostanza del Padre. Una posizione che, nonostante la sua apparente marginalità, si era fatta largo in più di un ambiente ecclesiastico.
Costantino, imperatore romano e geniale stratega, non era nemmeno battezzato quando decise di convocare il Concilio. Ma aveva capito che, se voleva una fede che tenesse insieme l’Impero, bisognava mettere nero su bianco chi fosse quel Cristo che si voleva adorare. Lo fece da laico, ma con l’autorità del pontifex maximus. E lo fece convocando i vescovi, presiedendo le sessioni e – in qualche modo – indirizzandone le conclusioni.
Alla fine, prevalse la linea che oggi troviamo nel Credo niceno: Gesù “Dio vero da Dio vero”, “generato, non creato”, “della stessa sostanza del Padre”. Il celebre homoousion, che in italiano diventa “consustanziale”, nacque allora. Con un colpo di genio teologico e politico insieme.
Ma non fu solo questione di dogmi. Nicea fu anche il luogo in cui si stabilì una data unica per la Pasqua, si consolidò il ruolo di Maria, e si diede una forma a una fede ancora giovane. Un laboratorio di futuro, più che un processo a tesi eretiche.
La scelta di Leone XIV non è solo simbolica. È un messaggio forte: tornare là dove tutto ebbe inizio per capire meglio chi siamo, oggi. E forse anche per decidere chi vogliamo essere, domani.
La scommessa di Costantino
di Gian Guido Vecchi e Giovanni Maria Vian
Mondadori, 180 pagine, 20 euro