Povertà, cosa vogliono i fare i partiti per combatterla?

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Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, che fa riferimento al 2021, in Italia ci sono 1,9 milioni di famiglie e 5,6 milioni di individui che vivono in condizione di povertà assoluta, ovvero che non si possono permettere le spese minime per condurre una vita accettabile basandosi su un paniere di beni considerati essenziali dall’ente.

Fiopsd, la rete italiana dei senza fissa manda una lettera aperta ai partiti: «Se vincete - è la domanda contenuta della lettera - cosa farete per noi?». E cosa propongono i partiti per combattere la povertà:

✔️Centrodestra:
▪️ aumento dell’assegno unico e universale;
▪️agevolazioni per l’accesso al mutuo per l'acquisto della prima casa per le giovani coppie;
▪️sostituzione dell'attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro;
▪️innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità, ma non è chiaro di quanto e come si intenda finanziarle;
▪️maggiori tutele in favore dei lavoratori fragili, immunodepressi e con disabilità grave.

✔️PD:
▪️un salario minimo contrattuale legale di 9 euro lordi orari nei settori a più alta incidenza di povertà relativa;
▪️completamento del reddito di cittadinanza con un nuovo meccanismo di integrazione pubblica alla retribuzione in favore dei lavoratori e delle lavoratrici a basso reddito;
▪️la creazione di 500mila alloggi popolari nei prossimi dieci anni tramite interventi di rigenerazione urbana;
▪️miglioramento dell’assegno unico e universale;
▪️combattere la povertà alimentare, specialmente tra i più piccoli: questi, mense gratuite, filiere alimentari più efficienti e redistribuzione dei prodotti a rischio spreco;
▪️una grossa sezione è infine dedicata alla parità salariale tra uomini e donne, che è diventata legge nel 2021.

✔️Italia Viva e Azione:
▪️un salario minimo, a cui non venga data un valore monetario specifico ma che garantisca “a tutti i lavoratori una retribuzione dignitosa;
▪️riformare il reddito di cittadinanza: si propone quindi di togliere il sussidio dopo il primo di un’offerta di lavoro congrua e che ci sia un limite temporale di due anni per trovare un’occupazione;
▪️aiuti alimentari: potenziare e stabilizzare le risorse del fondo aiuti alimentari nato per sostenere i comparti agricoli in crisi e le attività del terzo settore impegnate sul fronte della povertà alimentare.

✔️M5S:
▪️un salario minimo di nove euro lordi l’ora “per dire stop alle paghe da fame e dare dignità ai lavoratori che oggi percepiscono di meno” e di abolizione di stage e tirocini gratuiti, definiti “strumento di sfruttamento della manodopera”;
▪️rafforzamento del reddito di cittadinanza;
▪️una cessione di crediti fiscali strutturale che metta a disposizione delle famiglie “ingente liquidità” e dia accesso a diverse agevolazioni;
▪️viene infine dato spazio alla parità salariale tra uomini e donne; il movimento pone come obiettivo “per fare in modo che di fronte alle stesse qualifiche e alle stesse mansioni le donne abbiano una retribuzione reale non inferiore a quella degli uomini”.

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