Recensioni false, addio, arrivano le multe
Recensioni false, addio: Amazon ha portato in tribunale due dei più grandi siti di commenti fasulli, nel tentativo di stroncare un mercato che danneggia tanto gli utenti quanto le piattaforme di e-commerce. I due siti web procuravano ai venditori delle recensioni estremamente positive, ovviamente “prezzolate”, ottenute tramite l’invio di scatole vuote, la fornitura di foto “montate ad arte” e altre pratiche scorrette. Colpiti anche altri e-commerce come Etsy ed eBay.
Recensioni in vendita
Su queste piattaforme i revisori sfogliano una gamma di prodotti, quindi seguono un link per acquistarne uno in modo da apparire come un “acquirente verificato”, quindi insospettabile. I siti vendono commenti positivi ai venditori a un tariffario abbordabile – tra i 5 e i 20 euro l’una – e vendono anche i voti alle recensioni, che in quanto “utili” influiscono sull’ordine predefinito in cui le recensioni vengono visualizzate, conferendo a quelle utili maggiore rilevanza.
Esercito di falsi recensori
Nel 2020, Amazon dichiara di aver bloccato più di 200 milioni di sospetti commenti falsi prima che fossero viste da un cliente e intrapreso questa azione legale a seguito di un’indagine approfondita su questi siti, che nel complesso sostengono di avere più di 900mila membri disposti a scrivere recensioni false. Questi soggetti cercano di nascondere la propria attività e di eludere i tentativi di rilevamento.
Task force anti abusi
In Amazon sono più di 10mila i dipendenti che, nel mondo, sono incaricati di proteggere lo store dalle frodi e dagli abusi, comprese le recensioni false. Riceve più di 30 milioni di recensioni alla settimana, e si avvale anche di sistemi di apprendimento automatico o machine learning in grado di bloccare la maggior parte delle recensioni abusive prima che vengano pubblicate. Nel 2021 ha segnalato più di 16mila gruppi abusivi a social media come Facebook, Twitter e Instagram, portando alla chiusura di gruppi con un totale di oltre 11 milioni di membri.
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