Sentenza Grandi Rischi: Siamo tutti potenziali vittime di terremoti, terrorismo e dei soliti cialtroni

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“C’è una responsabilità enorme delle pubbliche autorità che hanno la gestione del territorio”: lo dice il sismologo Giulio Selvaggi, commentando la sentenza della Cassazione che ha confermato la sua assoluzione e quella degli altri ricercatori della commissione Grandi rischi. Selvaggi, con la coscienza appena lavata dalla sentenza che ne sancisce definitivamente l’assoluzione, può finalmente puntare l’indice contro le pubbliche autorità locali. Per intenderci, molte delle autorità che ancora oggi ci governano. Per Selvaggi, il terremoto dell’Aquila che causò 309 vittime “è una lezione importante perché dobbiamo essere preparati al prossimo terremoto” e questo “significa sapere che il luogo in cui si vive è sicuro e sapere che cosa fare in caso di emergenza, come qualsiasi Paese a rischio sismico insegna ai propri cittadini”.

Una lezione per prepararsi al prossimo terremoto ma che, si spera, potrebbe essere utile anche davanti alla nuova e attuale minaccia del terrorismo. Sì perché, a guardar bene, come con il terremoto, un attacco terroristico non si può pronosticare con esattezza. Nessuno sa dire quando, dove e come avverrà: l’unica vera certezza degli attacchi terroristici è che prima o poi colpiranno ancora. E noi non possiamo far altro che prepararci al meglio, pur sapendo di essere amministrati da molti politici che spiccano solo per cialtroneria. Se ci fosse bisogno di un’ulteriore conferma del livello di approssimazione e improvvisazione che ancora contraddistingue i nostri amministratori, basta prendere, per esempio, la reazione a “il cretino digitale” che ha mandato in panico ieri a Roma migliaia di studenti raggiunti da un messaggio vocale che avvertiva di aver saputo, da fonti del Ministero dell’Interno, di un probabile attacco terroristico alla capitale per venerdì sera. Prima di sapere che la voce del “cretino digitale” era in realtà semplicemente quella di una mamma, evidentemente troppo ansiosa, che cercava di far desistere la propria figlia dall’uscire questo week end, e questa ha poi inopinatamente inoltrato il messaggio ai propri amici trasformandolo in messaggio virale, ecco che la massima “pubblica autorità” italiana, il primo ministro Matteo Renzi, ha pensato di rispondere alla stupidità con la stupidità, inoltrando egli stesso- udite udite- via WhatsApp un messaggio in viva voce per rassicurare tutti che si trattava di una bufala e di stare tranquilli e di continuare tranquillamente a uscire, a mangiare nei ristoranti e che egli stesso avrebbe denunciato per procurato allarme “il cretino digitale”.

A parte le analogie con ciò che accadde a L’Aquila con gli allarmi lanciati dal tecnico Gianfranco Giuliani (poi sfortunatamente rivelatisi, non sappiamo se per caso o per scienza, corretti), può bastare un messaggio di Renzi che minaccia di denunciare una mamma troppo apprensiva via Whatsapp a farci sentire tutti più sicuri dal terrorismo dell’Isis?

Se all’Aquila dobbiamo sentirci sicuri nelle mani di chi confonde una discarica abusiva per un aeroporto, a Roma la situazione non è certamente migliore. Secondo quanto riportato oggi da “Il Fatto Quotidiano”, nella capitale infatti non esisterebbe ancora un piano di mobilità, e quindi di evacuazione, in caso di attacchi terroristici nella Metro (sempre che funzioni la Metro il giorno pianificato per l’attacco); il Comune romano non ha dato alcuna indicazione specifica al personale (per la gioia di tutti gli aspiranti precari della solita emergenza a babbo morto); e, cosa ancora più terrorizzante, gli ospedali della Capitale non sarebbero in condizione di rispettare il protocollo per le emergenze.

Nella dura realtà, per quanto riguarda fronteggiare il rischio di un terremoto geofisico o umano- come lo può essere qualsiasi vigliacco sociopatico che decida di imbracciare un fucile all’interno di una scuola americana, per le strade di Parigi o nei pressi del Vaticano- andare nel panico può aiutare quanto masticare un chewing gum per risolvere una equazione algebrica. Sicuramente più utile sarebbe preoccuparsi di cominciare a scegliere una classe politica più adeguata e responsabile, che non eccella solo nel raccattare voti e parlare allo stomaco dei cittadini. Come sarebbe più utile utilizzare della vera meritocrazia per selezionare i nostri esperti scientifici e militari, che dovrebbero essere pagati non solo per teorizzare su i post tragedia ma, ci si auspica, per prevenire, combattere e gestire al meglio eventuali situazioni disastrose. Altrimenti, per buona pace di Selvaggi, l’unica lezione che rimarrà  della sentenza di assoluzione della “Commissione Grandi rischi” è che siamo tutti potenziali vittime di terremoti, terrorismo e dei soliti cialtroni e che, davanti a qualsiasi minaccia, possiamo fare ben poco se non tornare a dare retta alle saggezza delle nonne o ai messaggi via Whatsapp di mamme troppo apprensive. Per le eventuali nuove sciagure, dovremmo accontentarci si essere ripagati solo dalle interminabili parate televisive dei soliti noti che promettono a tutti di #staresereni finché rimarranno loro vivi, vegeti e ben pagati a governarci.

Laquilablog.it, 22 novembre 2015

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