Usa: le troppe verità sull’omicidio dell’Ambasciatore in Libia

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di Maria Cattini, Linkiesta Sono passati cinque giorni dall’assassinio dell’Ambasciatore statunitense in Libia, Christopher Stevens e, faticosamente, i particolari del suo omicidio stanno venendo a galla.
Una sola o più versioni della verità?
La prima versione dell’accaduto parla della morte per soffocamento dal fumo provocato dall’incendio appiccato dai dimostranti, poi era stato detto che invece Stevens e la sua scorta erano morti all’interno del SUV blindato che era stato centrato da due razzi RGP e che la folla inferocita aveva preso l’ambasciatore, probabilmente ancora vivo, e trascinato a forza per le strade, colpendolo ripetutamente con calci e oggetti contundenti. Oggi si parla di sodomizzazione. Forse iniziano ad essere troppo tre versioni dello stesso fatto in così poco tempo.
Ma vediamo la sequenza delle notizie del 12 settembre 2012:
Ore 7,20 Bengasi, ucciso un funzionario americano - Un funzionario americano è stato ucciso e un altro ferito in un violento attacco al consolato americano a Bengasi, in Libia; un attacco scatenato da un film ritenuto offensivo contro l'Islam.
Ore 9.00 Attaccate missioni Usa al Cairo e in Libia, morto un funzionario -Manifestanti in Egitto e Libia hanno attaccato nella serata dell'11 settembre le missioni diplomatiche Usa, in scontri che hanno provocato la morte di un funzionario americano al consolato di Bengasi. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in un comunicato, ha confermato la morte del diplomatico americano, che non è stato identificato.
Ore 11.00 Al Jazeera: "Morti ambasciatore Usa e 3 funzionari" - Nell'attacco di ieri sera al consolato Usa di Bengasi, in Libia, sarebbero morti l'ambasciatore americano e tre funzionari della sede diplomatica. E' quanto sostiene la tv satellitare araba al-Jazeera.
Ore 11.40 Al-Jazeera: "Ambasciatore morto per asfissia" - Secondo al Jazeera il diplomatico sarebbe morto per asfissia a causa di un incendio scoppiato nella sede del consolato di Bangasi e spiega che il diplomatico si trovava a Bengasi per una breve visita. Oltre a lui sono morte altre tre persone, tra i quali due uomini della sicurezza, anche loro cittadini Usa, che accompagnavano Stevens da Tripoli. Un quarto morto e' un impiegato del consolato, la cui nazionalità al momento non è chiara.
Ore 12,14  - Secondo l'agenzia Reuters, che cita una fonte libica, l'ambasciatore e tre cittadini americani stavano viaggiando in auto per trovare un luogo più sicuro dopo l'assalto notturno al consolato quando il loro mezzo è stato centrato da un razzo.
Ore 16.15 - Due dei quattro americani uccisi a Bengasi sono morti in una sparatoria avvenuta in una casa considerata sicura dove era stato trasferito lo staff del consolato dopo l'assalto.
Secondo il sito The examiner, l’ambasciatore Stevens, prima di essere ucciso, è stato sodomizzato con un coltello e con un palo e a conferma il The Washington Times aveva pubblicato su Youtube un filmato che riprendeva la scena, filmato poi oscurato.

The Washington Times ha citato come fonte l'agenzia di stampa libanese Tayyar.org che, riportando come fonte l’AFP (Agence France-Presse), dichiara che ambasciatore degli Stati Uniti in Libia Christopher Stevens sarebbe stato sodomizzato prima di essere stato ucciso dagli uomini che hanno attaccato il consolato americano di Bengasi.
Ma in un aggiornamento dell’ultima ora AFP smentisce di essere la fonte della notizia sulla sodomizzazione dell’ambasciatore.
The AFP has sent out the following statement:

Greetings, Concerning your query on the report published by a Lebanese website according to which ambassador Stevens was sodomized. That report falsely quoted our news agency and has no truth whatsover to it. AFP promptly sent a strongly worded complaint to that website and they removed the report and published a denial, saying that AFP did not report such a thing.

Ora una cosa è certa. Dal rapporto del Dipartimento di Stato americano non è chiaro se l'ambasciatore americano in Libia, Christopher Stevens, fosse in auto o al consolato al momento della rivolta anti-Usa né cosa sia successo fino al momento del suo ritrovamento in Ospedale a Bengasi parecchie ore dopo. Tutte le risposte sono rimandate all’esito dell’autopsia i cui tempi non sono stati determinati.

“Non siamo stati in grado di individuare l'ambasciatore Stevens per molte, molte ore. Siamo stati poi informati da alcuni dei nostri contatti libici che hanno capito che era stato portato in un ospedale di Bengasi. Non abbiamo alcuna informazione definitiva sulle cause precise della morte. C'erano pochissime guardie lì.

E’ vero che la diplomazia Usa si trova a dover affrontare una situazione di crisi in un momento molto delicato per la campagna elettorale di Obama, ma sarebbe alquanto “inquietante” il tentativo di nascondere lo “stupro diplomatico”, se c’è stato, tanto quanto mitigare l’imbarazzo per una sicurezza tanto ostentata e un’attività di intelligence che non è stata all’altezza.
L’America oggi non è né più forte e né più sicura dall’11 settembre 2001, così come non lo sono i suoi alleati. L’attentato di Bengasi e le successive ripercussioni nel Mondo Arabo potrebbero essere solo un aperitivo di ciò che potrebbe accadere in Siria e in tutto il Medio Oriente.

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