La ricerca della trasparenza
L’unica nota positiva di questo terremoto dovrebbe essere la solidarietà e l’Italia, nel momento del bisogno, si riscopre tempestivamente pronta a dare il suo contributo.
La sensazione è di quasi imbarazzo nello scrivere qui, oggi, dopo aver passato il pomeriggio ad aggiornare il report di Abruzzo Operazione Trasparenza. L’iniziativa lanciata ormai due mesi fa, è arrivata al secondo step con tanta fatica e buona volontà di chi ci lavora credendoci davvero.
Nel corso della mia ricerca mi imbatto ormai abitualmente in avvisi di false donazioni, truffe, phishing, segnalazioni ma non c’è da meravigliarsi perché, da che mondo è mondo, gli sciacalli ci sono sempre stati. Il problema è un altro. La cosa che mi lascia una certa inquietudine mentre scorro le cifre che si vanno a sommare a quelle già presenti è che la “trasparenza” tanto declamata ed evocata come valore assoluto e indefettibile, in realtà è troppo spesso solo una parola vuota e d’effetto. La trasparenza è un dovere morale e sociale, una volta invocata và osservata e basta, nessun alibi, nessuna attenuante. Trasparenza non può essere solo il titolo di un fatuo slogan illusorio, come purtroppo la palese assenza di coinvolgimento di alcune istituzioni ed enti sembra esserne la riprova.
Infatti, per quanto possa sembrare assurdo, è proprio l’assordante silenzio delle istituzioni che contribuisce a creare un contesto confuso e disordinato. Banche, Enti locali, Fondazioni. Associazioni. Sono proprio loro le prime a non sentire (o a non voler sentire) la necessità di rendicontare la loro raccolta fondi o le iniziative intraprese a favore delle popolazioni colpite dal sisma.
Purtroppo sono ben pochi gli esempi “trasparenti” di questa sfida sull’Operazione Trasparenza Abruzzese che abbiamo voluto intraprendere. In primis il Dipartimento di Protezione Civile che al primo step ha voluto conoscere i termini dell’iniziativa collaborando fattivamente ad una comunicazione più chiara delle somme raccolte e oggi pubblica sul suo sito l’estratto aggiornato degli importi raccolti.
Ci sono poi siti che puntualmente aggiornano quotidianamente le cifre con meticolosità e tempestività come la raccolta “Un aiuto subito” (sito Rcs), Trulli per l’Abruzzo, L’Aquila Young, il Banco Alimentare, Sky per l’Abruzzo, Genitori si diventa, Media Friends, l’AVIS e pochi altri.
Inoltre c’è la singolare lamentela di chi recrimina che i soldi raccolti in una partita di calcio per beneficenza del 21 aprile ancora non abbiano trovato una destinazione e siano fermi al mittente.
Non sono fintiti qui. Tanti altri, la maggioranza, non ha risposto. Per mancanza di tempo, volontà, o fiducia nell’iniziativa, ma forse, a questo punto, anche per mancanza di trasparenza, arriviamo a malignare.
Siti che aprono raccolte fondi pro Abruzzo ma che è impossibile contattare per mancanza di email, telefono o altro. Referenti contattati per iscritto più volte che hanno cestinato la missiva o l’hanno persa nei meandri delle scartoffie burocratiche.
E il malcontento tra la popolazione riguarda anche la mancanza di trasparenza nella raccolta e gestione di questi fondi, siano essi grandi raccolte o piccoli introiti dovuti a manifestazioni benefiche.
Inquietante quanto paradossale il fatto che i grandi assenti dell’ operazione, siano proprio coloro su cui poggia, o meglio dovrebbe poggiare, la ricostruzione. In tale situazione di emergenza, l’atteggiamento di Comune, Provincia, Regione, Università non è altro che d’ostacolo. Rallenta invece che velocizzare, confonde invece di chiarire, nasconde invece di mostrare. E’ come avere un elefante in casa, lo si può ignorare, ma finchè non lo si caccia, rimane sempre lì, ingombrante, davanti ai nostri occhi.
La presunzione forse è troppa, ma finchè ci sarà quest’elefante ad offuscare la nostra visuale verso un orizzonte di certezze e trasparenza, le nostre ambizioni di un’immediata ripresa sono purtroppo destinate a diventare solo ingenue illusioni.
di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore - IlCapoluogo.it]
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