Aperta la corsa alla poltrona provinciale
Che strano! La vituperata Provincia assume, sempre più, l’aspetto di terra di conquista, sebbene diversi Governi, in modo del tutto trasversale, abbiano inutilmente tentato di sopprimere questo glorioso Ente che, nel bene e nel male, ha contribuito a scrivere la storia del Paese negli ultimi cento anni.
Comunque, sebbene poste in condizioni prettamente asfittiche, le Province continuano ad esistere e, secondo me, continueranno ad esistere perché dotate di maggiori esperienze amministrative. Esse hanno saputo gestire ed amministrare le risorse pubbliche con oculatezza e razionalità, sia nei periodi di magra, sia in quelli di abbondanza di disponibilità finanziaria. Prova ne sia la fitta rete della viabilità sia in ambito regionale, che in quello nazionale.
La nuova campagna elettorale non è più una estenuante maratona, come ai vecchi tempi, nel corso della quale i vari candidati dei Collegi Uninominali battevano a tappeto il territorio di propria competenza giuridica. Oggi, il candidato Presidente esce da una travagliata gestazione di una brevità oltremodo assurda, proprio come in questi giorni.
Le coalizioni più attente hanno iniziato a gettare le basi da diversi mesi. I candidati, o i riconfermati, sono stati presenti sul territorio con una presenza continua e costante. Hanno saputo approfittare di momenti favorevoli, anche in circostanze catastrofiche, per lanciare messaggi di solidarietà, di sostegno morale, di rinascita e ripresa delle attività sociali e produttive, esaltando, anche, la puntualità degli interventi di natura istituzionale.
Altri, invece, hanno covato sotto la cenere le speranze e le aspirazioni per una eventuale candidatura. Hanno ritenuto di spiccare il volo all’improvviso, proprio come l’Araba Fenice. Per molti, però, questo volo non verrà mai intrapreso. Azioni trasversali, spesso, hanno arroventato eccessivamente le ceneri, bruciando le ali dei potenziali candidati.
Qualche “emerito” ha tentato di lanciare nell’aria le note della “autocandidatura”. Sembra, però, che le stesse non siano state ascoltate da nessuno, perché ritenute troppo stonate.
In altri ambienti, sono stati scomodati i maghi della politica locale, sono stati messi in atto riti magici per individuare le intelligenze della politica provinciale. I risultati sono stati abbastanza deludenti.
Dal cilindro dei vari prestigiatori regionali escono, all’improvviso, candidature di elementi mai visti, mai sentiti sulla scena della politica provinciale. Alcune di esse vengono proposte con il fermo proposito di farle bruciare attraverso gli scarsi consensi dei soli aderenti ai vari club di coalizione. In questi casi la pubblica opinione, quella che dovrebbe effettivamente esprimere i consensi elettorali, non viene tenuta nella minima considerazione.
Vengono, addirittura, scomodati strettissimi parenti di rappresentanti politici nazionali con la speranza che, quasi per incanto, essi possano acquisire, per induzione, meriti e requisiti dei parenti più noti, anche se, nella realtà, non hanno la benché minima cognizione della gestione amministrativa di un Ente Locale.
È iniziato poi, da qualche tempo, il sommerso lavorio delle manifestazioni di fedele sudditanza ai vari big che dovrebbero contare nella scelta delle candidature provinciali. La candidatura da contrapporre al candidato di centrosinistra uscirà dalla sfera magica che il “mago” della politica italiana sta accarezzando e guardando con molta attenzione. A fine mese, precisamente il 28, uscirà il responso, con l’indicazione del candidato di centrodestra che dovrebbe galvanizzare, polarizzare ed infiammare l’animo degli elettori che, allo stato dei fatti e delle traversie del terremoto, appare quanto mai spento e fortemente deluso.
Aspettiamo con ansia l’indicazione di tutti i candidati, con la speranza che, almeno questa volta, la montagna non partorisca i soliti “topolini”.
di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore - IlCapoluogo.it]
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