L’Aquila, i viaggi della speranza: la Cina è vicina

Comune

di Maria Cattini – Da alcuni giorni ci veniva segnalato un misterioso viaggio in Cina di una delegazione aquilana capitanata dal vice sindaco Roberto Riga, finalmente libero di muoversi essendosi tolto la noiosa delega alla Protezione Civile.

Pensavamo fosse cosa semplice verificare la notizia, ma niente: al Comune nessuno sapeva darci informazioni. Solo segnalazioni di dipendenti misteriosamente scomparsi da alcuni giorni. Nessuna delibera, nessun comunicato stampa che aiutasse a capire le finalità di questo misterioso viaggio nel Sol Levante. Roba da Mata Hari più che da semplici blogger.

Alla fine, per risolvere l’enigma, non c’è rimasto che porre direttamente a Massimo “velocissimo” Cialente alcune semplici ma precise domande sul suo wall di FaceBook. E il Sindaco, velocissimo appunto, ci ha risposto così.

1) E’ vero che il Comune dell’Aquila è in missione istituzionale in Cina con assessori, consiglieri e funzionari (cinque persone)?

Il comune dell’Aquila ha inviato una delegazione ufficiale composta dal vice Sindaco e dal consigliere con delega ai rapporti internazionali e gemellaggi con l’addetta stampa ed alle relazioni internazionali Santoro. Della delegazione ufficiale fanno parte anche il Direttore della Cna provinciale e vice Presidente della Camera di Commercio Del RE ed il responsabile attività industriali della Cna Calvisi, titolare della azienda “Dolci Aveia”.

1) Il bilancio di questo viaggio è da considerarsi positivo?“

La visita avviene a valle di una serie di scambi ed informazioni con alcuni imprenditori abruzzesi ed importatori cinesi. La delegazione si è recata per capire quali tipi di prodotti delle nostre aziende industriali o artigianali potrebbero trovare un interessante spazio in quell’enorme mercato. In particolare pensiamo di poter puntare sul settore alimentare e dolciario. Uno dei problemi che stiamo riscontrando è che a fronte di una potenziale domanda altissima, potremmo non avere una capacità di offerta sufficiente. Ad esempio, tanto per capire, nel prossimo anno la Cina richiede di importare due miliardi di bottiglie di vino. E’ un mercato nel quale l’Italia stenta, nei confronti della California ed Australia.

Meno male, pensavamo non avessimo abbastanza pecore per soddisfare il mercato cinese. Effettivamente, la scarsa produzione di vino è un grosso problema per i viticoltori aquilani, per risolvere il quale qualcuno aveva già pensato di trasformare in vigna la pineta di Roio. Ma pare che il vice Sindaco abbia bocciato l’idea sul nascere: troppo faticosa la vendemmia in salita. Clamorosa, invece, la rivelazione del Sindaco che, a differenza delle teorie dei più blasonati economisti internazionali, la crisi economica italiana e aquilana dipenderebbero più da una crisi di offerta che dalla scarsa domanda dei nostri prodotti. In questo senso, non abbiamo dubbi sulle valide conoscenze di macro economia del vice Sindaco Riga, il quale  saprà sicuramente studiare un’egregia soluzione al problema e rendere la Cina più vicina che mai a L’Aquila e agli aquilani.

3) Quanti lanci di agenzia, comunicati, uscite sulla stampa e tweet sono stati fatti? Quanti contratti di collaborazione porterà a casa? Quanto è costata questa missione?

“Per ora la missione non è costata nulla”, ha risposto il sindaco sempre via fb.

“Le altre domande le vedremo alla fine della visita. Gli euro che ritorneranno saranno legati all’interesse dei nostri imprenditori ad approfittare di questa possibilità di espansione sul più grande mercato del mondo, in crescita esponenziale. Per ora non vi sono lanci o altro, perché si bada alla politica del fare e non come la Regione che fa solo annunci. Al ritorno vi sarà la conferenza stampa nella quale ci verrà illustrato il risultato e soprattutto le prospettive fattibili e praticabili. Il costo per il comune verrà coperto da una sponsorizzazione della quale ora non voglio dire.”

Ecco perché recuperare un’immagine dei nostri prodi in missione è praticamente impossibile.

Insomma, una missione delicatissima che ha richiesto il massimo riserbo di diplomazia. Forse per paura che una parola sbagliata avrebbe pregiudicato le relazioni diplomatiche tra i nostri e il Governo cinese. O, più semplicemente, per il timore che i cittadini, davanti i mille problemi che funestano la città e la sua ricostruzione, non avrebbero gradito l’ennesima notizia di turisti per caso con i soldi dei contribuenti.

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