Abruzzo, Economia: per il Cresa la situazione permane critica

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di Maria Cattini – Secondo le ultime analisi congiunturali sui settori manifatturiero (secondo trimestre 2013) ed edile (primo semestre 2013) presentate oggi dal Cresa, le politiche economiche della Regione Abruzzo per fronteggiare la crisi, fino adesso, sono rimaste quelle di sempre: solo chiacchiere e clientelismo.

“E’ fondamentale – ha detto il Direttore del Cresa, Francesco Prosperococco- come, alla vigilia della Programmazione 2014-2020 sia necessario ragionare in termini antirecessivi, evitando progettazioni e programmazioni “a pioggia” che hanno spesso prodotto vortici di consulenze, studi e quintali di carta quasi sempre inutili, dando priorità a pochi obiettivi strategici in grado di fornire ossigeno e produrre benefici tangibili per il sistema delle imprese e, quindi, per l’intera economia regionale”.
Dal settore delle costruzioni emerge uno stato di sofferenza profonda che riguarda le piccole e medie imprese reso evidente dal gran numero di cessazioni.

L’indagine del Cresa riguardante il secondo trimestre 2013 e’ stata condotta su 417 imprese manifatturiere con almeno 10 addetti operanti nella regione. per il sesto trimestre consecutivo gli andamenti tendenziali dei principali indicatori rimangono di segno negativo: produzione (-3,6%), fatturato (-3,4%) e ordini interni (-3,5%).

Anche la capacita’ competitiva a livello internazionale – sempre secondo il CRESA – continua a risultare problematica relativamente sia alle vendite sia alle commesse (fatturato estero: -3,0%; ordini esteri: -5,4%). L’occupazione, dopo 18 trimestri consecutivi di flessione, prosegue nella diminuzione (-1,8%) ma in misura inferiore rispetto ai trimestri precedenti. Le previsioni degli operatori per i prossimi sei mesi sono negative per quasi tutti gli indicatori considerati ma migliori del trimestre precedente.

I risultati della rilevazione evidenziano un lieve recupero avvenuto nell’ultimo trimestre, comunque non ancora sufficiente a cambiare il trend negativo finora manifestatosi. Infatti, l’andamento congiunturale mostra risultati leggermente positivi per produzione (+0,6%), fatturato (+0,8%) e ordini interni (+0,5%) e risultati negativi, ma meno pesanti di quelli tendenziali, per fatturato estero (-1,3%), ordini esteri (-2,0%) e occupazione (-0,1%). Particolarmente pessimistiche sono le imprese tessili. Tra i comparti l’alimentare e il chimico-farmaceutico mostrano i migliori andamenti con risultati in genere positivi sia congiunturali che tendenziali. Performance per lo piu’ negative sono state ottenute da metalmeccanica, elettromeccanica ed elettronica e mezzi di trasporto. Tessile, legno e mobili e lavorazione di minerali non metalliferi fanno registrare risultati congiunturali solitamente positivi e tendenziali in gran parte negativi.

Per le aziende aquilane tutti gli indicatori hanno visto un calo tendenziale peggiore di quello regionale e risultati congiunturali meno gravi e a volte positivi.

La provincia di Chieti – secondo il Cresa – ha registrato risultati negativi sia congiunturali che tendenziali sul mercato interno ed estero mostrando l’andamento complessivamente peggiore. Quella di Pescara ha ottenuto, invece, le migliori performance con segni diffusamente positivi, soprattutto congiunturali.  Le aziende teramane hanno registrato generalmente un andamento congiunturale positivo accompagnato da una certa diminuzione tendenziale.Nonostante la ripresa nell’area del cratere delle attivita’ di ricostruzione pesante, che interessa principalmente le imprese di grandi dimensioni, proseguono e si aggravano le difficolta’ del settore. Nel I semestre 2013 i dati Infocamere registrano per l’Abruzzo un calo del numero di imprese registrate (-459) e attive (-466). Pesante il numero di cancellazioni del I trimestre dell’anno (800 contro 270 iscrizioni). Anche i risultati dell’indagine sono piuttosto scoraggianti: le 151 imprese coinvolte, tutte società e imprese individuali con un numero di addetti rispettivamente superiore a 5 e a 10 con sede in Abruzzo, denunciano un peggioramento dell’andamento di tutti gli indicatori rispetto al semestre precedente e allo stesso periodo del 2012. In particolare, si contraggono ancora le performance su base annua, mentre quelle congiunturali, diffusamente in crescita nell’ultima meta’ del 2012, invertono il segno e diventano negative. Fa eccezione l’occupazione che, pur mostrando una grave flessione tendenziale, cresce rispetto al semestre precedente.

“Nonostante la tenacia e lo spirito di iniziativa che le imprese continuano a mostrare, – sottolinea il Presidente del Cresa Lorenzo Santilli – il sistema imprenditoriale regionale necessita per ripartire di sollecite ed efficaci misure pubbliche su grandi temi quali fisco, credito, lavoro, ammortizzatori sociali”.

“I segnali contrastanti che pervengono dai diversi settori pongono seri interrogativi per l’andamento dell’economia regionale nei prossimi mesi e nei prossimi anni – ha aggiunto il Direttore Francesco Prosperococco – e richiamano fortemente l’attenzione su cio’ che i governi nazionale e regionale riusciranno a fare”.

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