di Maria Cattini – Cuperlo e Renzi: sono quelli che promettono di “cambiar pagina”. Di dare un futuro migliore ai nostri giovani. Di far uscire l’‘Italia dal tunnel di una crisi economica e sociale che dura da decenni. Eppure, in attesa delle primarie e del congresso nazionale del Pd dell’8 dicembre, i risultati dei congressi provinciali puzzano di stantio.
La scorsa settimana abbiamo assistito, a livello nazionale, alla solita rissa sulle tessere. Accuse di infiltrati che -secondo alcuni- rischierebbe di falsare i risultati. Una caccia alle streghe insensata, principalmente per due motivi.
Il primo, è che la politica deve saper includere e non escludere i cittadini. Altrimenti i partiti diventerebbero solo delle camere a tenuta stagna e la loro unica possibilità di diventare maggioranza sarebbe l’eliminazione fisica degli avversari o di chi semplicemente non li ha votati precedentemente. Fare dei processi alle intenzioni di chi, oggi, sceglie di tesserarsi per il Pd, spinto dall’entusiasmo o la stima per uno dei candidati alla segreteria, denuncia più la malizia e la volontà di coloro che cercano di difendere disperatamente le propria posizione nella vecchia nomenklatura che un allarme sensato sul rischio di “infiltrati” (“infiltrati” per cosa? per farvi vincere le elezioni? per farvele perdere? oppure semplicemente perché mettono a rischio gli equilibri di partito già esistenti?).
Il secondo motivo è che l’accusa di presenza di “infiltrati” è talmente generica e confusa che chiunque, in qualsiasi partito, potrebbe lanciarla contro i propri avversari interni. Tempo perso che non certo aiuta a concentrarsi sui programmi e le soluzioni che servirebbero al Paese per ripartire.
Da questo scenario deprimente, non si è salvata neanche la provincia dell’Aquila. La percentuale dei renziani disposti a salire sul carro del vincitore sale ogni giorno di più. La notizia del passaggio della senatrice Pezzopane con “i giovani di Renzi” ha subito fatto pensare ad una machiavellica operazione per garantire ai notabili del partito il controllo anche della corrente renziana. Impedendo ai giovani di emergere e scavalcarli su quel fronte. “Ci sono state ingerenze e pressioni incredibili – ha denunciato Loreto Ruscio – consumate nel corso di una riunione ristretta convocata proprio dalla Pezzopane alla quale hanno partecipato alcuni pezzi da 90 del partito.”
“Questi sarebbero i neo-renziani che vogliono portare una ventata di novità nel Pd – ha accusato – e che in quattro-cinque hanno deciso di blindare Mario Mazzetti, un ibrido, ufficialmente nè per Renzi nè per Cuperlo, che è responsabile di aver liquefatto il partito in provincia, passato da 3 mila a mille iscritti e di aver narcotizzato il dibattito interno”. Un segretario “ombra” perchè, in realtà, un partito organizzato non interessa a nessuno. Mazzetti sarebbe strumentale alla rielezione di Giuseppe Di Pangrazio (Renzi) alla Regione insieme a Giovanni D’Amico (Cuperlo) che potrebbe ottenere una deroga per la rielezione. Quindi si profila un’altra legislatura regionale senza consiglieri a rappresentare L’Aquila mentre i candidati locali continuano a litigare e pestarsi i piedi tra di loro .
Un renziano doc non dell’ultima ora come il presidente del Pd provinciale Amerigo Di Benedetto, getta acqua sul fuoco. “E’ un momento di passaggio dove tutti abbiamo l’opportunità di voltare pagina. Se prima per intraprendere un nuovo e dirompente percorso politico servivano armi politiche vere, oggi bastano solo pistole ad acqua”, è il suo commento. “Molto dipenderà se si vorrà solo cambiare giacca al partito oppure si agirà su un cambiamento di metodo di lavoro, che non vuole significare la rottamazione della vecchia classe dirigente”.
Come da copione, la personalissima rissa dei congressi serve solo a capire chi comanderà nel Pd: se Cuperlo o Renzi. Chi, in pratica, avrà il primato per distribuire incarichi, poltrone, prebende all’interno del Partito Democratico. Per buona pace degli italiani che continueranno a pagare le tasse per sostenere un modello partitico tanto vuoto quanto falso.
Ma per questo c’è ancora tempo. Domani all’Aquila la convocazione del congresso di circolo sarà una tappa indolore. Tutto come da copione con una ritrovata unitarietà di facciata in attsa di tempi migliori. Per ora sono stati indicati i coordinatori di circolo e i delegati per le assemblee chiamate a scegliere anche i nuovi segretari provinciali.
Al termine dei congressi provinciali, abbiamo avuto la riprova che non c’è stato alcun “new deal” nel PD. Secondo il comitato di Cuperlo: “è possibile stilare un bilancio dei congressi in svolgimento in tutta Italia: dai dati aggregati in nostro possesso circa 250mila persone hanno espresso il loro voto e si conferma che più del 50% ha espresso la propria fiducia a candidati che sostengono Gianni Cuperlo alla segreteria nazionale”.
I renziani, invece, forniscono i loro contro-dati, per bocca di Stefano Bonaccini, coordinatore della campagna di Renzi: “sono 47 i segretari provinciali che sostengono Renzi e 38 Cuperlo”. Che futuro radioso! Pieno di novità! La politica dei professionisti! Gente seria! Come no?
Se il giorno si vede dal mattino, correte a fare i passaporti ai vostri figli. Ne avranno presto bisogno.