Forte con i deboli e debole con i forti: così il Comune dell’Aquila rischia il dissesto finanziario

Comune

di Maria Cattini – Quasi dieci milioni necessari al Comune per chiudere, una volta per tutte, il contenzioso con la ditta Iannini per la “Metropolitana di superficie”. Oltre 8 milioni di euro il risarcimento danni che l’amministrazione dovrebbe ancora versare a favore della società Irti, nel frattempo fallita, per i lavori del “Megaparcheggio”. E ancora “400mila euro per la gestione ‘allegra’ della Perdonanza, 1milione e 600mila euro con la Waterplan, 870mila euro con la società Bahia di Berardino Del Tosto che – di sua iniziativa – ha rimosso faldoni e documenti dagli uffici del Comune in via Roma dopo il terremoto. Più o meno un altro milione per gli espropri delle cosiddette zone Peep, quasi due milioni con l’Azienda farmaceutica municipalizzata – società a totale capitale del Comune – e così via.”

E’ il sito News Town a ricostruire i debiti fuori bilancio relativi a vicende vecchie e nuove  che rischiano di portare oggi il Comune dell’Aquila al dissesto finanziario.

Ah, se solo il Governo allargasse la borsa per i fondi della ricostruzione, come sperano tanto gli attuali amministratori! Forse non basterebbero ancora a ricostruire la città, ma almeno si potrebbero trovare le risorse per far quadrare i bilanci e mettere fine anche a queste annose vicende. Opere che, intendiamoci, poco sono servite a L’Aquila e agli aquilani, ma tanto hanno fruttato o possono ancora fruttare a chi se ne occupato. Politicamente ed economicamente.

Come il progetto di 60 miliardi di vecchie della Metropolitana di superficie, sorto nel 2001 con l’intenzione di cambiare “completamente la città, che vuol essere sempre più europea”, assicurava il sindaco di allora Biagio Tempesta. “Un’opera innovativa”, che avrebbe posto L’Aquila “all’avanguardia nel settore del trasporto pubblico urbano”. E, ci promettevano ancora, “un fiore all’occhiello della mobilità urbana nel nostro Paese”. Insomma, i numerosi incidenti stradali di motociclisti avvenuti nel corso degli anni sono stati causati “da un fiore all’occhiello”, piuttosto che dai binari morti della metropolitana mai entrata in funzione. Avrebbero dovuto tenerne conto i feriti quando hanno fatto causa di risarcimento danni al Comune.

Ma il progetto della Metropolitana rappresentava fin dall’inizio “evidentemente, una farsa. Un po’ come pensare che 100mila passeggeri l’anno possano volare dall’aeroporto di Preturo”, fa giustamente notare News Town. “Un percorso di 5 chilometri e 700 metri, dall’ospedale regionale di Coppito fino alla centralissima piazza Palazzo passando per via Roma, un treno con sette vagoni (ciascuno per 157 passeggeri) che, secondo le stime, avrebbe dovuto trasportare 20mila passeggeri al giorno per essere sostenibile.” Ed infatti non è mai stato sostenuto e i suoi realizzatori avanzano ancora la richiesta di dieci milioni di euro per chiudere la pratica. Proprio ora che, finalmente, grazie al terremoto, sono stati trovati i soldi per rimuovere le rotaie e i cavi elettrici rimasti inutilizzati per più di dieci anni.

New Town ricostruisce dettagliatamente anche la vicenda del Megaparcheggio. In questo caso- scrive il redattore- “non c’è bisogno di grandi capacità matematiche per far di calcolo, l’amministrazione potrebbe vedersi richiedere più di 17milioni di danni.”

Degli 870mila richiesti dalla società Bahia di Berardino Del Tosto che – di sua iniziativa – ha rimosso faldoni e documenti dagli uffici del Comune in via Roma dopo il terremoto, si era occupata anche LAquilablog una settimana fa.

Ma perché il Comune dell’Aquila, davanti a questi importanti crediti, invece di tutelare fino in fondo gli interessi dei cittadini, sembra andare sempre in soccorso agli interessi dei più forti, ossia degli imprenditori?

Come è possibile che non ci sia mai un responsabile per questi avvilenti disastri? Perché di tanti sogni, dei faraonici progetti che dovrebbero “far volare L’Aquila”, alla fine, ci rimangono da contemplare solo le macerie e contare i milioni di euro spesi inutilmente?

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