Giornalisti: #5EURONETTI non è una paga oraria ma quanto guadagnamo con un pezzo

manifestazione stampa

di Maria Cattini – Il nome 5EURONETTI sta a significare che «5 euro non è una paga oraria ma quanto guadagnamo con un pezzo». Così esordisce la giornalista precaria, Evelina Frisa, nell’introdurre l’iniziativa “Corto Circuito. Politica e informazione, equilibri precari – Cosa non funziona, perché cambiare e in che modo intervenire”. Gli obiettivi dell’incontro, analizzare, assieme ai parlamentari eletti in Abruzzo, il delicato rapporto tra politica e informazione ed approfondire le condizioni di difficoltà dei giornalisti precari, che costituiscono l’anello più debole della catena mediatica.
L’evento  organizzato, a Pescara, da 5EURONETTI – la rete dei freelance e precari dell’informazione abruzzese, ha coinvolto cinque parlamentari, Antonio Castricone (Pd), Gianni Melilla (Sel), Paola Pelino (Pdl), Giulio Sottanelli (Scelta Civica) e Gianluca Vacca (Movimento 5 Stelle), che si sono confrontati con il giornalista precario Stefano Buda, in rappresentanza di 5EuroNetti.

Riteniamo che oggi il Governo non possa più assistere passivamente alla perpetrazione dello sfruttamento incontrollato e selvaggio dei giornalisti lavoratori autonomi. Per questo le chiediamo di convocare immediatamente la Commissione per l’equo compenso e di dare concreta applicazione alla legge 233/2012, per l’equo compenso dei giornalisti titolari di rapporti di lavoro non subordinato e di assumere e fare propri i principi espressi nella Carta di Firenze.

E’ uno dei passaggi dell’appello che i coordinamenti di base dei giornalisti freelance e precari italiani rivolgono al neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini che avrebbe dovuto prendere parte all’evento, ma per motivi istituzionali è stato costretto a rinunciare. La lettera porta la firma di YaBasta! Giornalismo e dignità (Toscana), FreeCCP (Emilia Romagna), Re:Fusi (Veneto), Errori di Stampa (Lazio), Terzo Stato (Molise), Informazione Precaria (Puglia), Coordinamento giornalisti precari campani e Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia.
Per Gianluca Vacca (M5S), «il nostro rapporto (del Movimento 5 Stelle, ndr) con i giornalisti è molto travagliato. Siamo in un regime mediatico e un movimento che rappresenta un quarto dell’elettorato non può essere oscurato». «L’informazione ormai è per lo più sulla rete, è lì  che vanno tutelati i diritti e il nostro attacco non è a giornalisti, che rispettiamo, ma a tutto il sistema dell’informazione». Per Giulio Sottanelli (Sc), «abbiamo bisogno di una Rai più sganciata dai partiti e le reti private devono aprirsi ad una pluralità maggiore». Antonio Castricone (Pd) ha posto una domanda: «quanti giornali vengono comprati e letti in Italia? Ci sono editori e testate davvero indipendenti in Italia, ma quanti sono così?». La parlamentare Pdl Paola Pelino si è detta «pronta a raccogliere tutti i suggerimenti per avviare un iter parlamentare per una legge sul precariato, conosco situazioni di precariato tra i giornalisti vergognose ma dobbiamo superare questa situazione». Gianni Melilla (Sel) ha ricordato i suoi esordi lavorativi «so che significa il precariato giornalistico, sono stato programmista regista alla Rai prima della laurea. La risposta al precariato è l’introduzione di antidoti quali la proposta del minimo salariale».
Quando prende la parola il giornalista precario Stefano Buda, oggi voce dei precari e freelance abruzzesi, si inizia a parlare di vita vissuta e si scalda la platea. «Noi precari siamo ormai la maggioranza dei giornalisti, il 25% con meno di 5000 euro annui, un giornalista su due è precario. Dov’è la dignità?». «Ne va della qualità dell’informazione e della democrazia. Siamo ricattabili, senza diritti, senza ferie, senza malattie. E’ una precarietà che uccide come molte altre». E conclude «è anche colpa nostra, ci facciamo la guerra, andiamo al ribasso, lavoriamo per pochi euro».
Nel dibattito che è seguito sono intervenuti precari e non solo giornalisti. Per Francesco Blasi (giornalista precario) «il sindacato è totalmente assente sul nostro fronte. Basta poco, si applichi il contratto e chi scrive sia pagato con il Ccnl». Germana D’Orazio (giornalista precaria) ha posto l’accento sul giornalismo e politica. «I giornalisti dovrebbero fare i guardiani del potere, non possono fare comunicazione, è un altro mestiere. Pertanto, se non si affronta, senza ipocrisie, la commistione tra informazione e comunicazione negli uffici stampa, non si faranno mai passi avanti». E ha concluso con il problema legato all’uso/abuso di denunce per diffamazione cui sono soggetti i giornalisti, soprattutto precari: «come faccio con 500 euro a difendermi dalle cause di diffamazione che ci intentano per ricattarci?».
In chiusura la posizione del presidente dell’Odg regionale Stefano Pallotta e di quello nazionale Enzo Iacopino. Il primo ha rivendicato il ruolo dell’Ordine dei Giornalisti, determinante nel far rispettare la deontologia ma soprattutto nel portare avanti le istanze dei giornalisti precari. «La politica è stata sorda finora alle nostre richieste, vi chiediamo l’applicazione della legge sull’equo compenso. E se gli editori sono fuggiti dal tavolo delle trattative, fateli tornare!». Ha concluso «difenderò quest’Ordine fino a quando voi politici non ci darete una facoltà di Giornalismo perchè occorre un percorso universitario per i giornalisti. Per 15 anni ci avete detto di no». Per Enzo Iacopino l’Odg è servito a dare voce agli invisibili e ai precari, ma non lesina critiche alla categoria giornalistica,«sono un presidente strano, parlo male dei giornalisti. Non mi piace come lavorano in molti, ma abbiamo costruito insieme l’equo compenso e insieme lavoreremo  per una sana informazione».
5EURONETTI ha quindi proposto ai parlamentari eletti in Abruzzo la piattaforma programmatica per la riforma della professione giornalistica che prevede la riforma ed applicazione rigorosa della legge sugli uffici stampa pubblici, il minimo salariale al posto dell’equo compenso, le misure che riguardano la riforma dell’Ordine dei giornalisti quale l’accesso alla professione e la professionalizzazione della categoria.Inoltre ha realizzato un questionario da somministrare a tutti i giornalisti precari della regione, con l’obiettivo di elaborare una stima relativa a numeri, compensi e condizioni di lavoro.

Torna in alto