Guerra: Assad promette a Mosca 40 mila miliziani e i ceceni si dicono pronti

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“Il presidente siriano Bashar al-Assad ha promesso di fornire alla Russia 40.000 militanti per la guerra in Ucraina”, che vengono reclutati dal comando russo della base di Khmeimim, in Siria. Lo scrive l’agenzia Unian citando fonti dell’intelligence ucraina.

“Il comando della base militare russa Khmeimim è stato incaricato di inviare fino a 300 militanti in Ucraina ogni giorno”, si legge in una nota della direzione dei servizi del ministero della Difesa ucraino.

Durante il reclutamento, ai mercenari è stato promesso che avrebbero svolto esclusivamente funzioni di polizia al fine di ristabilire l’ordine nei territori occupati”, afferma il comunicato, secondo il quale “armi, equipaggiamento militare e altre risorse dovrebbero essere trasferite dalla Siria alla Russia e alla Bielorussia nel prossimo futuro per rifornire le forze di occupazione”.

La Russia ha aperto 14 centri per il reclutamento di mercenari in Siria e sta addestrando combattenti dalla Libia, afferma l’intelligence sottolineando che una parte dei mercenari vedono l’invio in Russia e Bielorussia come un’opportunità diserzione e migrazione illegale.

Intanto il leader ceceno Ramzan Kadyrov assicura che  “migliaia” di volontari ceceni sono diretti in Ucraina al fianco delle truppe di Vladimir Putin impegnate in Ucraina. È uno dei fedelissimi di Putin e leader della regione un tempo ribelle, è accusato di governare in maniera brutale e ha una forza paramilitare di islamici al suo comando. In un video postato sui Telegram si è mostrato in mimetica insieme ad altri soldati attorno a un tavolo per definire piani di guerra ma c’è chi ipotizza si possa trattare solo di propaganda.

Secondo notizia dell’ultima ora i miliziani ceceni avrebbero preso il controllo dell’impianto siderurgico di di Azovstal, a Mariupol. A testimoniarlo alcuni video postati su Telegram che mostrano i temuti combattenti agli ordini del capo della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov, che pattugliano le strade attorno al sito per la produzione dell’acciaio sulla costa del Mare d’Azov. L’offensiva per prendere il controllo dello stabilimento, il più grande di quella che ormai è la città martire della guerra in Ucraina, era stata preannunciata nelle scorse ore proprio dal sanguinario leader ceceno, stretto alleato di Vladimir Putin.

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