I dossier per il nuovo governo che verrà
Il nuovo governo dovrà darsi subito da fare. Appena insediato, avrà davanti diversi fronti caldi, tanto a livello economico quanto in politica estera.
La Nota di aggiornamento al Def, che contiene le previsioni macroeconomiche delineando gli spazi per la manovra, deve essere presentata alle Camere entro il 27 settembre.
Il 15 ottobre è il termine fissato per presentare a Bruxelles il Draft budgetary plan, cioè lo schema di massima della manovra.
Entro la fine dell’anno il governo dovrà portare a termine 55 nuovi interventi del Pnrr: 39 target e 16 obiettivi.
Tra i dossier economici che passeranno sui tavoli del nuovo presidente del Consiglio e del prossimo ministro dell'Economia ci sono Mps e, soprattutto, Ita Airways.
Sul fronte internazionale: il primo grande impegno del prossimo premier potrebbe essere il G20 di metà novembre, a Bali e l'altro nodo (che l'Ue potrebbe cominciare a sciogliere nel prossimo consiglio straordinario del 30 settembre) è una risposta comune all'emergenza energetica, con le ipotesi di un tetto comune al prezzo del gas e del disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità.
Giorgia Meloni sarà con ogni probabilità chiamata dal Quirinale, prima donna a Palazzo Chigi, a formare un governo con gli altri partiti del centrodestra.
La sua prima reazione:
«Una notte di orgoglio, di riscatto, di lacrime, di abbracci».
Giorgia Meloni viene accolta da grandi applausi e alle due e mezza di notte fa il suo primo discorso dopo la vittoria («discorso emozionale», lo chiama Enrico Mentana). Lamenta una «campagna elettorale violenta, che abbiamo subito», spiega che la situazione ora «richiede un rispetto reciproco». Si dice rammaricata per l’alta astensione. Meloni ringrazia gli alleati, i familiari e «gli italiani che non hanno creduto alle menzogne e alle mistificazioni. Ci hanno dato per spacciati da quando siamo nati, ma non abbiamo mollato». Cita San Francesco («abbiamo fatto l’impossibile») e manda un bacio ai sostenitori.
La vittoria di Giorgia Meloni celebrata in tutta Europa dai sovranisti
I primi a reagire al risultato di queste elezioni in Europa sono stati i leader del Rassemblement National, con un tweet del loro leader, Jordan Bardella, vice di Marine Le Pen.
A seguire l'ultra-sovranista francese Eric Zemmour, il capo della formazione della destra spagnola Vox, Santiago Abascal, ma anche Viktor Orban e Mateusz Morawiecki, primi capi di governo a congratularsi, insieme all'ex premier sloveno, Janez Jansa.
Con il silenzio di Bruxelles, tuona la sinistra, sconfitta, che parla di una "ascesa del populismo e sovranismo in Europa".
Di più, la leader del gruppo della Sinistra al Parlamento europeo, la francese Manon Aubry, ha parlato di un esito "terribile", via Twitter:
"Il neofascismo sta arrivando alle nostre porte con la vittoria di Meloni in Italia. L'ascesa del veleno reazionario, xenofobo e autoritario è confermata ovunque in Europa. L'allarme è serio: bisogna costruire un'alternativa di sinistra come antidoto".
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