Il Domenicale di CULTURA🇮🇹ITALIAE

Il Domenicale

Il Domenicale è una pillola a cura di Ennio Matano

Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.

Andy Warhol

Il 2023 è stato caratterizzato dalle azioni degli attivisti ambientali che hanno adoperato le opere d’arte per sensibilizzare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici in atto.

Una giusta battaglia combattuta con modalità discutibili.

Tentare d’imbrattare l’opera di un Van Gogh o un Monet ha veramente aiutato la battaglia ecologica?

Fuori dal contesto autoreferenziale e solidale degli attivisti in molti hanno storto il naso per il loro modo di agire.

In comunicazione se ti devi spiegare hai già fallito, e in troppe situazioni gli attivisti hanno utilizzato il loro tempo, per lo più, nel tentativo di legittimare le loro azioni.

Quel tempo, invece, poteva essere adoperato per spiegare come sta cambiando il mondo e cosa occorre fare per proteggere l’ambiente e promuovere uno stile di vita sostenibile.

Fortunatamente la cultura ambientalista è trasversale alla società, ha diverse anime, ed è in continua evoluzione.

Si cercano idee e soluzioni che possano produrre un significativo cambiamento.

Il rischio è concreto e i danni potrebbero essere irreversibili.

Tutti sappiamo che il nostro pianeta è ormai sommerso di plastica, anche negli angoli più remoti.

Nonostante ciò, questo agente inquinante non smette di stupire.

Uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology ha rilevato come sia in atto una fusione chimica dei rifiuti di plastica con la roccia, che gli autori chiamano “plastic-rock complexes”.

Queste nuove formazioni sono state individuate nei pressi di un piccolo fiume nella città di Hechi, in Cina.

Sebbene i risultati dovranno essere confermati con l’analisi di un numero adeguato di campioni, il fenomeno presenta uno scenario inquietante per le sue possibili implicazioni a livello ambientale.

Fra i possibili rischi ce n’è uno particolarmente preoccupante: le formazioni plastiche-rocciose sembrerebbero comportarsi da catalizzatori per il rilascio di microplastiche, quelle microparticelle di polimeri sintetici che, per le minute dimensioni, riescono a infiltrarsi nell’ambiente e negli alimenti, costituendo una seria minaccia per l’ecosistema e la salute umana.

Questa notte in molte piazze italiane si brinderà obbligatoriamente solo con bicchieri di plastica.

In tante case, addobbi in plastica e stoviglie usa e getta saranno impiegate a corredo dei festeggiamenti, e poi?

Forse distratti dalla festa non ci cureremo troppo di dove andrà a finire quella posata o quel piattino.

Si può cercare di rendere sostenibile anche la notte di San Silvestro?

Pensiamoci!

Sono tanti i piccoli e grandi gesti virtuosi che si possono adottare, ad iniziare da un attento riciclo.

Riflettiamo anche al fatto che noi italiani ogni anno consumiamo circa dieci milioni di tonnellate di plastica, e che dovremmo sempre tenere a mente i potenziali danni ecologici che possiamo arrecare alla nostra unica Terra.

Prosit!

CULTURA🇮🇹ITALIAE

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