La vita delle donne afghane come nel 1996

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  1. La vita delle donne afghane torna ad essere come nel lontano 1996.
    1. Il nuovo divieto è stato deciso dal ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, sulla base di un’interpretazione estremamente radicale della sharia, la “legge islamica”.

La vita delle donne afghane torna ad essere come nel lontano 1996.

Quella del primo regime talebano, durato fino al 2001, quando alle donne era vietato uscire di casa senza un maharram (maschio guardiano).

Con moltissimi diritti negati e limitazioni delle libertà personali.

L'ultima norma approvata ha vietato alle donne di viaggiare senza un accompagnatore maschio. Poi non possono lavorare e studiare dopo i 12 anni o praticare sport.

Il nuovo divieto è stato deciso dal ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, sulla base di un’interpretazione estremamente radicale della sharia, la “legge islamica”.

Oltre a vietare alle donne di percorrere più di 72 chilometri da sole, la norma vieta ai tassisti di far salire sulle proprie auto donne senza velo. Il nuovo divieto impone inoltre a chiunque, uomo o donna, di ascoltare musica in macchina.

Circa un mese fa i talebani avevano proibito alle reti televisive afghane di trasmettere programmi e telenovele in cui apparivano donne, e alle donne di recitare nei programmi televisivi afghani.

La norma imponeva alle giornaliste e presentatrici televisive di tenere sempre il capo coperto.

Nelle settimane precedenti, i talebani e i loro sostenitori avevano anche provveduto a coprire, imbrattare e cancellare con la vernice nera le molte immagini di donne presenti nelle pubblicità o fuori dai saloni di bellezza di alcune città afghane.

Inoltre, il nuovo regime ha chiuso il ministero degli Affari femminili, una specie di ministero per le Pari opportunità, istituito nel 2001.

Ad eccezione di alcuni casi particolari, la stragrande maggioranza delle donne afghane oggi non può lavorare.
A metà settembre i talebani avevano detto che alle donne era permesso frequentare le università. Ma in corsi riservati solo a loro e tenuti esclusivamente da docenti donne, di cui, comunque, avrebbero rivisto i contenuti.

I diritti delle donne sono una delle questioni principali, forse la più importante, su cui i governi stranieri stanno insistendo, ponendola come condizione necessaria per il riconoscimento del governo dei talebani e il conseguente accesso agli aiuti economici.

Nonostante le restrizioni le donne afgane hanno manifestato contro le decisioni del neo-governo ma i talebani insistono sul fatto che le manifestazioni siano illegali.

E intanto, si legge sui social, le donne non hanno intenzione di desistere e continueranno a scendere nelle strade con i loro cartelli.

Come quello su cui è scritto in inglese: «I will sing freedom over and over» (Canterò la libertà ancora e ancora).

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