L’Aquila: i 2 miliardi dell’Inail mai spesi. Sul Corriere della Sera l’indignazione dei cittadini

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di Maria Cattini – Mentre il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e la senatrice Stefania Pezzopane condividono il loro apprezzamento per i 600 milioni di euro in più concessi alla ricostruzione dalla legge di stabilità appena approvata dal Governo Letta, sale l’indignazione dei cittadini per i 2 miliardi di euro dell’Inail destinati a L’Aquila e andati smarriti “in un labirinto burocratico”.

Due giorni fa, Lorenzo Salvia, giornalista de “Il Corriere della Sera”, aveva ricostruito sulle colonne del suo giornale la storia di “un paradosso persino in un Paese paradossale di suo come l’Italia.” “Il tesoretto dell’Inail- spiegava Salvia- doveva essere utilizzato per cinque obiettivi: recuperare il centro storico, rimettere a posto le strutture sanitarie, creare un nuovo campus universitario, oltre che per interventi mirati sui beni culturali e sul tessuto urbano. Ma quei soldi sono finiti in un labirinto burocratico, fatto di procedure complesse e di una riforma della protezione civile che si è “dimenticata” di regolare la questione. E non ne sono usciti più. Uno schiaffo ai 20.000 sfollati.”

Sul sito online del Corsera non sono mancate le amare reazioni dei cittadini, aquilani e non, che hanno accolto con sconcerto la notizia.

“Sono un cittadino aquilano- scrive ad esempio oldcastle59 in uno dei commenti più votati- e credetemi, nel leggere queste cose e nel vedere ancora la nostra città nello stato in cui è, mi fa veramente male, ma tanto. i nostri politici, i nostri amministratori incapaci non fanno altro che piangere ed elemosinare fondi che forse non arriveranno mai e poi si scopre che ci sono risorse ferme da più di due anni. L’Italia non cambierà mai, se potessi emigrerei in germania, in Austria o in Svizzera. Che schifo!”

Un altro lettore da L’Aquila commenta: “Sono anche io un cittadino aquilano (terremotato e sfollato); leggere queste notizie fa male non solo a noi (forse considerati dei parassiti a carico dello stato per aver subito un cataclisma da ormai quasi cinque anni)  ma credo a tutto il popolo italiano che nella fase emergenziale ha donato con estrema sensibilità e sollecitudine quanto nelle loro possibilità. E’ uno schiaffo alla loro umana solidarietà.”

Un altro lettore scrive così: “Fa ancora più rabbia vedersi ammorbare da trasmissioni televisive, spettacoli, annunci pubblicitari, sms e newsletter che invocano l’invio di denaro per finanziarie la ricostruzioni per poi scoprire che i soldi (tanti!!!) ci sono ma non sanno o non vogliono spenderli…magari aspettando che la gente si dimentichi per “dirottarli” verso destinazioni più vantaggiose elettoralmente o per coprire “buchi” creati dalla casta stessa.”

Un lettore di Venezia, invece, prova a porre delle domande: “Prima domanda:vorrei sapere, visto che la responsabilità é degli amministratori, cosa ne pensano i rappresentanti delle forze sociali alias delle Organizzazioni Sindacali? Non é che propongano la creazione di un’Autority con strutture, autisti, commessi, segretari etc etc? Seconda domanda: come possono chiedere sempre contributi via sms se non sanno spendere?”

Un altro, infine, riporta l’impressione condivisa da molti nella nostra città: “si creano complicazioni per far sparire i soldi…. se le procedure fossero semplici e trasparenti, sarebbe facile sapere da dove partono i soldi e dove arrivano. Invece rendendole fumose e tortuose i soldi spariscono chissà dove, e rintracciarli diventa molto difficile.”

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