L’Aquila, Tsa: D’Alatri si presenta, mi aspetta un lavoro artisticamente operaio

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“E’ una scommessa difficilissima, una nomina che è arrivata a ciel sereno. Anche se c’è poco tempo per organizzare tutto ciò che ci viene chiesto dalle nuove regole ministeriali e con pochi fondi a disposizione. Però sono convinto che ce la faremo”. Queste le parole di Alessandro D’Alaltri, nella sua prima uscita in qualità di neo direttore del Tsa (Teatro Stabile d’Abruzzo). D’Alatri succede a Alessandro Preziosi dopo le numerose polemiche dei giorni scorsi anche se tutto sembra immutato. Un direttore artistico al posto di un altro, un presidente, Ezio Rainaldi, espressione del centro destra nella scorsa legislatura, che oggi resta al suo posto nonostante il cambio di maggioranza e i problemi di sempre, di un mondo che troppo spesso è stato contaminato dalle scelte politiche. Il tutto in attesa del cambio dello statuto, della definizione delle ‘pesanti’ vertenze di lavoro e della riorganizzazione interna. Ma questa è un’altra storia.

“Oggi testimoniamo la nostra voglia di andare avanti e di risolvere con entusiasmo le difficoltà che ci sono -queste le parole del presidente del Tsa Ezio Rainaldi.- Quella di oggi è la sfida più grande: stiamo attraversando un cambiamento epocale nel mondo della cultura. Ma riponiamo molta fiducia nelle capacità del nuovo direttore. Vogliamo svolgere un lavoro per la città e per la regione tutta. Ora vogliamo unire i tratti del passato e le nuove preziose caratteristiche del direttore. La scelta di D’Alatri è basata sul curriculum, proposto dal vicepresidente Adolfo Paravano, e costa quasi zero”.

“Non c’è niente da inventare, bisogna fare un lavoro artisticamente operaio”, tiene a specificare un D’Alatri più che ottimista. “Bisogna recuperare i valori che hanno fatto grande il Teatro stabile. Sono molto emozionato, è la prima volta che ricopro un incarico di questo genere ma fortunatamente mi sento un po’ a casa e così ho accettato la sfida: il rapporto con il Teatro Stabile d’Abruzzo è iniziato già diverso tempo fa, dopo il terremoto, con lo spettacolo ‘Scene da un matrimonio’. Ora L’Aquila è una città in ricostruzione, una ricostruzione non solo materiale ma culturale. Il Teatro Stabile d’Abruzzo ha una tradizione storica straordinaria, cinquanta anni di vita, la scommessa più grande sarà poter riconsegnare, alla fine del mandato il Teatro Comunale. In questo momento abbiamo piccoli teatri da sfruttare e valorizzare, il ridotto, il Parco delle Arti, però manca, e lo dico da ex pilota, la cosiddetta “Ferrari”, il teatro in centro storico che speriamo sia disponibile al più presto. Ho visto il progetto di restauro, l’ho trovato straordinario. E questa città lo merita perché ha un’affezione straordinaria, lo testimoniano gli oltre 600 abbonamenti che abbiamo fatto in pochi giorni”.

“Un obiettivo che mi sta molto a cuore è stabilire un contatto con tutti i teatri della regione. In un momento così difficile per la cultura, credo che fortificarsi significhi stare insieme, condividere progetti – ha concluso D’Alatri. Lavorerò sul territorio: ho già iniziato a impegnarmi. In questi giorni ho cominciato un lavoro intenso di scoperta del territorio e devo dire che è una sorpresa straordinaria: giorno dopo giorno sto scoprendo che l’Abruzzo è terra di cultura, ricchezza, tradizione, innovazione e sperimentazione a 360 gradi. Ho già avuto degli incontri con alcune delle eccellenze cittadine e regionali. A livello regionale, esiste una grande quantità di centri di formazione artistica e teatrale, Vorrei stabilire quanto prima una giornata o due di audizioni di tutti gli attori che lavorano in Abruzzo perché sarebbe bello iniziare a costruire delle compagnie stabili che possano fare repertorio, innovazione, ma anche spettacoli per l’infanzia, per formare il pubblico di domani”.

“Qui c’è qualcuno che col teatro mangia anche troppo. Ci sono, poi, cose false, che vengono gestite in maniera non vera, oltre ad un abbassamento del livello di stima verso questo teatro da parte dell’esterno, non solo nazionale, ma soprattutto regionale. Stanno costruendo le realtà della regione contro questa situazione: si stanno facendo delle aggregazioni che non faranno la felicità del nostro Teatro Stabile. La senatrice Stefania Pezzopane la deve smettere di interferire nel teatro. Oggi si paventa il rischio che il Tsa resti isolato. Mentre le altre province si aggregano, qui si ritorna al vecchio progetto della Pezzopane di un piccolo teatro, ufficio di collocamento di familiari ed amici”. Queste solo alcune delle accuse che Federico Fiorenza, ex direttore storico del Tsa, ha lanciato al termine della presentazione, soprattutto alla senatrice Pezzopane, non presente, ma che ha dichiarato, in seguito, di voler querelare lo stesso Fiorenza.

L’Aquilablog, 19 novembre 2014

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