Urbanistica a Milano, sotto inchiesta l’asse pubblico-privato

MILANO – Un terremoto giudiziario scuote il futuro urbanistico della città. Il 15 luglio la Procura di Milano ha dato il via a una maxi-inchiesta che coinvolge 21 indagati, tra cui l’ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, l’imprenditore Manfredi Catella, l’architetto Stefano Boeri, e – secondo quanto emerso il giorno successivo – anche il sindaco Giuseppe Sala.
Al centro delle indagini, i rapporti opachi tra istituzioni pubbliche e operatori privati in una lunga serie di progetti di trasformazione urbana, tra cui Hidden Garden, Park Towers e la torre di via Stresa. Il sospetto degli inquirenti è che dietro la facciata della "rigenerazione urbana" si nascondesse una strategia per ottenere maggiori volumi edificabili, agevolazioni fiscali e riduzione degli oneri urbanistici, in favore di pochi e a scapito della città.
“Il fenomeno degli interventi urbanistico-edilizi che comportano varianti particolari al Piano urbanistico generale, dichiarate od occulte, approvate su richiesta di privati”, scrivono i magistrati, “è un importante indice di corruzione”.
L’indagine ha portato anche alla richiesta di misure cautelari per alcuni indagati e ha svelato un presunto “Pgt ombra”, un piano non ufficiale parallelo al Piano di Governo del Territorio, volto a favorire costruzioni verticali e investimenti ad alto impatto.
Sotto osservazione anche il ruolo della Commissione Paesaggio, organo consultivo del Comune: almeno 13 casi riguardano membri che avrebbero espresso pareri su progetti in conflitto d’interesse, essendo anche consulenti dei costruttori. Il presidente Giovanni Oggioni, arrestato a marzo, è ritenuto un punto centrale della rete: ex dirigente dello Sportello unico per l’edilizia, oggi è ai domiciliari per corruzione, falso e depistaggio.
“Allarmante predominio degli interessi privati su quelli pubblici” – si legge nella nota integrativa della Procura depositata il 14 luglio – “con consulenze che avrebbero fruttato 3,9 milioni di euro solo per i membri della Commissione”.
A seguito dell’arresto di Oggioni, il Comune ha abbandonato il sostegno al controverso disegno di legge “Salva Milano”, promosso da Fratelli d’Italia per semplificare le norme urbanistiche. Approvato dalla Camera a fine 2024, il provvedimento è ora bloccato al Senato.
Il modello di sviluppo criticato dai magistrati non nasce con la giunta Sala, ma ha radici nei primi anni Duemila, sotto l’amministrazione Gabriele Albertini. Expo 2015, Olimpiadi 2026 e grandi eventi hanno consolidato l’idea di una Milano “globale”, attrattiva per investitori e residenze di lusso, ma sempre più inaccessibile alle fasce di reddito intermedie.
“Città in affitto”, la serie di IrpiMedia, aveva già descritto una Milano sempre più orientata alla gentrificazione e alla rendita immobiliare, con studentati di lusso e torri residenziali al posto di case accessibili e spazi pubblici.
Ora, con un Comune bloccato sull’approvazione delle varianti al Pgt e il sindaco nel mirino dei magistrati, si apre una nuova fase per la politica urbanistica milanese. Tra garantismo e ricerca di discontinuità, la città è chiamata a interrogarsi su quale sviluppo scegliere: quello dei grandi capitali o quello delle comunità urbane.