I Talebani vietano i matrimoni forzati. Una mossa diplomatica?
Afghanistan, i Talebani vietano i matrimoni forzati ma non citano i diritti delle donne.
I Talebani hanno emanato un decreto che vieta i matrimoni forzati.
Il consenso delle donne sarà necessario per contrarre matrimonio, e sarà vietato «offrire una donna come scambio per raggiungere un accordo o porre fine a una disputa».
Il divieto, annunciato dal leader della Corte suprema, Hibatullah Akhudnzada, prevede anche «il diritto delle vedove di sposarsi o determinare il proprio futuro». Nonché il diritto all'eredità e a una quota fissa della proprietà di marito, figli, padre e parenti.
Il leader Akhunzada non ha citato però un’età minima per il matrimonio, né il diritto allo studio o al lavoro femminile.
Secondo diversi osservatori internazionali, la decisione è una mossa diplomatica dei Talebani per ottenere il riconoscimento internazionale del loro governo e quindi il ripristino degli aiuti finanziari.
Intanto, nei paesi dell’Asia centrale si sta diffondendo sempre più la pratica del talaq, il divorzio secondo i canoni dell’Islam, che può essere dichiarato dal marito anche senza mettere al corrente la moglie.
Oggi tale pratica può essere attivata semplicemente con una telefonata, un sms o un tweet.
Il fenomeno delle spose bambine non si ferma:
- 28% è la quota di donne afghane tra 15 e 49 anni che l’Unicef stima si sia sposata prima dei 18 anni
- 183 le nozze precoci registrate dall’Unicef nel 2018 e nel 2019 nelle sole province di Herat e Badghis
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