Scippi. Orgoglio, dignità, evanescenza di una classe politica

6 aprile 2009 terremoto laquila

La vita si presenta sempre sotto varie sfaccettature per mettere in risalto le continue evoluzioni dell’uomo. In questo ultimo periodo, però, sono troppe le metamorfosi a cui siamo costretti ad assistere quotidianamente, senza che nessuno degli interessati si renda conto delle inutili chiacchiere, delle eccessive polemiche, degli immensi polveroni sollevati, dei pericolosi cambiamenti di rotta, che non servono a nulla, se non a disorientare ulteriormente le idee dei cittadini. Questi ultimi, forse, vorrebbero fare meno discorsi e realizzare più fatti. Comunque, non sanno dove cercare il bandolo della ingarbugliata matassa.

Il governo, per bocca del sottosegretario Letta, assicura che i fondi ci sono e sono stati messi a disposizione degli enti locali. Il commissario alla ricostruzione conferma la disponibilità delle risorse e accusa il sindaco dell’Aquila di non aver prodotto la necessaria progettualità. Sta di fatto che i giorni passano e la cosiddetta “ripresa” ancora non muove i primi passi importanti. Si brancola nell’incertezza di una normativa fatta di ordinanze, di modifiche, di aggiunte, di rettifiche, tra le quali non riescono a muoversi correntemente neppure gli addetti ai lavori.

Il cratere sismico, il cantiere più grande d’Europa rischia di incendiarsi, di eruttare nuovamente, provocando un ennesimo terremoto più devastante di quello vissuto la notte del 6 aprile 2009. Intanto, mentre gli amministratori locali si azzannano per accaparrarsi l’osso più carnoso, i “corvi” nidificano in città, ricostruendo e ristrutturando senza regola alcuna, malgrado le denunce degli esperti che vorrebbero richiamare l’attenzione su efficaci ed appropriati controlli. Dove sono i controllori, “commissari e vice commissari” alla ricostruzione? Sono più impegnati a fare danni ai terremotati cacciandoli fuori, in sole quarantotto ore, dagli alberghi e dalle autonome sistemazioni, senza neppure verificare l’esattezza e l’attendibilità dei provvedimenti assunti, costringendo i cittadini ad incatenarsi per essere ascoltati e per avere giustizia.

Giustizia di che cosa? Di un diritto riconosciuto dalla legge, o per lo meno con cause di precedenza rispetto alle innumerevoli scorrette assegnazioni, sulle quali nessuno vuole mettere le mani. A cosa servono le migliaia di euro erogate a questi “controllori”, si fa per dire, che credono di passare un periodo di ferie a L’Aquila e si pavoneggiano, anche in doppiopetto, quando arrivano in visita i rappresentanti di governo? Solamente a sperperare sostanze che, diversamente impegnate, potrebbero soddisfare le esigenze di chi viene sfrattato dalle accoglienze provvisorie come un cane rognoso, come un lebbroso.

Spesso mi chiedo dove possa essere finito l’orgoglio degli aquilani e, in particolare, dei pubblici amministratori di ogni livello quando avvengono, proprio sotto i loro occhi, delle spoliazioni evidenti, perpetrate con spavalderia e prepotenza. Nessuno protesta. Nessuno alza la mano. Nessuno presenta una interrogazione o chiede una seduta consiliare straordinaria per trattare pubblicamente l’argomento.

Eppure, in altri territori, l’orgoglio esiste. Guardate un po’ il “polverone” che sta alzando Floris. Sindaco di Avezzano, perché il primario di neurochirurgia dell’Aquila ha ritenuto superflua e improduttiva la sottosezione istituita, in maniera del tutto temporanea, ad Avezzano. Ha tirato fuori tutto il suo orgoglio. Ha alzato la voce. Ha gridato allo scippo, anche se non ricorrono gli estremi. Ha chiamato a raccolta il consiglio comunale della sua città per difendere una piccolissima sezione di neurochirurgia. Questa protesta costituisce un merito per Floris, giammai un demerito, come si vorrebbe fare apparire.

Ancora Floris propone che la sede della Protezione Civile, attualmente a L’Aquila, venga trasferita ad Avezzano, dove esistono idonee strutture presso l’autoporto della Marsica, tanto per aderire alle sollecitazioni della Stati, recentemente confluita nel suo partito. Povero autoporto! Nato come struttura intermodale di primo livello (Centro smistamento merci di Avezzano, unico nel centro sud del Paese), svenduto dagli stessi rappresentanti regionali della Marsica a favore del sito di San Valentino Scafa in cambio del mercato ortofrutticolo regionale, mai arrivato ad Avezzano e realizzato, invece, a Cepagatti. Eppure Floris ha osato avanzare la richiesta.

Il sindaco dell’Aquila, gli assessori, i consiglieri tutti cosa fanno? Guardano le stelle per ammirare le “comete” che sorvolano il nostro cielo senza lasciare traccia. Neppure la misera caduta di polvere di stelle.

La pista aeroportuale, tanto osannata dal vice sindaco, è alquanto inadeguata per consentire voli commerciali, non è stata ritenuta idonea per il decollo e atterraggio dell’aereo speciale per le rilevazioni atmosferiche. Eppure durante il G8 è stato autorizzato anche dall’Air Force One! Un danno irreparabile per le ricerche scientifiche dell’ateneo locale. Argomentazioni prettamente locali sulla grave problematica, senza produzione di effetti pratici. I guai, quelli che gli amministratori locali chiamano spoliazioni vanno evitati a monte, con maggiore presenza, con maggiore impegno, con professionalità politica Anziché cercare una immediata soluzione, si preferisce polemizzare inutilmente con l’Università.

Il manager della Asl, pressato dalle attenzioni dei cittadini e degli organi di informazione, usa il pugno duro verso i pazienti che protestano per le lunghissime attese agli sportelli del ticket. Usa lo stesso pugno duro nei confronti di eminenti professionisti per allontanarli dal nosocomio aquilano. Non usa, però, lo stesso pugno duro nei confronti di quelle strutture che operano, con tanta attenzione, per rendere difficili, se non impossibili, alcuni esami diagnostici, a tutto vantaggio delle strutture private esterne. Lo stesso manager, impegnato in varie conferenze stampa, approva e non controlla la predisposizione di avvisi pubblici “ad personam” per il reperimento di personale da destinare a strutture che non ne hanno affatto bisogno. Mentre quelle dei reparti “salva vita” appaiono sempre più carenti e inefficaci sotto il profilo della produttività. Eppure, ci è stato assicurato che, proprio quei reparti, hanno addirittura proposto ed ottenuto il finanziamento di qualche oneroso “progetto obiettivo” per incrementare la produttività. Quale produttività, se il personale è sempre lo stesso e decisamente sottodimensionato? I cittadini soffrono, pagano, protestano, ma l’amministrazione comunale non muove una paglia. Perché? I cittadini cerchino una risposta, perchè io non sono riuscita a trovarne una valida.

Inoltre, il manager ha distribuito una serie di contrastanti notizie sui finanziamenti effettuati per la ristrutturazione e la messa in sicurezza dell’ospedale, dalle quali ho capito una sola cosa: i conti non quadrano. Una volta vengono esposti determinati importi, nella volta successiva vengono sconvolti, perché vengono presentate cifre del tutto diverse. L’utilizzazione dei fondi dell’assicurazione, per la riparazione dei danni riportati dal nosocomio, vengono deviati in bilancio ed utilizzati per il risanamento del deficit della Asl. È possibile tutto ciò correttamente e contabilmente? Non ho potuto ascoltare in proposito la versione dei virtuosi revisori dei conti? Esistono nell’ordinamento della Asl? Se non esistono, perché non intervengono gli organi di controllo del commissario alla sanità? Anche per questo argomento, tutto tace. Nessuno di muove.

Ancora il manager presenta un progetto, non di concezione locale, per l’ammodernamento della struttura ospedaliera, estraendolo dal cassetto in cui lo teneva riposto da tempo ed esibendolo come soluzione ottimale piovuta dal cielo che, guarda caso, ha folgorato anche il sindaco dell’Aquila, già avviato sulla via della costruzione di un nuovo nosocomio. Questa operazione costituisce un’offesa alla dignità degli aquilani, uno schiaffo violento alle intelligenze ed alle professionalità locali. Guarda caso, per questo importante argomento, dove l’Università avrebbe potuto dare un valido e qualificante contributo, il “Magnifico” non protesta.

Questo lassismo, a mio avviso, questo abbassamento della guardia sulle più importanti decisioni che passano sulla testa degli aquilani, senza che gli stessi se ne possano rendere conto, consentono ai prepotenti ed agli spocchiosi di ritenere che siamo un popolo senza orgoglio, senza amor proprio, senza dignità. Sono perfettamente convinta del contrario. Gli aquilani hanno orgoglio e dignità a sufficienza. Possiedono anche tanta pazienza. Se si dovessero superare i limiti della tolleranza, allora gli amministratori di tutte le istituzioni che operano sul territorio locale, provinciale e regionale, si accorgeranno che l’orgoglio e la dignità degli aquilani non si è mai assopita, sempre nel rispetto dei limiti della civiltà.

Il “Magnifico” protesta per il mancato invito all’incontro con il sottosegretario. La protesta, erroneamente, la indirizza al Commissario, mentre, invece, avrebbe dovuto protestare presso “l’eminenza grigia”, cioè verso il vice commissario, che sta facendo terra bruciata attorno a Chiodi, esautorandolo costantemente e gradualmente dalla struttura commissariale.

Di questo passo, dove arriveremo? Non sarebbe il caso che gli amministratori locali uscissero dal letargo e dal torpore per aprire bene gli occhi, esaminare attentamente gli avvenimenti, effettuare tutte le osservazioni per non essere scippati, allo scopo di cominciare a dare ai cittadini risposte concrete, palpabili e proiettate alla realizzazione di opere utili alla collettività, senza avventurarsi in dispendiosi voli pindarici, in modo da non tuffarci in maniera del tutto “evanescente” in proposte che non sono della città, non sono condivise dai cittadini e, forse, dagli stessi consiglieri comunali?

di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore – IlCapoluogo.it]

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