Scuole, il diritto di sapere
Con la consegna del Complesso Scolastico a San Demetrio e delle prime case si iniziano a vedere i tanto sospirati primi passi verso la ripresa. L’imperativo è ricominciare. E ricominceremo, anzi lo stiamo già facendo. Dalle 500 iscrizioni in meno nelle nostre scuole, alle domande per il test d’ammissione a Medicina, raddoppiate rispetto allo scorso anno, risultati tanto incredibili quanto sorprendenti di un’attesa e voluta rinascita. Gli aquilani ci sono, vogliono esserci, tornare a vivere, riappropriarsi dei propri spazi interiori ed esteriori.
C’è da dire però che dalla volontà di tutti a ripartire ad auto convincersi che tutto vada bene ce ne passa eccome. A parte lo scaglionamento dell’inizio dell’anno scolastico del quale non si lamenteranno certo gli alunni, è sotto gli occhi di tutti una situazione di generale confusione.
Mentre a Roma c’è l’allarme influenza che rimanderebbe l’apertura dell’anno scolastico, da noi tutti si affrettano a dire che le scuole riapriranno e che non ci sono o saranno problemi, anche se a vedere l’avanzamento dei lavori per i MUSP qualche dubbio sorge spontaneo.
Entro il 21, dicono, verranno consegnati il certificato di stabilità strutturale dell'edificio e il certificato di agibilità, ma per gli arredi e la pulizia non ci vorrà qualche giorno? Allora la protesta dei genitori del Circolo Amiternum e degli stessi insegnanti, cos’è? Anche questa un’invenzione della stampa o solo l’allarmismo ingiustificato di qualche “gufo” che rema contro la ripresa alla normalità? Per non parlare dell’idea “singolare” di predisporre navette per portare gli scolari dalla costa o dal teramano a scuola all’Aquila tutti i giorni andata e ritorno.
E’ indubbio il grande sforzo che si sta compiendo (anche se forse un po’ tardivo) per sistemare le scuole esistenti, rinforzare quelle che non hanno subito danni, mettere in piedi nuovi moduli sicuri, ecc.. Indubbiamente un enorme sforzo ma diciamo con franchezza e tutta onestà che non va tutto così bene come si vuole far credere a chi non c’è. Perché solo chi non c’è può crederci!!!
La televisione ha la presunzione di essere lo specchio della realtà, ma non sempre riflette anzi, spesso distorce e mistifica. Appurato che l’ingente impegno profuso è sotto gli occhi di tutti diventa ora doveroso avvertire, preparare, informare le famiglie sui tempi e i modi delle circostanze che si verranno a creare. Tutto ciò consentirebbe a tutti di organizzare al meglio la propria vita e agli operatori di lavorare senza scadenze impellenti.
Informare la cittadinanza delle reali situazioni piuttosto che comunicare, come sempre, notizie last minute potrebbe essere un primo significativo passo verso un nuovo orizzonte di chiarezza e cooperazione.
Siamo tutti disposti a ripartire, ma abbiamo il diritto di sapere come stanno realmente le cose. Ne và del futuro nostro, dei nostri figli e della nostra città.
di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore - IlCapoluogo.it]
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