I numeri di Cialente a La Repubblica: “A L’Aquila spesi 18miliardi in 4 anni e mezzo”

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Secondo Cialente: dal 6 aprile 2009 sarebbero stati spesi 18miliardi.

Quanto avete speso nei primi quattro anni e mezzo?”, chiede secco il giornalista de La Repubblica. E  il redivivo sindaco Massimo Cialente, forse ancora emotivamente provato dell’annuncio del ritiro delle dimissioni, risponde nell’articolo pubblicato oggi dal quotidiano romano: “Dieci miliardi per l’emergenza, otto per la ricostruzione. Serve un miliardo l’anno fino al 2020 e alla fine del terremoto ne sarà costati 25. Sotto la media degli ultimi cinque“.

Quindi, fino ad oggi, secondo lo stesso sindaco, dal 6 aprile 2009 sarebbero stati spesi 18miliardi. Una cifra superiore ai 12 miliardi stimati del ministro Trigilia. Una stima, quella del ministro, che gli era costata l’accusa “di non sapere fare i conti” e di essere “uno sciacallo” lanciata dalla senatrice Stefania Pezzopane, l’aiuto regia di Cialente in questa colossale sceneggiata delle dimissioni.

“Quanto costa un terremoto?”, si chiedeva  anche il Sole24ore. “All’Aquila di più”, è la risposta data oggi a tutti gli italiani che si interrogano su quanto possa costare non la mera ricostruzione, ma l’intero ammontare di onori diretti e indiretti, pagati comunque con i soldi presi dalle tasche dei contribuenti.

Danni materiali e di processo.” spiega il Sole24Ore “Sui primi interviene lo Stato, e la tabella estratta da uno studio Ance-Cresme, che pubblichiamo in questa pagina, esemplifica il costo di alcuni dei terremoti che hanno colpito l’Italia, un costo spalmato in arco temporale fra i trenta e i cinquant’anni, dunque suscettibile di notevoli variazioni al rialzo. L’Aquila, è stato calcolato dagli studiosi del Cresme, esaurirà i suoi finanziamenti nell’arco di un quarto di secolo. Ecco perché la cifra stimata nel 2011 di 9,6 miliardi è già lievitata a quasi il doppio. Ai 12 miliardi stanziati alla fine del 2013 si sommano fondi annuali che procederanno al ritmo di circa un miliardo-1,5 miliardi l’anno fino al 2019.  Su cosa accadrà a dieci anni del sisma è nebbia fitta: troppe le variabili.”

Tante le variabili che neanche il sindaco Cialente, sempre in prima fila a chiedere fondi, riesce a tenerne più conto.

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