Linee guida per un progetto pilota o per la città?
Malgrado l’apparente espressione di ottimismo, di orgoglio e di soddisfazione, durante la conferenza stampa del Commissario alla ricostruzione per la presentazione di una bozza di idee per la ricostruzione di alcuni agglomerati simbolo, si è respirata, di fatto, un’aria di tensione, impregnata di una forte elettricità. Infatti, gli sguardi dei relatori spesso venivano rivolti alla porta di accesso, forse per verificare l’ingresso di qualche inopportuno. Questa è stata la sensazione che si percepiva.
La scena è stata dominata dalla presenza massiccia e pesante della Curia aquilana. Prova ne sia non solo la proiezione dei filmati con l’esclusivo logo dell’Arcidiocesi, ma anche dal sottile riferimento di Molinari in merito all’assenza di qualche esponente del Comune dell’Aquila. Chiarissimo il riferimento al Sindaco Cialente.
L’incontro, in effetti, ha subito una vera e propria deviazione dal momento che non si è parlato tanto di “bozza” di linee guida per la progettazione di interventi di riparazione, ma di ben altro. Il tutto si intuiva già dalla presenza in aula di Gaetano Fontana, di Antonio Cicchetti, vice Commissario di recente nomina e di una discreta rappresentanza delle “famiglie” che contano in città.
Più che di indirizzi tecnici ed urbanistici si è preferito parlare delle opere inserite nell’emanando decreto per il finanziamento delle stesse. Non a caso non sono stati consegnati ai rappresentanti della stampa gli elenchi analitici delle opere facenti parti del richiamato decreto, soprattutto per non mettere in evidenza che la maggior parte delle stesse appartengono alla proprietà della Curia. È stata una vera e propria sciolinatura di cifre, esposte in maniera talmente veloce da non consentire neppure di poter prendere appunti.
Tutti i relatori erano in uno stato di palese sudditanza. Si sono lodati tutti reciprocamente, senza poter uscire minimamente dalle linee di un rigido protocollo. Ubbidienti e in prima linea si sono collocati gli incaricati “senza diritto di parola” il vice Commissario e Fontana, di cui si vocifera una possibile sostituzione. Tutto da vedere.
Tornerei sulla “devastante” assenza di Cialente, elemento che sta giocando una partita in solitaria, scomodo perché remante in controtendenza ed escluso da qualsiasi regia gestionale, sebbene Chiodi abbia titolato a caratteri cubitali, in occasione della visita del premier, che la ricostruzione avrebbe dovuto avere come protagonisti ed attori solo ed esclusivamente i “sindaci”. Che cosa è cambiato nella mente di Chiodi da martedì ad oggi? Aveva dimenticato forse che tra i Sindaci incaricati ci fosse anche quello dell’Aquila?
Il nervosismo celato, ma palpabile, a mio avviso, potrebbe essere stato generato da una riservata comunicazione delle segrete stanze di Palazzo Chigi che, molto opportunamente, consigliava il rinvio della conferenza, in attesa che si potessero ricucire i traumi ed i paurosi strappi che si erano verificati con il Comune dell’Aquila. Consiglio prezioso che, però, è stato sottovalutato data la maniera in cui è stata condotta la riunione.
Una sola cosa è apparsa chiara. L’artificiosa architettura messa in piedi per la ricostruzione dell’Aquila poggia su delle basi traballanti, certamente non antisismiche, perché tutti si sono preoccupati dell’assenza del Sindaco, pilastro portante delle responsabilità che avrebbe dovuto assumersi in proposito. In effetti, si legge chiaramente tra le righe, non si tratta di una semplice “bozza” ben localizzata nell’area cittadina, ma di una vera e propria ipotesi allargata delle “linee guida” per la ricostruzione della città e del Comuni del cratere, in maniera da togliere ai Sindaci qualsiasi forma di protagonismo della ricostruzione.
Troppo nervoso il Commissario per la ricostruzione che si è “beccato” con un collega giornalista, reo di aver posto una domanda pungente ma legittima non con l’intenzione di ottenere una risposta del genere: di meravigliarsi del costo zero per la realizzazione del prezioso video dell’Arcidiocesi. Data la reazione, però, qualche dubbio sorge anche a me.
Quanto è costata la rilevazione ed il montaggio del video? E se è stato posto a disposizione della struttura di missione, quale sarà la ricaduta in termini economici sulle proprietà della Curia? Domande legittime mentre corrono indisturbati i compensi per la struttura di missione e per tutti gli apparati del Commissariato alla ricostruzione.
Chiedere poi, in via riservata, al Commissario le motivazioni dell’assenza del Sindaco non è né una provocazione, né una offesa per l’interlocutore. La domanda mirava solamente ad accertare se l’assenza fosse stata casuale o per imprevisti impegni. Vista la risposta i nostri dubbi non sono più tali. La “rottura” con il Comune c’è. Grazie per aver risposto così.
di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore - IlCapoluogo.it]
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