Muri e Confini: Storia di un Paradosso Contemporaneo

Muri e Confini: Storia di un Paradosso Contemporaneo
Table
  1. Muri e Confini. Il Muro che Cade e Quelli che Si Rialzano
  2. Dal 1989 a Oggi: L'Epidemia dei Muri
  3. Muri Politici e Propaganda: La Grande Illusione della Libertà
  4. Il Caso Italiano: Un Paese Che Costruisce Muri Invisibili
  5. Confini Letali: Il Caso della Georgia
  6. Siamo Tutti Dietro un Muro

Muri e Confini. Il Muro che Cade e Quelli che Si Rialzano

Ci avevano venduto un'illusione. Quando il Muro di Berlino crollò nel 1989, le televisioni del mondo trasmettevano immagini di gente in lacrime, abbracci, sguardi increduli di chi credeva davvero che fosse l'inizio di una nuova era. Libertà, democrazia, globalizzazione, apertura: parole che sembravano sancire la fine della logica delle divisioni. Eppure, a distanza di poco più di trent'anni, ci troviamo a contare non meno di 65 muri fisici nel mondo, con barriere invisibili altrettanto pericolose: controllo digitale, restrizioni burocratiche, frontiere che si chiudono sempre più spesso in nome della sicurezza nazionale.

Non è paradossale? Nel momento in cui il mondo diventa più interconnesso che mai, la politica risponde innalzando nuove frontiere. Ci si riempie la bocca di progresso e futuro, ma si torna sempre lì: alla difesa ossessiva del confine, al terrore dell'"altro", alla paura di una contaminazione che in realtà è sempre stata il motore della storia.

Dal 1989 a Oggi: L'Epidemia dei Muri

Nel 1989, quando l'ultima pietra del Muro di Berlino fu abbattuta, nel mondo esistevano sei barriere di confine. L'idea stessa di un muro sembrava un residuo medievale, un anacronismo politico destinato a sparire con la Guerra Fredda. Ma la storia ha dimostrato il contrario: anziché assistere a una demolizione globale delle barriere, si è verificato un proliferare senza precedenti di nuovi confini fisici e ideologici.

Oggi, mentre tutti parlano di "mondo globalizzato", il numero di muri è salito a 65 , e non parliamo solo di cemento e filo spinato: si sono aggiunti confini invisibili, dalla sorveglianza digitale ai blocchi navali, fino a tecnologie di riconoscimento facciale che selezionano chi può passare e chi no.

Dove è finita la tanto celebrata apertura del mondo?

Muri Politici e Propaganda: La Grande Illusione della Libertà

La caduta del Muro di Berlino fu un simbolo potente, ma fu anche un'arma di propaganda. La retorica della libertà si trasformò in un dogma da esportare con la forza, giustificando guerre, destabilizzazioni e imposizioni economiche. Non a caso, mentre i leader occidentali celebravano la fine della divisione tra Est e Ovest, altri muri iniziavano a sorgere.

Per esempio, negli Stati Uniti, il muro al confine con il Messico esisteva già dagli anni '90 ed è stato rafforzato con il tempo, indipendentemente da chi fosse alla Casa Bianca. In Medio Oriente, la barriera di separazione tra Israele e Palestina ha reso la Cisgiordania un labirinto di posti di blocco. In Europa, la cosiddetta "fortezza Schengen" respinge chiunque non sia nato dalla parte giusta della mappa.

Insomma, il problema non è il muro in sé: è la narrativa che ci viene venduta. Quando cade un muro "cattivo", lo si celebra come un trionfo della civiltà; quando se ne costruisce uno "buono", lo si chiama "barriera di sicurezza".

In un'epoca in cui la scienza dimostra che tutti discendiamo da un'unica origine comune, le nazioni si arroccano in una difesa sempre più accanita dell'identità nazionale. Il paradosso è che mentre governi e politici difendono con le unghie i confini, milioni di persone fanno il test del DNA per scoprire di avere antenati sparsi in tutto il mondo.

A conferma di questa ironia, le ricerche linguistiche dimostrano che tutte le lingue derivano probabilmente da un'unica "lingua primigenia", parlata migliaia di anni fa. In altre parole, siamo sempre stati ibridi, mescolati, frutto di incontri, migrazioni e contaminazioni culturali. Eppure, continuiamo a credere che i confini abbiamo un senso.

Il Caso Italiano: Un Paese Che Costruisce Muri Invisibili

L'Italia non ha costruito un muro fisico, ma di certo ha eretto barriere burocratiche degne di un romanzo kafkiano. Il caso più eclatante è la cittadinanza: se nasci in Italia da genitori stranieri, sei considerato uno straniero fino ai 18 anni, e anche dopo devi affrontare una trafila di richieste, documenti e attese.

Milano è la città con il maggior numero di bambini stranieri nati in Italia (68%), ma questi ragazzi non vengono riconosciuti come italiani se non dopo un iter complesso. La politica italiana continua a ragionare con una mentalità di “sangue e terra”, un concetto che altri paesi europei hanno superato da decenni.

Nel frattempo, mentre si dibatte sulla cittadinanza, migliaia di migranti si annegano nel Mediterraneo, vittime di un confine invisibile che è il più letale di tutti.

Confini Letali: Il Caso della Georgia

A volte i confini non si vedono, ma uccidono lo stesso. In Georgia, piccoli villaggi vengono divisi da un filo spinato che confronta dall'oggi al domani, spezzando famiglie e comunità. Non si tratta di una barriera ufficiale: è una linea immaginaria tracciata dalle tensioni geopolitiche, ma le sue conseguenze sono reali.

Bambini che non possono più andare a scuola, famiglie che si ritrovano separate da un confine che cambia di notte, senza preavviso. Questa è la vera faccia dei muri: non proteggere, non garantire sicurezza. Distruggono vite.

Siamo Tutti Dietro un Muro

Mentre leggiamo di confini e frontiere, forse non ci accorgiamo che anche noi siamo dietro un muro. Un muro fatto di retorica, paura e propaganda, che ci fa credere che chi sta dall'altra parte sia una minaccia, un invasore, un "diverso".

I muri non cadranno finché non cambieremo il modo in cui pensiamo. Non basterà abbattere le barriere di cemento se continueremo a costruire muri invisibili nelle leggi, nei regolamenti e nelle menti.

Perché il confine più difficile da superare è sempre quello dentro di noi.

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