Il daltonismo sindacale e le pari opportunità al maschile

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Il Sindaco si è trovato al cospetto di una crisi seria di identità politica. Il suo esecutivo si è calato in questa realtà fin dall’inizio. Non ha avuto alcuna alternativa, tanto è vero che quasi tutti gli Assessori pensavano che la stessa fosse una realtà vivibile, una espressione della normalità.

Le lamentele dei cittadini, i mormorii, in particolare, li hanno sorpresi al punto che qualcuno di essi è rimasto frastornato. Non sapeva più da quale parte potesse stare la verità. Va bene l’inerzia, come si diceva da più parti nell’alveo del consesso comunale, o ci vorrebbe la cosiddetta “azione”, come avrebbero voluto i cittadini? È un dubbio amletico, ingarbugliatissimo, di non facile soluzione.

Lo stato di incertezza amministrativa, infatti, era palpabile ancor prima del terremoto, forse per una latente mancanza di chiarezza politica, per le difficoltà di realizzazione del difficile programma amministrativo enunciato in campagna elettorale.

Tra i tanti nodi ne affiorava uno che nessuno voleva che venisse a galla: la scarsa incidenza della “quota rosa” nell’esecutivo. Ma, il Sindaco non si preoccupava tanto della proporzionalità, quanto della qualità politico attitudinale del suo esecutivo ed è passato il messaggio che "si è parlato sufficientemente, spesso a sproposito, di soppressione delle donne in giunta ma non è questo il problema, nè la priorità. L'obiettivo è il bene della città! Ed evidentemente non ci sono donne più capaci degli attuali Assessori, di sedere in Giunta, in questo momento."

E' indubbio che il terremoto dell’aprile scorso ha fatto cadere nell’oscurità non solo la Giunta ma anche l’intero consesso municipale. Lo stesso Sindaco, travolto dalle macerie, dai frigoriferi, dalle beghe politiche interne, si è trovato ad affrontare situazioni per le quali non era affatto preparato. In alcuni casi, per la verità, è rimasto assolutamente solo. Isolato dal contesto politico cittadino. In poche parole, totalmente in panne, in balia delle onde.

Nei vari incontri avuti con il popolo, con gli elettori, il Sindaco ha percepito il malumore della scarsa rappresentatività delle donne in Giunta. Ha fatto mente locale delle volontà scaturite dai vari congressi dei Partiti di sinistra che esortavano, alcuni addirittura imponevano, una più visibile proporzionalità nell’inserimento delle donne nelle liste elettorali e nel conseguente affidamento delle deleghe assessorile o di governo. Si è riletto, soprattutto, il suo Programma Elettorale.

Ha pensato a tutto questo e ne ha fatto tesoro nelle sue decisioni....

Ha capito che la gestione del bilancio, delle risorse economiche, meglio ancora, la quadratura dei conti è una cosa seria, altrimenti si rischia la bancarotta. Così, si è visto costretto a blindare la posizione, almeno, della Giangiuliani e, “ob torto collo” ha cominciato a parlare di una presenza femminile in Giunta più significativa e visibile. In questo modo si è salvato dal finire nel novero delle giunte "a rischio", 1600 in tutta Italia, senza neanche una presenza femminile.

Ancora una volta ha fatto ricorso alla sua volpina astuzia. Ha deliberatamente ignorato le indicazioni dei partiti di sinistra. Si è messo sotto i piedi le dichiarazioni rilasciate in tutte le riunioni alle quali ha preso parte che non sono state poche. Ha ignorato i richiami della coscienza. Ha cancellato tutti i dubbi amletici che lo hanno assalito e non gli hanno dato pace per più di un anno.
E, cosa pensate che abbia potuto fare?

Per l’ennesima volta ha preso in giro tutte le donne aquilane, assegnando a Pierluigi Pezzopane una delega assessorile di squisito sapore femminile: le “pari opportunità”. Di sicuro chiunque si sarebbe certamente sentito offeso. Ma niente, nessuna reazione da nessuna parte. Di sicuro, in questo modo si mettono in atto i principi di democrazia, ai quali il Sindaco si appella ogni volta che viene messo in difficoltà, con le spalle al muro.

È giunto il momento, forse, che le donne comincino a prendere atto di certi atteggiamenti e, di conseguenza, imparino ad usare con più accortezza ed oculatezza il potere elettorale se vogliono puntare con estrema precisione al raggiungimento dei propri diritti.

La nuova Giunta, dall’aspetto pletorico, eterogeneo, alquanto pesante, intrisa di figure che dovrebbero offrire credibilità, fiducia, che dovrebbero offrire visibilità, specialmente al Sindaco, non avrà vita facile. Anzi, sarà proprio il divario delle qualità personali che porterà scompenso nell’efficienza, nell’efficacia e nella economia di gestione di delicatissimi problemi, sulla cui soluzione dovrebbero essere tracciate le linee di rinascita della città e del comprensorio.

Sarebbe bene, in questa ottica, che il Sindaco rileggesse, ogni tanto, almeno qualche breve concetto di un illuminato scrittore, Oscar Wilde, saggio e previdente, le cui riflessioni aiutano a vivere meglio, a giudicare con criticità oculata, con più rispetto verso le donne e verso il prossimo. Per assoluta comodità se ne riporta una: “Nessun uomo ha veramente successo a questo mondo, a meno che non abbia una donna alle sue spalle, poiché sono le donne a governare la società. Se non si hanno donne al proprio fianco, si è fuori dal mondo”.

Perciò, il Sindaco mediti, rifletta e decida liberamente di conseguenza. Non è difficile rimediare agli errori avendo la propensione al rimpasto facile. Non si faccia allettare dal canto delle “sirene” e ripensi attentamente al vero spirito che vive nella coscienza di tutti coloro che parlano bene e razzolano male.

Auguri e Buone Feste.

di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore - IlCapoluogo.it]

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