La stregoneria e la caccia alle streghe

Caccia alle streghe

Il Domenicale di CULTURA🇮🇹ITALIAE. Pillola a cura di Ennio Matano. La caccia alle streghe

Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle

Voltaire

Il vescovo di Ossory, Richard de Ladrede, seduto sul trono di san Kieran, ascoltava il racconto di quegli uomini in silenzio: nelle loro parole vi era tutto il risentimento verso la donna che il loro padre aveva sposato, resasi secondo loro colpevole di aver avvelenato il suo sangue fino ad ucciderlo con gli strani sortilegi che praticava.

La morte di Sir John le Poer non sarebbe stato che l’ultimo omicidio della donna.

Analoga sorte sarebbe toccata anche ai tre precedenti mariti, uccisi con la stregoneria.

Alice Kytele, nella loro descrizione, era una donna molto malvagia, e solo grazie alla magia avrebbe ottenuto ricchezza e potere, sottraendolo ai figliastri.

Il Vescovo, turbato da quelle parole, fece compiere nella piccola comunità irlandese di Kilkenny un’indagine e dalle informazioni che gli furono riportate apprese che nell’ostello di famiglia, il Kyteler’s Inn, Alice praticava riti sconosciuti con alcuni seguaci, adepti dell’Antica religione.

Nella comunità si vociferava che all’interno di quella locanda fossero nascosti oggetti “molto potenti e pericolosi”.

Alcuni uomini testimoniarono che avevano visto la donna compiere sacrifici di galli neri; altri che Alice fosse avvezza a giacere con il demonio.

Il vescovo de Ledrede portò le sue prove dal cancelliere Roger Utlagh affinché Alice Kyteler e i suoi complici fossero consegnati al giudizio della legge e di Dio, ma il cancelliere, che era anche il fratello del primo marito di Alice, fece invece arrestare il vescovo accusandolo di aver falsificato le prove sulla cognata e sul nipote.

Il vescovo fu rilasciato dopo diciassette giorni e ritornato in libertà rinforzò con maggiore determinazione le accuse verso Alice Kyteler che, forse aiutata o forse attraverso l’elargizione di una lauta elemosina, era riuscita a fuggire in Inghilterra trovando la salvezza.

Nel 1324, Alice Kytele fu comunque accusata formalmente di stregoneria e condannata in contumacia, insieme al figlio William, avuto dal primo marito, e alla donna di servizio, la ventiquattrenne Petronilla de Meath, che fu anche lei accusata dei crimini imputati alla sua padrona.

William, che ebbe la clemenza del Vescovo, si salvò offrendosi di pagare il rifacimento del tetto con le tegole di piombo della Cattedrale di San Canizio.

Petronilla de Meath, invece, fu arrestata e ripetutamente torturata.

Dal processo la donna uscì colpevole: durante le torture aveva confermato al vescovo i rapporti carnali con i demoni, la pratica di sacrifici animali e la creazione di pozioni e unguenti magici per avvelenare ed uccidere i mariti di Alice.

Petronilla de Meath venne arsa viva sul rogo, nel luogo dove oggi sorge il Tholsel, il municipio di Kilkenny.

Fu la prima donna ad essere sottoposta al fuoco purificatore per stregoneria.

Una storia di ignoranza impregnata di misoginia e classismo.

La caccia alle streghe in Europa causò circa 50 mila vittime, sebbene per la Chiesa cattolica le streghe non esistano.

La condanna a morte sul rogo non era inflitta direttamente dalla Chiesa ma dall’autorità civile, che faceva sua una sentenza dell’autorità ecclesiastica.

L’autorità ecclesiastica emetteva la propria sentenza di condanna sulla base dell’interpretazione di due versetti biblici: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi viene raccolto per essere gettato via e bruciato” (Gv. 15,6), e “Maleficos non patieris vivere” (Es. 22,18).

Essendo la stregoneria assimilabile all’eresia, che era un reato civile, veniva punita con la condanna capitale.

Riflessione personale sulla caccia alle streghe

Mentre guardiamo indietro a quei giorni bui, dobbiamo riflettere su come la paura e la disinformazione possano portare a ingiustizie sistemiche. La caccia alle streghe non è solo un ricordo del passato, ma una lezione per il presente. In un’era in cui la conoscenza e l’informazione sono alla portata di tutti, dobbiamo impegnarci a combattere l’ignoranza e a promuovere la comprensione, evitando che il terrore irrazionale prenda nuovamente il sopravvento.

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