Per i politici la trasparenza non è un optional...

trasparenza

Leggo con piacere che il Consiglio comunale di Milano, all'UNANIMITA', ha approvato pochi giorni fa un ordine del giorno che stabilisce di pubblicare online, sul sito del Comune, entro il termine perentorio di 6 mesi, per ciascun eletto e componente di Giunta, le nomine in società a partecipazione pubblica o controllate, gli emolumenti percepiti a qualunque titolo, le presenze ai lavori istituzionali, gli atti presentati e l’archivio audio/video degli interventi effettuati. Dal sito si dovrà anche poter anche accedere all’elenco delle proprietà immobiliari del Comune e loro destinazioni d’uso, a tutte le informazioni che riguardano gli incarichi esterni e agli emolumenti dei consiglieri di amministrazione delle società controllate.

Caspita? Di sicuro si tratta di una svolta necessaria che restituisce nobiltà alla politica, come predica il ministro Brunetta. Nell’era digitale le delibere di giunta e di consiglio (con i relativi allegati quando presenti) devono essere pubblicate anche su internet, in modo da permettere a tutti di tenersi agevolmente informati sull’attività amministrativa. Sembra scontato tutto questo: quanti hanno, oggi, il tempo di fermarsi e leggere le delibere appese all’albo pretorio (che non c’è più)? Quanti di noi possono invece collegarsi ad internet, per informarsi e sentirsi partecipi della vita amministrativa, soprattutto ora che la popolazione aquilana è sparpagliata in giro per l’Italia? Tanti, tantissimi. E questo ci permetterebbe di seguire gare di appalto, regolamenti, bandi, concorsi e decisioni che ci riguardano in prima persona e sulla nostra pelle.

Ma che dire del comportamento degli amministratori dell'Aquila? Quando si parla di trasparenza il silenzio del nostro Comune diventa assordante… ma di cosa si “impicciano” questi cittadini, ma che mai vorranno sapere? Perché vogliono partecipare ai Consigli Comunali, perché vogliono conoscere le delibere? Perché vogliono sapere?

Non arriviamo a pretendere per noi cittadini aquilani quanto deliberato dal Comune di Milano o in altre Amministrazioni più virtuose, ma abbiamo iniziato con il chiedere, “umilmente” e per cortesia, ormai da tempo, al Sindaco e ai nostri amministratori, di rendere note le loro posizioni rispetto alle situazioni abitative e logistiche. E questo non per voler violare la loro privacy ma perché ci sembra una comunicazione doverosa ai cittadini ed elettori. La risposta è stata per lo più negativa, a parte i casi isolati di Luca D'Innocenzo, Giampaolo Arduini, Manuela Villacroce, Vittorio Sconci, Giustino Masciocco e Gino Di Carlo. Di sicuro non si tratta di colore politico vista l'assenza di esponenti dei due schieramenti. ll problema è che se si rende trasparente una cosa, una posizione, un atto, una decisione, poi bisogna renderne conto, obbligatoriamente, ai cittadini…

E' il caso di dire che ce ne ricorderemo quando, in campagna elettorale, si useranno proclami e fiumi di parole su trasparenza, partecipazione, chiarezza, etica e condivisione democratica delle scelte.
Non è utopia, basta solo volerlo. Ma non per questo Paese…

di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore - IlCapoluogo.it]

Articoli correlati

Go up