Il bacio di Rubiales e la condanna: il MeToo del calcio spagnolo segna un punto decisivo
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Una multa di 10.800 euro. Assolto dal reato di coercizione
Luis Rubiales è stato condannato per aggressione sessuale. Il bacio non consensuale dato a Jenni Hermoso all’indomani della vittoria della Spagna ai Mondiali femminili del 2023 non è stato solo uno sgradevole incidente, ma un atto di violenza riconosciuto dalla giustizia. Dopo mesi di negazioni, accuse ribaltate e tentativi di minimizzare l’accaduto, il tribunale dell’Audiencia Nacional ha stabilito ciò che milioni di persone avevano visto in diretta: un abuso di potere mascherato da "gesto affettuoso".
Se il mondo aveva definito quell’episodio come il "MeToo del calcio spagnolo", oggi possiamo dire che questo movimento ha segnato un punto cruciale. Per troppo tempo, nel calcio e non solo, le donne sono state costrette a tollerare comportamenti inaccettabili, a difendersi dall'invisibile codice del machismo che regna nei vertici sportivi. Questa condanna manda un segnale inequivocabile: l’impunità è finita.
Dai Mondiali alla giustizia: la battaglia di Hermoso contro il sistema
Ripercorriamo i fatti: nell'euforia del trionfo mondiale, mentre la squadra festeggiava il risultato storico, Rubiales ha afferrato Hermoso per il viso e l'ha baciata sulle labbra, senza che lei avesse dato il minimo consenso. Subito dopo, il dirigente ha provato a ridurre tutto a una polemica sterile, affermando che il bacio fosse stato "spontaneo" e "consensuale". Quando la calciatrice ha smentito, ha subito una pressione mediatica soffocante.
“Le è piaciuto, se dice altro sta mentendo”, ripeteva Rubiales mentre si rifiutava di dimettersi. Il sistema si è subito chiuso a riccio per proteggerlo, con tentativi di delegittimare Hermoso e silenziare chiunque prendesse posizione contro l’ex presidente della Federazione spagnola. Ma questa volta la reazione è stata diversa: la calciatrice non ha abbassato la testa e, insieme a compagne, giornalisti e tifosi, ha trasformato un atto di abuso in un caso di portata globale.
Il bacio di Rubiales - Sistema in frantumi: il calcio femminile spagnolo dice basta
L'episodio ha rivelato una realtà che molte giocatrici spagnole denunciano da anni. Il bacio di Rubiales non era un caso isolato, ma la punta di un iceberg fatto di abusi, prevaricazioni e sessismo. Per decenni, la nazionale femminile ha vissuto in un clima di ostilità, con la federazione che trattava le calciatrici come figure di secondo piano.
Già 15 giocatrici avevano denunciato l’ambiente tossico all’interno della Federazione, accusando sia Rubiales che l’allora allenatore Jorge Vilda. Le loro proteste erano state ignorate, e alcune di loro sono state escluse dalla Nazionale. Ma questa volta la solidarietà è stata più forte delle minacce: la squadra ha fatto fronte comune, con fisioterapiste, collaboratrici e staff tecnico che si sono schierati apertamente contro Rubiales.
Il MeToo scatenato da Weinstein
Tutto ciò sembra stranamente familiare. Il libro "Brave" di Rose McGowan, l'attrice super coraggiosa che è stata la prima ad accusare Harvey Weinstein di stupro, ha raccontato queste dinamiche: Weinstein pensava che, avendo il potere di dare agli attori grandi ruoli nei suoi film, poteva anche aggredirli e aggredirli impunemente.
Invitava belle aspiranti attrici a incontri che, all'ultimo momento, venivano spostati da un luogo pubblico alla sua stanza d'albergo, dove lui si presentava in vestaglia e procedeva a violarle.
Quando le donne cominciarono - molto tempo dopo - a lamentarsi, lui sostenne che era tutto consensuale; che quelle belle donne avevano amato andare a letto con lui, nonostante il suo aspetto disgustosamente brutto. L'ha fatta franca per anni.
Ha terrorizzato tante donne, facendo loro credere che se non avessero assecondato le sue richieste, le loro carriere sarebbero state distrutte.
La visione di Rubiales, che cerca le labbra di una delle sue giocatrici, nonostante sia molto più giovane e sotto la sua tutela, puzza dello stesso diritto.
E la sua reazione, "sta mentendo, le è piaciuto molto, non ho fatto nulla di male", è fin troppo familiare - Weinstein ha fatto esattamente la stessa difesa.
E non si tratta solo di calcio: lo scandalo della ginnastica e degli abusi subiti da molte giovani ginnaste della squadra statunitense, tra cui Simone Biles, da parte degli allenatori, dimostra quanto possano essere vulnerabili le giovani donne nello sport.
Siamo ancora lontani dalla parità per le donne nello sport e in tutto il resto. Quindi un applauso a Jenni Rosales e alla squadra di calcio femminile spagnola per essersi opposte al loro sistema maschilista e per aver denunciato sia il bacio indesiderato che la cultura oppressiva.
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