Così caddero le stelle e le speranze delle aree del cratere

6 aprile 2009 terremoto laquila

Qualcuno che ritiene di contare molto nell’ambito della vita pubblica locale, mi ha definito sarcasticamente una “Cassandra”, ma nonostante ciò non riesco a vedere nulla di chiaro nel suo operare da illuminato stratega della politica aquilana. Lasciando perdere la definizione e una polemica personale, più volte abbiamo cercato di sottolineare, dalle pagine di questo giornale, sommessamente tra le righe, che, anziché dedicarsi al giochetto delle “tre carte”, i nostri rappresentanti politici, in seno alle Istituzioni locali ed a quelle parlamentari, avrebbero dovuto prioritariamente mettere a fuoco l’argomento più importante e vitale per la rinascita sociale, economica ed occupazionale dell’intera area investita dal sisma: la zona franca.
Questa era ed è ancora l’unica piattaforma capace di mettere in movimento una concreta politica degli investimenti economici, la realizzazione delle attività produttive artigiano-industriali e commerciali, una tangibile economia occupazionale e sociale. Invece, non abbiamo fatto altro che ascoltare proclami, iniziative, larvate minacce, polemicucce da quattro soldi, sterili campanilismi intorno alla dimensione geografica delle aree che avrebbero dovuto beneficiare delle agevolazioni fiscali.

In un primo tempo si era parlato, giustamente, dei territori dei Comuni ricadenti nell’area del cratere. Subito dopo qualcuno ha pensato bene di chiedere l’estensione di tali benefici all’intero territorio provinciale, visto che il sisma aveva creato danni ai Comuni della Marsica e della Valle Peligna.

Se il concetto dell’ampliamento è giusto, allora perché non estenderlo all’intera Regione? Morale: niente a nessuno e, quindi, oltre al danno, anche la beffa per tutti gli aquilani ed i cittadini dei Comuni del cratere.

Non sarebbe stato più giusto ed opportuno dedicarsi con tutta l’attenzione a questo argomento, anziché cercare alternative che non hanno e non hanno avuto lo stesso peso politico ed economico.

La proroga del pagamento delle tasse e delle bollette costituisce un beneficio momentaneo, molto labile, perché, fra qualche mese, dovremo pagare tutto, fino all’ultimo euro. Gli esattori dell’ENEL, della Telecom, dell’Agenzia delle Entrate, dell’acqua, della TARSU, dell’ICI, pretenderanno anche l’ultimo centesimo, anche se la casa non sarà ancora agibile.

La zona franca, oltre ad incoraggiare la ripresa delle attività economiche locali, avrebbe potuto attrarre sul territorio nuove aziende, nuovi investimenti, generando lavoro e ricchezze per il territorio. Dopo il varo del decreto “milleproroghe”, silenzio assoluto.
Le “stelle” del firmamento politico locale sono rimaste immobili sulla volta celeste. Paralizzate, forse, da una notizia che non si sarebbe dovuta mai pubblicizzare: il decreto tanto promesso, atteso ed eccessivamente enfatizzato.
Un silenzio tombale che la dice lunga sulle speranze, sulle aspirazioni, sulle possibilità di rinascita di questo territorio, sulle quali gli aquilani avevano cominciato a sognare e progettare un futuro migliore, sulle quali, però, si sta stendendo in maniera ignobile il velo dell’oblio.
I nostri rappresentanti politici preferiscono scaldare i propri muscoli, con il superiore coordinamento della Protezione Civile, intorno allo smaltimento delle macerie.
Qualche altro si permette di giocare anche con l’indicazione di siti che non risponderebbero ai requisiti di legge. Possiamo ancora permettere che si continui a giocare con le cose serie?
Questo è il lavoro che quotidianamente cerchiamo di portare dignitosamente e faticosamente avanti. Questo lavoro è la materia che da fastidio a qualche illuminato stratega politico.
L’affollato treno degli “illusionisti”, ritengo, però sia arrivato al capolinea.
Adesso bisogna scendere e, dal pulpito del Commissario della ricostruzione, occorre dire ed indicare il cammino da percorrere, con la precisa indicazione delle risorse disponibili, per intraprendere la via della rinascita.
Restiamo in attesa di ricevere dalla Protezione Civile le assicurazioni di adempimento in proposito, così come è stata sbandierata “ai quattro venti” la proroga del pagamento delle tasse. Vorrei sentire ripetere, ancora una volta e per questo specifico argomento, la roboante affermazione: “Lo avevamo promesso e abbiamo mantenuto fede alla promessa fatta. Il decreto di riconoscimento della zona franca è una realtà, sottoscritto, approvato e immediatamente esecutivo”.
Speriamo che, almeno questa volta, il Sindaco faccia squadra, visto che ne possiede una completa di ben undici giocatori. Con essi deve marciare veramente, prima alla volta della Regione, dove preleverà il Commissario alla ricostriuzione, poi si metterà a braccetto con il Capo della Protezione Civile e tutti insieme marceranno su Roma per chiedere il rispetto degli impegni a suo tempo assunti al cospetto degli aquilani, dei terremotati, degli sfollati.
Speriamo solo non sia una “marcetta” e che non si perdano rapidamente per la strada. Questa volta, però, riteniamo che si debbano delle sacrosante spiegazioni a quei cittadini che, pur nel dolore e nella sofferenza, hanno voluto accordarvi fiducia.
Poi sarò ben lieta di dare ampio spazio a delle buone nuove positive e costruttive.

di Maria Cattini
[tratto da Gli Editoriali del Direttore – IlCapoluogo.it]

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