De Matteis: verso la Zona Franca politica

pdl giorgio de matteis

Più di quindicimila visualizzazioni in un solo giorno per il video di Giorgio De Matteis  rimbalzato nella rete, ma soprattutto su Facebook, “Strano ma vero: un politico dice la verità!”.

Una sorpresa, quasi un tormentone. Dal gruppo Giovani Fascisti Italiani a Il popolo viola, da Noi-i diritti del cittadino, a Avanguardia Rivoluzionaria, un tripudio della rete per il politico abruzzese che ha sbancato il web.

Banchieri e tecnocrati che, dapprima hanno creato il danno, ed ora….governano il danno! Questo l’argomento principale trattato dal candidato Sindaco alle prossime amministrative del Comune dell’Aquila nell’intervista a sorpresa.  Un De Matteis che dice di voler andare oltre i partiti, il “De Magistris aquilano” e ora novello “grillino”, come viene definito dai tantissimi commentatori, alcuni dei quali non lo conoscevano né come uomo né come politico. «Oggi all’Aquila l’appartenenza politica non serve più, considerata la situazione drammatica in cui versa la città». Ha dichiarato recentemente.
Attualmente De Matteis è il candidato a Sindaco con il progetto “L’Aquila città aperta” del Movimento per le autonomie (Mpa) e di possibili liste civiche con l’obiettivo di far  convergere una pluralità ampia di consensi.

Ma De Matteis si può veramente considerare un uomo dell’antipolitica al di là dei partiti?

Se è vero che ormai le sigle dei partiti rimangono sigle e basta, Giorgio De Matteis, un democristiano “doc” di lungo corso, è nei partiti che si muove alla ricerca di una “zona franca politica”: dagli ammiccamenti con l’Udc di Cesa, De Laurentiis e Casini che ambiscono ad una candidatura centrista e quanto più possibile civica, con un Terzo Polo attendista e in forte imbarazzo rispetto alla sua candidatura, verso un Udeur ritrovato e un’apertura teorica al Pdl ma senza primarie, ormai eterne incompiute in un futuro congresso dei  “lunghi coltelli”.

A questo punto è bene che De Matteis si domandi per chi suona la campana: se il segnale forte della possibile aggregazione politica di un “grande centro” potrebbe sparigliare le carte del centrodestra, cavalcare l’onda populistica dell’antipolitica potrebbe rappresentare un rischio per chi, nella vecchia politica, ci è cresciuto… e prima o poi,  la campana suona per tutti.

Maria Cattini, L’Aquilablog.it

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