Elezione Consigli territoriali: con solo il 15% di partecipazione Cialente può celebrare la sua “vittoria bulgara”
Alla fine solo il 15,2% degli aquilani ha fatto valere il diritto al voto per eleggere i collegi territoriali dei quali, in realtà, pochi rimangono convinti dell’effettiva utilità. I nuovi collegi territoriali, infatti, saranno consultati dall’Amministrazione comunale ma il loro parere non sarà vincolante. In parole povere: se i loro pareri saranno funzionali al Sindaco, ben vengano, altrimenti, ciccia. Ma la seconda ipotesi è molto improbabile, viste le bizzarre modalità con le quali sono state svolte queste elezioni: per ammissione dello stesso Sindaco Cialente, le operazioni di votazione sono state svolte da molti “miei amici e familiari”, poiché- è la motivazione ufficiale a questa scelta sconcertante – “molti di coloro che si erano offerti volontari per i seggi si stanno tirando indietro”. Ma questo è forse l’aspetto minore che ha caratterizzato la bizzarra consultazione elettorale alla “io, mammetta e tu”.
Molti malumori erano infatti già sorti per la composizione delle liste, con alcuni dei candidati troppo vicini ad esponenti politici o con in tasca la tessera del Pd o attuali squatter di Palazzo Fibbioni. Il consigliere d’opposizione Alessandro Piccinini aveva inoltre denunciato che, tra gli eleggibili, c’erano cittadini che, contemporaneamente, comparivano pure nell’elenco dei volontari, istituito per la raccolta e la consegna delle candidature e deputati a sovraintendere all’organizzazione e al corretto svolgimento delle operazioni di voto.
Durante la consultazione, poi, alcuni cittadini hanno sottolineato come ci fosse scarsa informazione sui luoghi del voto, mal segnalati in alcuni casi. E, infine, tra i fortunati che sono riusciti a raggiungere le urne, si sono levate furiose le proteste per la scelta di dotare i seggi di matite cancellabili. Una scelta incomprensibile così come è parsa incomprensibile la mancata registrazione dei cittadini che si sono recati alle urne: non c’erano registri, non venivano iscritti i votanti in alcun brogliaccio e dunque, in teoria, un elettore avrebbe potuto votare più di una volta. Insomma, se non si fosse trattato di una consultazione elettorale praticamente ininfluente, se non per misurare il numero dei voti ascrivibili ai vari peones del PD, sarebbe stato uno scenario da chiamare i caschi blu dell’ONU per ripristinare la minima dignità e credibilità a questa consultazione democratica. Operazioni di voto bulgare che, però, non hanno impedito al Sindaco Max Cialente di gridare pubblicamente al miracolo suggellando su facebook il “grandissimo successo di questa iniziativa, che rilancia la partecipazione democratica nella nostra complessa realtà territoriale.”
Cialente, che forse si ispira ancora al concetto di democrazia di paesi dell’ex Unione Sovietica dove andavano a votare solo i membri di partito e i loro portaborse, definisce il 15% (9.345 per l’esattezza) dei votanti aquilani “una partecipazione altissima”. Mentre il restante 85% che è rimasto a casa- o ha preferito spendere meglio il suo tempo- per il Sindaco sarebbe composto da “gufi, disfattisti, oscuri personaggi che maneggiano un preoccupante sottobosco sudamericano, bastian contrari, invidiosi”. Così come ha scritto testualmente in un esaltante, ed esaltato, post su facebook.
Il Sindaco dell’Aquila non ha dubbi, ed è spietato: “In questi anni ci pesano- scrive il Sindaco rivolto alla parte dei villici con non lo onorano a dovere- perché dovendo remare come matti, questa gente ci fa da zavorra.” Buttiamoli al mare, ci verrebbe da suggerirgli se non temessimo che ci prenda sul serio. “Grilli parlanti”, inveisce ancora il Sindaco, prima di impartire l’ordine alle sue truppe di dipendenti pubblici miracolati, “lasciamoli stare al loro livore ed inutile ruolo.” Troppo buono, sua maestà.
“La città, la comunità, c’è”, oggi afferma sicuro. Dimenticando che, solo la settimana scorsa, era tornato nel ruolo di sindaco dimissionario ‘seriale’, ridicolizzato a livello nazionale anche dai commentatori di Omnibus su La7.
“La maggioranza degli aquilani, tosti- continua nel deliro della vittoria- remano, ci credono, vigili, attenti, anche critici, ma si stanno dando da fare.” Peccato che “la maggioranza” di cui parla Max sia composta solo da il 15% di aquilani, poco più di 9.000 su 57.000 abitanti. Ma si sa, con un sindaco così anche la matematica diventa un’opinione. Bulgara, ovviamente.
Laquilablog.it, 12 ottobre 2015
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