I mille di #Cialente: solo il Pd abruzzese risponde all’appello per far ritirare le dimissioni al Sindaco dell’Aquila
di Maria Cattini – Poco più di mille cittadini si sono radunati al Castello per chiedere, “a nome dell’intera città” a Massimo Cialente di ritirare le sue dimissioni da Sindaco dell’Aquila. Alla fine non si è presentato nessun esponente del Governo, neanche il sottosegretario Legnini, a conferma dell’attuale totale isolamento in cui Roma ha relegato il Pd aquilano.
Decisamente più importante la presenza degli esponenti del Pd regionale, partiti da ogni angolo d’Abruzzo per portare la loro solidarietà a Cialente. Tra i leader democrat abruzzesi, presenti anche Luciano D’Alfonso, da Pescara insieme ai massimi esponenti della segretaria regionale, Silvio Paolucci, Camillo D’Alessandro, e il vice Presidente del Consiglio Regionale Giovanni D’Amico a guida di una nutrita delegazione marsicana. D’Alfonso, in mezzo a tanta gente, non capisce di essere circondato dai suoi compagni di partito e dichiara: «Fa un bell’effetto vedere tanta gente in una manifestazione che non ha colorazione politica ma è una bella risposta di popolo. È evidente che la questione aquilana vada riportata a un livello nazionale».
Folta la delegazione di sindacalisti, dei lavoratori di Abruzzo Engeneering e molti dipendenti delle municipalizzate con le rispettive famiglie.
Massimo Casacchia ha preso la parola in ricordo del prof. Rocco Pollice.
Stefania Pezzopane, si è riservata il ruolo più importante, quello di chiudere la manifestazione e arringare gli amici.
«È una manifestazione per L’Aquila, per noi che c’eravamo il 6 aprile. Chi non c’era fa sciacallaggio. La città è colpita dalla durezza di questi 5 anni. Cialente è una persona onesta e per bene. Non si capisce perchè Cialente si debba dimettere. Glielo chiedono i consiglieri di centro destra che alla Provincia e alla Regione hanno avuto arresti e chi non ha chiesto le dimissioni del presidente Chiodi dopo due arresti di due suoi assessori o dopo le indagini sul suo studio. Il centro destra di certo non può chiederle a Massimo Cialente».
«C’è in ballo – continua – la ricostruzione di L’Aquila. Questa non è una città di ladri. Se le responsabilità sono personali per la Regione perché sono politiche per il comune di L’Aquila? Massimo torna a fare il sindaco. Non mollare! È in gioco l’onorabilità della città!».
Poi, la senatrice di lotta e di governo torna ad attaccare Renzi e il governo: “Trigilia lasci delega ricostruzione. E gli sciacalletti se gia’ pensano a nuovi scenari elettorali non hanno capito il grande pericolo che stiamo correndo”. Però non annuncia di uscire dalla maggioranza come molti dei suoi sostenitori le avevano suggerito per dare un forte segnale al Governo.
“Il Tg1 è uno sciacallo- aggiunge solo la Pezzopane- perché non si può permettere di colpire il sindaco in un momento di debolezza.”
Adesso tutti attendono la prossima riunione del Pd nazionale, che si terrà lunedì prossimo a Roma, nella speranza che un segnale positivo venga almeno in quella occasione. Ma dopo la deludente manifestazione di oggi, “i mille” sono sempre più convinti che nella capitale nessuno li capisca. Nessuno li ami.
Ma niente è perduto. Malgrado il flop odierno, la Pezzopane ha ancora due settimane di tempo per convincere Cialente a ritirare le dimissioni. E Massimo non vede l’ora di avere una scusa buona per tornare a sorprenderci e mostrare tutta la sua generosità ritirando le dimissioni “per il bene dell’intera città”.
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