Il “nuovo” corso di Cialente: una lettera aperta a Letta per ottenere subito 1 miliardo
di Maria Cattini – “Caro Presidente, con grande gentilezza il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, mi ha convocato per il prossimo 14 febbraio per un incontro a Roma…”
Inizia così l’ennesima lettera che il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha inviato oggi al Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta. Una missiva scritta per chiedere subito un miliardo di euro al Governo e che rievoca, per lunghezza e stile, uno dei tanti memorabili post apparsi sul suo profilo di FaceBook, ormai soppresso. Cialente non sembra preoccuparsi affatto, o forse non è a conoscenza, che questa settimana Letta dovrà affrontare dei giorni difficilissimi che potrebbero compromettere la vita stessa del suo Governo. Per il sindaco “signor Bonaventura” alla ricerca di 1 miliardo di euro, questi sono solo particolari insignificanti.
Come è di poco conto la devastante congiuntura economica che continua ad attanagliare il Paese. O come dovrà ritenere poco significativi segnali politici come la totale indifferenza mostrata da Letta davanti la minaccia delle sue dimissioni.
Dopo aver dichiarato guerra alla stampa nazionale, rimasto isolato nel suo splendido “autismo politico”, Cialente non può far altro che prendere nuovamente carta, penna e calamaio per cercare di comunicare il solito concetto, che ormai conoscono a memoria anche nelle più remote cantine del suo “impero”.
“Se nei prossimi giorni il Tuo Governo non riuscirà a trovare il miliardo necessario per finanziare la ricostruzione per l’intero anno 2014 – minaccia ancora Cialente – per la prima volta nella storia del Paese, a fronte di una tragedia quale la nostra, dovremo bloccare la ricostruzione dell’Aquila e dei Comuni del cratere sismico per almeno 6-9 mesi. Le conseguenze politiche e sociali sarebbero drammatiche.”
Il resto del testo contiene la solita fuffa, condita da qualche trovata degna di Totò e Peppino. Come quando il sindaco, dando rigorosamente del tu al Primo Ministro, si scrive la domanda e si da subito la risposta. “Siamo stati bravi? Sì!”, scrive testualmente Cialente per poi aggiungere sicuro: “Se Tu dovessi tornare ora – anche oggi stesso – rimarresti colpito rispetto a quando venisti due anni e mezzo fa, quando la città, vittima del terribile commissariamento Gianni Chiodi-Gaetano Fontana, era completamente ferma.”
“Capisco di chiedere un grande sforzo alle casse del Governo e dunque alle Italiane e agli Italiani, ma ritengo che ne vada di mezzo l’onore,” arriva a concedere Cialente in un sussulto di realismo che dura giusto un attimo. ”Sono certo che in questi giorni il Governo avrà modo di reperire questa somma, senza la quale, per noi, non ci potrà essere futuro.” La somma sarebbe “solo” 1 miliardo di lire, per intenderci il doppio di quello che Letta è riuscito “trionfalmente” a ottenere una settimana fa dal Kuwait.
E se la risposta del Governo fosse la stessa che ha dato il ministro Trigilia- che ricordiamolo è ancora lì inamovibile come due settimane fa? E se la fine del Governo Letta fosse imminente come scrivono oggi molti giornali? Che domande! La lettera è solo l’ennesimo divertissement ai quali ci ha abituato il nostro simpaticissimo sindaco. Venerdì prossimo, se ancora esisterà un governo Letta, comunque vada, ne siamo certi, sarà un successo. E anche se le cose dovessero andare così-così, Cialente sarà abilissimo, come al solito, a trovare qualcuno al quale attribuire le colpe del suo ennesimo fallimento.
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