Il sindaco… Lo chiamavano Er Bugia
Se Noam Chomsky avesse ragione nel definire la politica come “arte della menzogna”, allora al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, spetterebbe sicuramente il titolo honoris causa de “Er Bugia”. La sua amministrazione della città si divide infatti in due fasi: quella del nulla totale che caratterizzò il mandato pre terremoto e quella del successivo, quando, all’irrilevanza ha solo saputo aggiungere l’abilità di raccontare menzogne al limite del grottesco. Attraverso i microfoni del TG1 o sui post di Facebook, Cialente continua infatti a raccontare balle ai cittadini aquilani senza sprezzo del ridicolo e con la disinvoltura tipica dei sovrani borbonoci: dalle “dimissioni irrevocabili” annunciate all’intera nazione, alla discarica abusiva di Preturo ribattezzata con un certo cinico sarcasmo in Aeroporto dei Parchi, ai reiterati impegni per l’apertura dello Stadio di Acquasanta, agli inquietanti rapporti con il suo vice sindaco Roberto Riga e con l’ex consigliere, suo delegato, Pierluigi Tancredi, fino all’avviso di garanzia più bizzarro della storia della giustizia italiana.
Proprio dopo la notifica della proroga delle indagini preliminari, Cialente ha dato una nuova lezione del suo personalissimo stile:
“Rendo noto che questa mattina – ha scritto sul suo social network preferito- mi è stato recapitata una richiesta di proroga di indagini preliminari su una vicenda di cui non sono a conoscenza. Ne do comunicazione, in nome della trasparenza e prima che si scateni il battage mediatico.”
In nome di una trasparenza tanto trasparente che il sindaco, forse solo per onorare Sant’Agnese della quale presto ricorreranno i festeggiamenti, si è guardato bene da pubblicare il testo inviatogli dalla Procura delle Repubblica dell’Aquila. Quindi rimane impossibile verificare se sono vere le voci che lo vogliono coinvolto in un’inchiesta (affidata alla Guardia di Finanza) che indaga da mesi sui suoi rapporti con alcuni imprenditori, sulla base di una serie di esposti. Oppure ci sono dettagli più imbarazzanti per sé e per alcuni imprenditori aquilani? Il battage mediatico cittadino -come lo chiama il sindaco – in realtà è presente da settimane, e ruota soprattutto intorno all’annosa transazione per risolvere l’impasse sulla metropolitana di superficie. Una costosissima e offensiva opera fantasma, quasi quanto quella dell’aeroporto di cui Cialente era uno dei massimi sostenitori, prima che il Comune si costituisse parte civile contro i gestori. In entrambi i casi è stato il vice sindaco Nicola Trifuoggi, subentrato a Roberto Riga, a imporre che si rispettassero le regole e l’interesse pubblico.
Al contrario di Cialente che non ne sa nulla e si finge morto, alla redazione dell’Ansa dimostrano di saper leggere benissimo le carte e provano a rasserenare gli aquilani paventando per il sindaco “solo” l’accusa di “abuso di ufficio”, e non di “corruzione” come temevano i più pessimisti. Mentre il Presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti torna a indossare velocemente la toga per correre in Procura a ricoprire ancora una volta le vesti di avvocato di fiducia del sindaco, Er Bugia, quando non è proprio possibile scaricare la colpa ad altri, prova a spacciarsi agli occhi dei cittadini per uno che è sempre lì per caso, che non si accorge mai di nulla, che brancola nel buio. O meglio, per usare le stesse profetiche parole di Cialente, “per un cretino che pensa solo a cercare la sua gatta nera”.
Laquilablog.it, 30 novembre 2015
Articoli correlati