L’Aquila: Le Salette Aquilane riaprono. Dov’erano, com’erano

Le salette aquilane

Le Salette Aquilane sono pronte a tornare al loro antico splendore. Lo storico ristorante, a Coppito dal 1964, ha ottenuto l’agibilità parziale e in autunno potrà riaprire le sue cucine. A darne la notizia la figlia del proprietario, deceduto anni fa, Sabrina Plazzi che insieme alla mamma, Angela De Michele, oggi titolare con il fratello è il punto di riferimento in cucina e afferma emozionata: “Dov’erano com’erano, sarà il nostro motto. Riaprire le Salette nello storico locale di mio padre è stato un impegno preciso. La scelta di non ricollocarci in un altro locale dopo il 6 aprile è stata dolorosa e anche difficile dal punto di vista economico. Ci avevano chiesto degli affitti esorbitanti fuori città e così abbiamo preferito aspettare. E ora siamo felici per noi e per la città che può recuperare un pezzo di storia”.

Dopo uno stop forzato di quattro anni post-terremoto, è arrivata dal Comune l’agibilità parziale e a breve, dopo pochi lavori di imbiancatura che inizieranno a giorni, lo storico e tipico ristorante, in un palazzo gentilizio del 700, Palazzo Gigotti, riaprirà la propria cucina tradizionale, in un’atmosfera tra elementi del passato e richiami storici e folkloristici, non solo abruzzesi.

Il nome del ristorante deriva dalla struttura dello stesso: piccole sale accoglienti dove si viene ricevuti con un genuino calore familiare. Racconta la signora Angela: “mio marito nel 1983 aveva aperto inizialmente un bar molto frequentato dagli amici visto che a Coppito esisteva solo una cantina.
La comitiva di amici, soprattutto medici capitanati dal dottor Paolo Tosone, a distanza di una anno, lo convinsero ad aprire Le Salette per aver un posto tranquillo nel quale incontrarsi e mangiare in modo genuino. E così da allora è diventato un ristorante ‘familiare’ per gli aquilani e i turisti di passaggio”.

Dagli antipasti col Pecorino di Pizzoli, le Mortadelle di Campotosto, le mozzarelle di Rivisondoli allo spiedo, il prosciutto nostrano e di cinghiale e i famosi fagioli di Paganica, passando per i tortelloni al tartufo, la polenta con salsiccia, i bucatini all’amatriciana  e i mitici cannarozzetti “alle Salette”, fino ad arrivare agli  spiedini di carne d’agnello, alla braciolata mista o alla panonta di maiale, tutto ricorda un ambiente accogliente, caldo e tranquillo; così come lo era il proprietario ed il servizio in genere, presente ma non invadente, a detta dei clienti più affezionati. La scelta di vini della Cantina delle Salette, sopravvissuti ‘magicamente’ al terremoto, rappresenta  un vasto assortimento di tutta la regione.

Difficile scorgere un lembo di parete libera nelle sale adorne di quadri e oggetti di vario genere. Rintracciarne l’eventuale filo conduttore sarà un piacevole passatempo nell’attesa, mai lunga, di essere serviti, quasi in un percorso che guarda al passato. Nelle Salette sono conservati il Pugnale dei Duchi Baglioni di Perugia, l’elmo da Velite della Fanteria leggera romana, l’anello portaveleno dei Borgia. Per non parlare del Libro delle Firme delle Salette Aquilane. Tra le firme di personaggi illustri si trovano Lucio Dalla, Mina, Rachele Mussolini, Piera Degli Esposti, Tognazzi, Fellini, Bobby Solo, Gassman, Bruno Vespa, Lina Sastri, Pannella, i Ciarletta, i campioni dell’Aquila Rugby 1967, Forlani, Mariano Rumor, Noschese, Remo Gaspari, Domenico Susi. E proprio Susi, ricorda la signora Angela, fu il protagonista di un episodio che vide balzare Le Salette agli onori della cronaca nazionale. “Trovati 106 milioni a Coppito – il titolo dell’articolo di giornale ingiallito, ma conservato gelosamente dentro il Libro delle Firme. -Mario Plazzi nel 1974 dopo aver trovato un libretto al portatore del Banco di Napoli con 101 milioni e due assegni si è recato dall’avvocato Paolo Scopano per sporgere denuncia e consegnare il tutto ai Carabinieri”. “Lo stupore fu grande –  leggiamo – quando si seppe che in realtà erano stati smarriti dall’assessore regionale Domenico Susi (Psi) che dovette indire una conferenza stampa per spiegare l’accaduto anche alla Magistratura”.

Qualcuno che ricorda con particolare affetto signora Angela? “Il Sindaco De Rubeis che era uno dei clienti più assidui e Pino Zac, un giornalista e vignettista affermato che era diventato amico di mio marito. Era ad un passo dalla direzione artistica del Teatro Stabile quando è venuto a mancare nel 1985. Un dolore per mio marito e un vero peccato per la città e per il futuro del Teatro”.

Laquilablog.it, 27 agosto 2013

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