Massa d’Albe: ricorso al Tar del Comitato contro l’impianto di compostaggio

Massa d'Albe

«L’impianto Cesca non va realizzato perché troppo vicino a una scuola, al Parco naturale regionale del Sirente Velino e al sito archeologico di Alba Fucens». La popolazione della zona è in fermento e passa dalle parole ai fatti per dire no alla realizzazione dell’impianto di compostaggio che dovrebbe sorgere lungo la strada provinciale per Massa d’Albe. Il Comitato difesa del territorio equo, che riunisce i cittadini di Massa d’Albe, Magliano e Scurcola, sta conducendo da tempo una battaglia, col sostegno di Italia Nostra e della sezione locale del Wwf, contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio, una struttura da 50mila tonnellate, che creerebbe problemi non solo alla salute ma anche al territorio dove vivono.

Il legale del Comitato ha notificato, nei giorni scorsi, il ricorso al Tar contro l’impianto di compostaggio entro i termini dell’11 novembre 2014, mentre il Comune si è fatto scadere il termine del 18 ottobre per presentare il proprio ricorso pubblicando un avviso per incarico legale il 4 novembre.

Duecentottantanove  persone si sono costituite contro la Regione Abruzzo, il Comune di Massa d’Albe, l’Arta (Azienza regionale per la tutela dell’ambiente), la Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, nonché la ditta Cesca sas di Domenico Contestabile & C., per l’accertamento dell’illegittimità e il conseguente annullamento di una serie di atti che riguardano il progetto dell’impianto di compostaggio presentato presso il Comune dei Massa D’Albe dalla ditta Cesca sas nel settembre 2013. Il progetto, secondo i ricorrenti, è rischioso per l’ambiente e per il territorio e non considera in nessun modo le esigenze di sicurezza, salute, prevenzione e cautela delle persone che vi risiedono o vi abitano o dimorano. Il comitato si è affidato alla consulenza del Cnr e, per i rischi sanitari del progetto, alle osservazioni del dott. Di Mattia che sollevano temi importanti circa le problematiche infettive cui andrebbero incontro le popolazioni che risiedono vicino l’impianto.

IL PROGETTO La struttura, ricavata da una porzione di una delle cave della Cesca, in località “Il campo” lungo la strada Provinciale, tra Magliano e Cappelle dei Marsi, frazione di Scurcola, è parte di un progetto da 3 milioni di euro che prevede l’assunzione di 8 dipendenti.

L’area “Il Campo”, sottoposta a vincolo ambientale, già adibita a attività estrattive, rientra nel Progetto Speciale Territoriale (PST) per il recupero delle cave dell’area di Alba Fucens. Una zona a poca distanza da importanti Riserve Naturali (in primis, dal “Parco Regionale Sirente Velino”) e prospiciente l’area archeologica di Alba Fucens. L’impianto sarà destinato al recupero di rifiuti organici, raccolti in maniera differenziata, per un quantitativo massimo di 50.000 t/a e composti principalmente da rifiuti agroindustriali e da rifiuti ligneo-cellulosici. Scarti di cibo, resti di industrie agroalimentari e potature di giardino si trasformeranno in compost di qualità attraverso un processo che si rifà alla decomposizione naturale. Inizialmente il progetto riguardava anche l’utilizzo di fanghi di depurazione delle acque civili e industriali poi, con un’integrazione, l’azienda aveva comunicato di voler “rinunciare alla trattazione e lavorazione di fanghi di depurazione delle acque civili e industriali nonché di quelli derivanti dalle industrie agroalimentari anche nell’ottima di migliorare la qualità del prodotto finito che oltre a potersi fregiare del titolo di compost di qualità potrà essere utilizzato anche nell’agricoltura biologica come da normativa vigente”.

La Cesca è attualmente anche gestore di un impianto di compostaggio di materia organica, di provenienza agricola-industriale e da raccolta differenziata, autorizzata dalla Regione Abruzzo ­Servizio Gestione Rifiuti, sito in località Borgo Incile, del Comune di Avezzano. Titolare da alcuni anni della concessione di terre di uso civico utilizzate per attività estrattive, in data 24 settembre 2014, la società ha ottenuto anche la proroga della concessione per 10 anni, fino al 20 maggio 2024 per l’esercizio dell’attività estrattiva e il ripristino ambientale come da fideiussione aggiornata.

La proposta industriale per il recupero e la ottimizzazione di parte delle aree ex cava tramite un “Progetto per la realizzazione e l’esercizio di un impianto di compostaggio da matrici organiche di qualità per la produzione di Ammendante compostato Misto”, presentata dalla Cesca, come iter burocratico deve sottostare, per la procedura autorizzatoria, alla Regione, mentre il Comune di Massa d’Albe interviene per il rilascio dell’autorizzazione urbanistico–edilizia, compatibilmente con le previsioni dello strumento di pianificazione generale e del P.S.T. di Alba Fucens.

L’Aquilablog, 25 novembre 2014

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