Politici in fuga da TikTok. Dove sono finiti tutti?

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TikTok è stata la novità su cui i leader di partito hanno puntato (quasi) tutto nell’ultima campagna elettorale, ma a tre settimane dal voto dove sono finiti tutti?

Resistono soltanto Salvini e Berlusconi: sono stati i protagonisti della campagna elettorale e ora non vogliono perdere quel primato che non si è però tradotto in voti.

In direzione opposta vanno invece:

Matteo Renzi, che pure aveva avuto uno sbarco molto efficace a suon di «sish», «first reaction shock» e autoironia, abbandono il social network di giovani. Dopo il voto l’unico post è quello di auguri a nonna Maria.

Meno netto il distacco per l’alleato, il leader di Azione, Carlo Calenda, che aveva pubblicato 37 video nel periodo elettorale, scendendo a 10 nel mese successivo.

L’ex premier e presidente del M5S, Giuseppe Conte, era invece tra coloro che avevano iniziato a sfruttare TikTok da prima della campagna elettorale, potenziandone l’uso con l’avvicinarsi delle elezioni: pur con soli 16 post tra l’1 e il 25 settembre aveva generato un totale di 2.4 milioni tra like, commenti e condivisioni, anche grazie al tormentone divenuto virale occhio ragazzi, con il quale apriva i video in cui attaccava le idee dei suoi avversari.

Numeri che scendono drasticamente nel mese successivo a 5 post pubblicati, per lo più stralci di interventi, e la miseria di 34mila interazioni. Il video del suo primo discorso alla Camera dei Deputati, pubblicato il 26 ottobre, ha segnato però il ritorno in auge dell’avvocato del popolo, attestandosi da solo sui 187mila like.

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