Rissa in Consiglio regionale: Ranieri del M5S minaccia strascichi legali
Rischia di finire nelle aule giudiziarie l’alterco post chiusura del consiglio regionale che ha visto protagonisti il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio e il Consigliere del M5S Gianluca Ranieri. Dopo un giorno di riflessione, è stato proprio Ranieri ad uscire oggi allo scoperto nel corso di una conferenza stampa tenuta questa mattina a Tagliacozzo. Ranieri, ricostruendo l’accaduto, ha raccontato che il Presidente Di Pangrazio avrebbe reagito in “malo-modo” alla richiesta di un simpatizzante del M5S di avere chiarimenti sulla mancata discussione delle risoluzioni riguardanti la PowerCrop e i punti nascita. La reazione di Di Pangrazio sarebbe stata tanto scomposta che la questione, come sottolineato dall’esponente del M5S, “avrà degli strascichi giuridico-legali”.
Da alcune ricostruzioni la rissa verbale, scoppiata tra i corridoi al termine della seduta di Consiglio e finita a spintonate, avrebbe visto protagonisti, oltre allo stesso Ranieri e il Presidente Di Pangrazio, il sottosegretario della Giunta Camillo D’Alessandro (Pd) e il consigliere segretario Alessio Monaco (Regione Facile). Quest’ultimo, nella ressa, avrebbe sbattuto la testa contro lo stipite di una porta. Momenti di forte tensione che hanno spaventato i protagonisti senza però riportare conseguenze gravi.
"Dopo l'improvvisa e burrascosa chiusura dei lavori del Consiglio regionale di martedì scorso,- ha raccontato Ranieri- è accaduto che un consigliere regionale e un cittadino, Giorgio Fedele, sono andati a interloquire con il presidente chiedendogli il perché della sospensione. Fedele gli dice che dovrà rendere conto di ciò ad Avezzano e Di Pangrazio risponde che non si può permettere di parlargli così. Di Pangrazio aggredisce Giorgio e poi viene portato via a forza e Monaco che non c’entrava nulla, ma resta ferito. Noi ci siamo trovati circondati da personaggi della maggioranza del PD che continuavano ad aggredirci, in particolar modo dal consigliere D’Alessandro- ha raccontato Ranieri ai giornalisti- Quindi credo che la situazione non sia più imparziale e il presidente Di Pangrazio debba lasciare. La differenza tra il fare politico nostro e quello loro è che per noi i semplici cittadini valgono. C’è stata un’aggressione vera e stiamo valutando una mozione di sfiducia e un’azione dal punto di vista legale. Nella rissa Di Pangrazio c’era ed è stato l’origine di ciò”, ha puntualizzatopiù volte Ranieri.
Per questo increscioso episodio, ma soprattutto per aver negato la discussione in Aula delle questioni Powercrop e punti nascita, il Movimento 5 stelle non ha dubbi e nel corso della conferenza ha invitato il presidente Di Pangrazio a un’attenta riflessione con successivo “passo indietro. Altrimenti”, ha affermato il consigliere Ranieri, “alla luce dell’inaccettabile comportamento tenuto in aula, quando ha impedito la discussione su due risoluzioni mirate a ridare dignità e responsabilità delle decisioni alla classe politica, porteremo la questione direttamente al vaglio dell’Emiciclo”.
“La mission del Presidente del consiglio regionale”, ha aggiunto Ranieri, “è quella di rappresentare una garanzia per tutti, non della maggioranza, ruolo che Di Pangrazio non ha impersonato in Aula”. Su questo tasto ha picchiato duro anche Massimo De Maio, portavoce dei pentastellati di Tagliacozzo: “evidentemente la partita sui punti nascita e sulla Powercrop è un nervo scoperto nella maggioranza, ma il Presidente del consiglio regionale dovrebbe agire in nome della terzietà”.
Sempre sulla rissa scoppiata tra i corridoi dell’Emiciclo, è intervenuto anche Riccardo Mercante, altro consigliere regionale del M5S, in questo caso solo per chiarire la sua totale estraneità ai fatti.
“Sono molto dispiaciuto di aver letto il mio nome accanto a quello del Presidente del Consiglio, Di Pangrazio, quali autori della rissa verificatasi al termine della seduta del Consiglio regionale di martedì scorso”. Il riferimento di Mercante, spiega un comunicato stampa del M5S regionale, è all’articolo pubblicato sull’edizione del 25 marzo scorso del quotidiano Il Centro.
“A pagina 7 – ha spiegato Mercante – si racconta di una rissa con il Presidente del Consiglio, scoppiata fuori dall’aula consiliare, conclusasi con la caduta del Consigliere Monaco, affermando, anche se in forma dubitativa, che l’altro interlocutore potessi essere io.”
“Piuttosto- continua Mercante- avrei preferito leggere almeno un riferimento alla mancata approvazione, grazie al mio intervento, della modifica al Regolamento del Consiglio, voluta dalla maggioranza, che avrebbe portato alla creazione della ennesima poltrona a 1.800 euro mensili per la presidenza di una commissione che, in nove mesi, si è riunita una sola volta e solo per discutere di tale modifica. Probabilmente questa era una notizia che avrebbe potuto interessare maggiormente i cittadini aiutandoli a comprendere quanto accade realmente durante le sedute del Consiglio regionale”.
Laquilablog, 26 marzo 2015
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