Violenze in Siria, l'Italia ritira i diplomatici. Ma Mimmo Srour tace?

Tutte le operazioni diplomatiche dell’Italia in Siria sono cessate. Il nostro ministero degli Esteri ha comunicato di aver sospeso le attività della propria Ambasciata a Damasco e di aver rimpatriato lo staff della sede diplomatica.
E' chiara la volontà di lanciare un segnale politico: «l’Italia ha inteso isolare ulteriormente il regime di Damasco» e ha fatto sapere di dare il suo completo appoggio a Kofi Annan, di recente nominato, con una larga maggioranza, Inviato Speciale dell'Onu e della Lega Araba.
Ci saremmo aspettati che Mimmo Srour, siriano, ex assessore regionale alle Politiche del Mediterraneo, che aveva già preso posizione qualche tempo fa in merito agli scontri e che aveva avuto un ruolo di rilievo come mediatore nella liberazione del circo Embell Riva, dicesse la sua da osservatore speciale dopo i recenti e repetuti massacri. Solo un mese fa aveva dichiarato, in occasione del Sit-in pro Assad a Roma, «L’Italia stia attenta a ciò che sta accadendo, si assuma un ruolo da vero mediatore e cerchi il dialogo. Un intervento militare sarebbe un disastro, basta guardare a ciò che è successo alla Libia».
Ora, di fronte alle violenze che hanno condotto, dall’inizio delle proteste, a oltre 8mila morti, molti dei quali donne e bambini uccisi o torturati a morte, cosa risponde l'uomo di Mastella, Mimmo Srour?
Maria Cattini, L'Aquilablog.it
Articoli correlati