E la Cina blocca le esportazioni di benzina e gasolio

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La Cina ha imposto alle raffinerie statali di fermare tutte le esportazioni di benzina e gasolio.

La Cina prevede di aumentare la produzione di petrolio greggio, gas naturale e carbone. Vuole aumentare le riserve di materie prime energetiche e mantenere le importazioni stabili per garantire la sua sicurezza energetica.

Le autorità cinesi hanno chiesto alle raffinerie statali del paese di prendere in considerazione l’interruzione delle esportazioni di gasolio e benzina a partire dal mese prossimo.

Questo a causa delle crescenti preoccupazioni sulla fornitura di petrolio dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina.

La Cina, il più grande importatore mondiale di greggio, non ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina. Probabilmente continuerà a commerciare con la Russia indipendentemente dalle sanzioni che gli alleati occidentali decideranno di imporre in futuro.

Tuttavia, anche la Cina è preoccupata per la sua sicurezza energetica, visti i prezzi alle stelle delle materie prime energetiche, di cui è uno dei principali importatori.

La Cina prevede di aumentare la sua produzione di petrolio greggio, gas naturale e carbone. aumentare le riserve di materie prime energetiche e mantenere le importazioni stabili per garantire la sua sicurezza energetica in mezzo ai prezzi delle materie prime alle stelle.

Sotto l’influenza combinata di molteplici fattori come la pandemia di Covid-19a situazione internazionale dei prezzi delle materie prime è diventata più grave e complessa.

Il cambiamento di politica monetaria delle principali economie e soprattutto l’escalation dei conflitti geopolitici, hanno reso la situazione ancora più incerta.

La pressione al rialzo sui prezzi dell’energia e delle materie prime agricole rappresenta una nuova sfida per garantire l’offerta interna e la stabilità dei prezzi.

Il paese aumenterà la produzione e le riserve di carbone,” e aumenterà anche le riserve di petrolio, secondo quanto riportato da Reuters.

Sul fronte della diplomazia, mentre i retroscena geopolitici dipingono il governo di Pechino attivo per cercare di favorire una soluzione negoziale al conflitto ucraino, il portavoce degli Esteri cinese Zhao Lijian ha ribadito quelle che per il governo cinese sono le responsabilità per la guerra in corso: “La Nato e gli Usa hanno spinto le tensioni tra Russia e Ucraina fino al punto di rottura”. Attacco anche verso le sanzioni: “Brandire il bastone non porterà mai pace e sicurezza”. La Cina ha ribadito nuovamente “le buone relazioni” con il governo di Putin. Al punto che, secondo la testata finanziaria Bloomberg, il governo di Pechino starebbe valutando un ingresso azionario in Gazprom e in altri colossi dell’economia russa.

Intanto oggi la segretaria al Commercio americano, Gina Raimondo, ha avvertito che “se la Cina, come ogni altro Paese, non rispetterà le sanzioni imposte dagli Stati Uniti sulle esportazioni verso la Russia pagherà un prezzo alto”.

Raimondo ha avvertito Pechino che l’amministrazione Biden è pronta “a impedire alla Cina di ottenere apparecchiature e software americani o europei necessari a produrre semiconduttori. Perseguiremo qualsiasi azienda, ovunque si trovi, in Cina o altrove, che violi le regole”, ha affermato. “Quindi ci aspettiamo che Pechino non violi le regole o ci saranno conseguenze”, ha detto.

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